00 07/10/2012 12:47
Il bambino, il campione
e il gioco (troppo) sporco
La denuncia di Basile fa discutere lo sport
«Un bambino m'insultava a Casalecchio»
Sabatini: «Mi scuso ma lo faccia anche Baso»

"Sto facendo il riscaldamento e sento una vocina che mi dà della testa di c… Mi giro e vedo un bambino di dieci anni al massimo. Mi sono avvicinato e gli ho chiesto: "Ma chi ti ha insegnato a vivere così lo sport? Quando giocavo nella Fortitudo eri appena nato, non puoi avercela con me". Lui imbarazzatissimo mi ha chiesto scusa ma mi ha fatto riflettere… In Italia, nello sport, c’è qualcosa di sbagliato, di profondamente sbagliato".

Gianluca BasileGianluca Basile
Questa la dichiarazione di Gianluca Basile nel dopogara di mercoledì, dopo il ko di Milano contro la Virtus alla Unipol Arena. Come d'abitudine, l'ex capitano della Fortitudo è stato accolto da fischi e insulti che lo accompagnano da queste parti dopo l'infelice "godo come un riccio" del 2003 e la sua dichiarazione ha aperto un acceso dibattito su internet. Flavio Tranquillo, apprezzato commentatore di Sky, ha postato una riflessione sul suo sito e su Facebook, definendosi preventivamente come moralista: "La cultura dell’appartenenza non può sempre e comunque prevalere - scrive Flavio - Il fatto che io, voi e Basile l’abbiamo stoltamente praticata in passato non può diventare una scusa per calpestare tutto e tutti, per insultare e per vedere la vita (e quindi lo sport) come un eterno regolamento di conti. Lo merita quel bambino, che ripeto non ha colpe ma dovrebbe capire di aver fatto una cosa profondamente sbagliata".

Il bambino, al quale i Forever Boys vorrebbero regalare una tessera ad honorem, ha chiaramente agito per spirito di emulazione, di un genitore o di un vicino di posto a palazzo, ma scoperchia un discorso più profondo sulla cultura sportiva italiana dal quale non vanno esclusi quelli che in campo ci vanno. Perché il problema sollevato da Basile è sicuramente condivisibile, ma un suo mea culpa sulle dichiarazioni del 2003, che non devono comunque fungere da giustificazione per certi eccessi, sarebbe stato gradito. "Mi dispiace e mi scuso per quello che ha fatto il bambino - dice Claudio Sabatini - Ma ha pur sempre 10 anni, non i 28 di Basile quando disse "godo come un riccio". Lo avesse detto ai tifosi del Real non credo l'avrebbero accolto benissimo con il Barcellona. Lui è stato capitano di una squadra i cui tifosi non sono certo lord o gentleman, non l'ho mai sentito scusarsi per loro quando un virtussino è stato insultato. Se poi non ricorda la frase del 2003 preparo un poster di 500 metri quadri con la rassegna stampa di quel giorno e lo appendo in curva".

Anche Franz Campi, cantautore e tifoso Fortitudo, ha acceso le discussioni su Facebook: "L'agonismo ha senso se c'è rispetto dell'avversario, insegnare ai figli a odiare l'avversario significa imbarbarire lo sport. Basile avrebbe fatto bene a scusarsi per quella sua frase, ma non si può insegnare e fomentare l'odio". Peppe Poeta è oggi capitano della Virtus e nazionale italiano. Se nel 2003 fosse stato nella stessa posizione, come avrebbe accolto le parole di un compagno azzurro? "Non saprei, erano anni di rivalità sentitissima, bisognerebbe calarsi in quel tempo. Al di là dell'episodio recente, abbiamo bisogno di un corso accelerato di cultura sportiva, senza però perdere il gusto della rivalità e degli sfottò che sono simpatici se restano entro certi limiti".

Luca Aquino

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Hai fatto tornare tutti...ci siamo tutti a salutarti... Ciao Fet.