Ma perché 'sta gentazza qua non la sputtanano mai ?

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, [2]
PG01
00mercoledì 21 gennaio 2009 15:16
l'inail copre è vero, i danni derivanti al lavoratore in caso di infortunio.

voi sapete che se un dipendente fa un incidente in auto mentre si reca al lavoro o all'uscita dal luogo di lavoro nel percorso sino a casa, ed ha torto magari per condotta imprudente, l'infortunio ricade sull'azienda in quanto pagabile come tale e comportante innalzamento dell'aliquota relativa?

l'anno dopo l'autoliquidazione del premio in capo al datore di lavoro aumenta.
mighy1967
00mercoledì 21 gennaio 2009 15:20
ALE' BRUNETTA ALE' ALE'

[SM=g1405996] [SM=g1405996] [SM=g1405996] [SM=g1405996] [SM=g1405996]
ZioBovino
00mercoledì 21 gennaio 2009 15:24
@PG01 .... beh mi risulta non sia sempre così .... però tu sei sicuramente più documentato di me !!
PG01
00mercoledì 21 gennaio 2009 18:21
BEH, ho un pelo generalizzato estremizzando. diciamo che è difficile poi smarcarsi da certe situazioni.

a domani con

"doniamo il sangue ma..."
|=Valentino=|
00mercoledì 21 gennaio 2009 21:13
Re:
PG01, 21/01/2009 15.16:

l'inail copre è vero, i danni derivanti al lavoratore in caso di infortunio.

voi sapete che se un dipendente fa un incidente in auto mentre si reca al lavoro o all'uscita dal luogo di lavoro nel percorso sino a casa, ed ha torto magari per condotta imprudente, l'infortunio ricade sull'azienda in quanto pagabile come tale e comportante innalzamento dell'aliquota relativa?

l'anno dopo l'autoliquidazione del premio in capo al datore di lavoro aumenta.



Mi risulta che non sia sul tragitto di casa - lavoro.

forse una volta era cosi', ma a me risulta che mezz'ora prima di cominciare e mezz'ora dopo finito il lavoro sei coperto, poi basta.

per il resto non lo so.


ZioBovino
00mercoledì 21 gennaio 2009 22:05
Si valle ma anche lì bisogna vedere ..... come dice il pg se fai ad esempio un ciocco e hai ragione e l'assicurazione della controparte ti riconosce dei danni morali, e chiedi anche i soldi all'INAIL questi prima o poi se ne accorgono e ti cavano anche le braghe .....

..... credo che sia solo per quello che non è coperto da assicurazione .... una mia collega un giorno di neve scivolò sulla rampa del garage e l'INAIL negò perché doveva chiedere i soldi al condominio (e dai taccazzi che portava anche a Ferragamo) ci sono solo varie casistiche dove ti riconoscono qualcosa.

almeno credo ripeto bisognerebbe informarsi !!!
|=Valentino=|
00mercoledì 21 gennaio 2009 22:38
io so che quando mi son fatto male alle dita, l'ultima volta che ero a casa, l'inps, mi ha riconosciuto l'infortunio e UNA serie di cure, solo una il resto,era a mie spese, anche se era infortunio.

a me sembra una cazzata galattica, perche' e' verissimo che c'e' chi se ne approfitta, ma c'e' anche chi deve pagarsi le cure quando ti fai male al lavoro E DI SOLITO LASER E OGGETTINI VARI, NON COSTANO 2 EURO.

altre cose non so.


ps, mi sono accorto che c'era un altra pagina iniziale, ma l'ho saltata, quindi non ho letto tutto. solo dalla seconda. me ne scuso, mi e' scappata.
PG01
00giovedì 22 gennaio 2009 08:27
Re:
|=Valentino=|, 21/01/2009 22.38:

io so che quando mi son fatto male alle dita, l'ultima volta che ero a casa, l'inps, mi ha riconosciuto l'infortunio e UNA serie di cure, solo una il resto,era a mie spese, anche se era infortunio.

a me sembra una cazzata galattica, perche' e' verissimo che c'e' chi se ne approfitta, ma c'e' anche chi deve pagarsi le cure quando ti fai male al lavoro E DI SOLITO LASER E OGGETTINI VARI, NON COSTANO 2 EURO.

altre cose non so.


ps, mi sono accorto che c'era un altra pagina iniziale, ma l'ho saltata, quindi non ho letto tutto. solo dalla seconda. me ne scuso, mi e' scappata.



...la pagina iniziale non era interessante... [SM=g1405981]

potresti descrivere esattamente quali cure non erano coperte e quali sì ed in cosa è consistito l'infortunio, ovvero come è accaduto e cosa ha comportato?

sempre se hai voglia, non voglio violare la tua priovacy.

sulla mezz'ora concordo, ho verificato, prima e dopo. diciamo che è una discreta e logica copertura, consistendo i rischi elevati da circolazione su strada odierni.

tale copertura non esamina nessun bonus malus pregresso: secondo me sarebbe da inserire nei curriculum. lo dico a ragion veduta: assumendo un ventenne con elevato rischio d'incidenti s'alza il rischio di vederlo spesso in infortunio.

un mio dipendente fece un ciocco in moto ed ottenne ragione nell'incidente. da lì sviluppai una richiesta danni alla controparte per la mancata presenza al lavoro del dipendente...indipendente dalla sua volontà e con ragione nel sinistro.la sua assenza in piena stagioen, in un'officina con 2 dipendenti prefigurava un mancato introito notevole, dimostrabile.

la controparte negò e mi ramamrico di non aver portato la cosa in tribunale.

...

mighy1967
00giovedì 22 gennaio 2009 09:44
Beh, si in effetti per giudicare l'operato dell'INPS, bisognerebbe conoscere tutto il contesto.
Sennò è come quando uno ti racconta che è stato tirato sotto in bici da una macchina e che per una strana serie di congiure politiche e giuridiche è passato dalla parte del torto.
Poi alla fine vieni a sapere che era passato col rosso!

P.S. E poi perchè la pagina iniziale non era interessante??? [SM=x1426480] [SM=g1406031] [SM=x1387366] [SM=x1412874]
GEO-MARCO64
00giovedì 22 gennaio 2009 14:16
Beh è finito tutto qui? siete andati tutti in malattia ? [SM=g1405976]
mighy1967
00giovedì 22 gennaio 2009 14:27
Re:
GEO-MARCO64, 22/01/2009 14.16:

Beh è finito tutto qui? siete andati tutti in malattia ? [SM=g1405976]




No, non in malattia. Mi si è spezzata un'unghia e mi hanno concesso l'infortunio perchè ero in itinere.

[SM=g1406063] [SM=g1405996] [SM=g1691762]
asteix
00giovedì 22 gennaio 2009 14:44
Re: Re:
mighy1967, 22/01/2009 14.27:




No, non in malattia. Mi si è spezzata un'unghia e mi hanno concesso l'infortunio perchè ero in itinere.

[SM=g1406063] [SM=g1405996] [SM=g1691762]




E' che per assurdo, in questo periodo di poco lavoro, si ha meno tempo di cazzeggiare.
Oggi un cliente mi ha rotto pesantemente i maroni, che dite rientra nella casistica di infortunio sul lavoro? [SM=g1691762]
PG01
00giovedì 22 gennaio 2009 14:45
prima di passare oltre a me piacerebbe sapere se siam tutti in pari.

la prima parte è stata letta da TUTTI?


vorrei anche che Valle ci aiutasse nell'interpretare il suo ultimo infortunio a cui ha fatto riferimento.

the very last one. not else. ho dei dubbi che vorrei dirimere circa le terapie.e la sua presenza risulta molto utile in proposito, credo. [SM=x1411760] [SM=x1412877] [SM=g1700031]
mighy1967
00giovedì 22 gennaio 2009 15:44
Io ho riletto tutto daccapo per paura di aver perso qualche intervento e devo ammettere che continuo a non capire bene quando viene interpretata come malattia e quando come infortunio.
Però c'ho contro anche la mia infinita ignoranza e quindi sono semi-giustificato.

Siete comunque un pozzo di scienza. Vi ammiro molto. [SM=x1387384]
asteix
00giovedì 22 gennaio 2009 16:03
Occio che adesso dico una scemenza!

Lo Zio ha raccontato di quando a causa del freddo patito in officina si è beccato l'influenza e si è messo in malattia.

Ora arriva la scemenza:
L' influenza non potrebbe essere considerata infortunio visto che la stessa è stata contratta sul posto di lavoro per mancanza di riscaldamento?
Ovviamente sarebbe difficilmente dimostrabile, però......
PG01
00giovedì 22 gennaio 2009 16:09
beh, la differenza tra infortunio (a suo modo evento irripetibile nel medesimo modo nonchè IMPREVEDIBILE) differisce dalla malattia (evento ripetibile e prevedibile come per l'influenza). Ancora diversa la malattia professionale.

attendo ok di TUTTI a proseguire.
asteix
00giovedì 22 gennaio 2009 16:44
Per chi avesse voglia e tempo di leggere:
Si considera infortunio, ai fini della tutela assicurativa obbligatoria, ogni evento avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morte o un'inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un'inabilità temporanea assoluta che importi l'astensione dal lavoro per più di 3 giorni (art. 2, c. 1, D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124).

Secondo consolidati orientamenti giurisprudenziali si deve intendere:

- per "causa violenta": un fattore esterno, rapido e intenso che arrechi un danno o una lesione all'organismo del lavoratore (Cass. 29 agosto 2003, n. 12685);
- per "occasione di lavoro": la circostanza che l'infortunio sia ricollegabile da un nesso eziologico allo svolgimento dell'attività lavorativa (Cass. 11 dicembre 2003, n. 18980).

Rientrano pertanto nella nozione di infortunio tutelabile non solo gli eventi conseguenti al rischio proprio dell'attività svolta dal lavoratore, o di attività ad essa connessa, ma anche quelli eziologicamente riconducibili al rischio insito nell'ambiente di lavoro, e cioè al rischio determinato dallo spazio delimitato, dal complesso dei lavoratori in esso operanti e dalla presenza di macchine e di altre fonti di pericolo (per la nozione di c.d. rischio improprio, Cass. 21 aprile 2004, n. 7633).

Sono invece esclusi dalla tutela:

- gli infortuni che, pur avvenuti in costanza ed in ambiente di lavoro, si siano verificati in circostanze puramente accidentali, in conseguenza di un rischio generico e comune, salvo che non si accerti che gli stessi sono stati determinati da fattori e circostanze ambientali di natura e caratteristiche tali da determinare un aggravamento quantitativo o qualitativo del rischio generico (Cass. 3 agosto 2004, n. 14875);
- i sinistri che accadono in situazioni in cui il lavoratore sia venuto a trovarsi per scelta volontaria, diretta a soddisfare impulsi personali che lo inducono ad affrontare rischi, anche sotto il profilo ambientale, diversi da quelli inerenti alla normale attività lavorativa (Cass. 10 maggio 2004, n. 8889.

Le norme dettate in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, tese ad impedire l'insorgenza di situazioni pericolose, sono dirette a tutelare il lavoratore non solo dagli incidenti derivanti dalla sua disattenzione ma anche da quelli ascrivibili ad imperizia, negligenza ed imprudenza dello stesso. La Corte di Cassazione ha infatti precisato, con sentenza del 18 febbraio 2004, n. 3213, che il datore di lavoro è sempre responsabile dell'infortunio occorso al lavoratore, sia quando ometta di adottare le idonee misure protettive, sia quando non accerti e vigili che di queste misure venga fatto effettivamente uso da parte del dipendente, non potendo attribuirsi alcun effetto esimente per l'imprenditore che abbia provocato un infortunio sul lavoro per violazione delle relative prescrizioni l'eventuale concorso di colpa del lavoratore.

L'infezione carbonchiosa e l'evento dannoso derivante da infezione malarica sono considerati infortunio sul lavoro (art. 2, c. 2, D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124 e Corte Cost. 4 giugno 1987, n. 226).

Salvo il caso di interruzione o deviazione del tutto indipendenti dal lavoro o, comunque, non necessitate, si considerano infortuni sul lavoro gli eventi dannosi occorsi durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro se il lavoratore ha più rapporti di lavoro e, qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale, durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti (c.d. infortunio in itinere). L'interruzione e la deviazione si intendono necessitate quando sono dovute a cause di forza maggiore, ad esigenze essenziali ed improrogabili o all'adempimento di obblighi penalmente rilevanti (art. 210, D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124: sull'infortunio in itinere, cfr. Cass. 23 aprile 2004, n. 7717).

L'assicurazione opera anche nel caso di utilizzo del mezzo di trasporto privato, purché necessitato. Restano comunque esclusi gli infortuni direttamente cagionati dall'abuso di alcolici e di psicofarmaci o dall'uso non terapeutico di stupefacenti ed allucinogeni; l'assicurazione, inoltre, non opera nei confronti del conducente sprovvisto della prescritta abilitazione di guida (Cass. 18 marzo 2004, n. 5525).

L'utilizzo di un mezzo privato si può ritenere necessitato quando o mancano mezzi pubblici (Cass. 3 maggio 2003, n. 6722) ovvero, pur essendoci, non consentano la puntuale presenza sul luogo di lavoro ovvero comportino eccessivo disagio al lavoratore in relazione alle esigenze di vita familiare (Cass. 7 agosto 2003, n. 11917).

Per quanto riguarda le inabilità derivanti dall'infortunio, la legge considera (art. 210, c. 2, 3, 4, D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124):

- inabilità permanente assoluta: la conseguenza di un infortunio che tolga completamente e per tutta la vita l'attitudine al lavoro;
- inabilità permanente parziale: la conseguenza di un infortunio che diminuisca in misura superiore al 10% e per tutta la vita l'attitudine al lavoro;
- inabilità temporanea assoluta: la conseguenza di un infortunio che impedisca totalmente e di fatto di attendere al lavoro per un determinato periodo.



Malattia professionaleSi considera malattia professionale quella contratta nell'esercizio e a causa della lavorazione alla quale il lavoratore è adibito (art. 3, D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124).

Il D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, riporta in allegato l'elenco delle malattie professionali (c.d. malattie "tabellate": l'elenco è stato aggiornato, da ultimo, con il D.M. 27 aprile 2004) per le quali è obbligatoria l'assicurazione e che, al loro manifestarsi, danno diritto alle prestazioni a carico dell'INAIL.

Queste comunque spettano anche per malattie non presenti nell'elenco delle quali il lavoratore possa dimostrare la causa lavorativa (art. 10, D.Lgs. n. 38/2000, si veda pure Corte Cost. 10 febbraio 1988, n. 179, che ha introdotto il c.d. sistema misto di tutela delle malattie professionali).

Sull'onere della prova nell'ipotesi di malattie "tabellate", cfr. Cass. 26 luglio 2004, n. 14023 e, sui poteri istruttori d'ufficio del giudice del lavoro, nella suddetta materia, Cass. 12 marzo 2004, n. 5152.

Secondo la più recente giurisprudenza della Suprema Corte, in ipotesi di malattia professionale non "tabellata", la prova della causa di lavoro, che grava sul lavoratore, deve essere valutata in termini di ragionevole certezza (Cass. 25 maggio 2004, n. 10042).

Inoltre, la giurisprudenza ha specificato che in relazione alle malattie pur rientranti nelle tabelle delle malattie professionali, qualora la corrispondente attività lavorativa venga svolta non in modo continuativo ma in maniera episodica ed occasionale, viene meno la presunzione legale di derivazione della malattia dalla esposizione al rischio e l'onere della prova della riconducibilità della malattia all'attività professionale svolta grava sul lavoratore (Cass. 10 marzo 2004, n. 4927).

Nella nozione di malattia professionale rientrano altresì quelle malattie psichiche e psicosomatiche da stress e disagio lavorativo riconducibili al cosiddetto mobbing.

Tali disturbi possono tuttavia essere considerati di origine professionale esclusivamente se causati, o concausati in modo prevalente, da specifiche e particolari condizioni dell'attività e della organizzazione del lavoro, come nei casi di "costrittività organizzativa" (es.: marginalizzazione dalla attività lavorativa; svuotamento delle mansioni; mancata assegnazione dei compiti lavorativi, con inattività forzata; ecc.) ovvero di "mobbing strategico" (azioni finalizzate ad allontanare o emarginare il lavoratore: in proposito, cfr. circolare INAIL n. 71/2003).

In giurisprudenza, ad esempio, è stato ritenuto riconducibile al mobbing il comportamento del datore di lavoro che si traduca in disposizioni gerarchiche vincolanti, rivolte al dipendente, al fine di indurlo a compiere atti contra legem, potendo detto comportamento integrare la violazione del dovere di tutelare la personalità morale del lavoratore, imposto al datore di lavoro dall'art. 2087 cod. civ. (Cass. 8 novembre 2002, n. 15749).

Alle malattie professionali si applica generalmente, salvo specifiche disposizioni, la disciplina prevista per gli infortuni sul lavoro (art. 3, c. 2, D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124).


A cura di Novecento media - Ottobre 2005


|=Valentino=|
00giovedì 22 gennaio 2009 20:07
Re: Re:
PG01, 22/01/2009 8.27:



...la pagina iniziale non era interessante... [SM=g1405981]

potresti descrivere esattamente quali cure non erano coperte e quali sì ed in cosa è consistito l'infortunio, ovvero come è accaduto e cosa ha comportato?

sempre se hai voglia, non voglio violare la tua priovacy.

sulla mezz'ora concordo, ho verificato, prima e dopo. diciamo che è una discreta e logica copertura, consistendo i rischi elevati da circolazione su strada odierni.

tale copertura non esamina nessun bonus malus pregresso: secondo me sarebbe da inserire nei curriculum. lo dico a ragion veduta: assumendo un ventenne con elevato rischio d'incidenti s'alza il rischio di vederlo spesso in infortunio.

un mio dipendente fece un ciocco in moto ed ottenne ragione nell'incidente. da lì sviluppai una richiesta danni alla controparte per la mancata presenza al lavoro del dipendente...indipendente dalla sua volontà e con ragione nel sinistro.la sua assenza in piena stagioen, in un'officina con 2 dipendenti prefigurava un mancato introito notevole, dimostrabile.

la controparte negò e mi ramamrico di non aver portato la cosa in tribunale.

...




non e' un problema di privacy, tanto l'ho detto parecchie volte e spesso anche a voce, percio' lo sanno tutti.

alla cassa, passando un blocco di libri della scuola, legati assieme, mi son scivolati e mi hanno piegato 2 dita, rompendomi o meglio staccandomi i legamenti dove uno di questi ha staccato un pezzo d'osso della falange.

ora, mi hanno fatto fare un ciclo di laser (12 sedute) e altrettanti galvano???? non ricordo il nome, ma bacinelle d'acqua con ultrasuoni.

finito il primo ciclo, c'e' stato un leggero miglioramento, ma c'e' stata una ricaduta e l'inps, non passava piu' niente.

dovevo essere io ad andare al patronato e far riaprire l'infortunio, altrimenti loro non avrebbero fatto piu' niente.

e testuali parole, anche se i legamenti non erano ancora attaccati, a loro non interessava, dopo 2 mesi che sono stato a casa, per loro doveva essere gia concusa la cosa.

e notare bene, che avevano la risonanza magnetica e un ecografia che mi davano ragione.

per me assurdo...e' come dire che ti rompi una gamba e anche se l'osso non e' ancora attaccato, devi andare al lavoro.TOSSICI. [SM=g1405961]

dimenticavo, che sono andato a modena A MIE SPESE, per una visita richiesta da loro (inps) e a voce mi hanno confermato che hanno sbagliato a non curarlo dall'inizio, ma non potevano scriverlo, altrimenti andavo via di denunce... [SM=g1619208]


asteix
00giovedì 22 gennaio 2009 21:27
IL MEDICO FISCALE

asteix
00giovedì 22 gennaio 2009 21:36
[
DIM]14pt[=DIM]Simulare un infortunio...........





[SM=g1691762] [SM=g1691762] [SM=g1691762] [SM=g1405974] [SM=g1405974] [SM=g1405974] [SM=g1406063] [SM=g1406063] [SM=g1406063]
|=Valentino=|
00giovedì 22 gennaio 2009 21:54
Re:
asteix, 22/01/2009 21.36:

[
DIM]14pt[=DIM]Simulare un infortunio...........





[SM=g1691762] [SM=g1691762] [SM=g1691762] [SM=g1405974] [SM=g1405974] [SM=g1405974] [SM=g1406063] [SM=g1406063] [SM=g1406063]



stai sbagliando, non e' simulazione di infortunio, ma di qualcosa di piu' grave, tipo truffa o simulazione di malattia profesionale HANDICAP.

in questo video, Benigni e' fantastico.


PG01
00venerdì 23 gennaio 2009 08:36
Re: Re: Re:
|=Valentino=|, 22/01/2009 20.07:



non e' un problema di privacy, tanto l'ho detto parecchie volte e spesso anche a voce, percio' lo sanno tutti.

alla cassa, passando un blocco di libri della scuola, legati assieme, mi son scivolati e mi hanno piegato 2 dita, rompendomi o meglio staccandomi i legamenti dove uno di questi ha staccato un pezzo d'osso della falange.

ora, mi hanno fatto fare un ciclo di laser (12 sedute) e altrettanti galvano???? non ricordo il nome, ma bacinelle d'acqua con ultrasuoni.

finito il primo ciclo, c'e' stato un leggero miglioramento, ma c'e' stata una ricaduta e l'inps, non passava piu' niente.

dovevo essere io ad andare al patronato e far riaprire l'infortunio, altrimenti loro non avrebbero fatto piu' niente.

e testuali parole, anche se i legamenti non erano ancora attaccati, a loro non interessava, dopo 2 mesi che sono stato a casa, per loro doveva essere gia concusa la cosa.

e notare bene, che avevano la risonanza magnetica e un ecografia che mi davano ragione.

per me assurdo...e' come dire che ti rompi una gamba e anche se l'osso non e' ancora attaccato, devi andare al lavoro.TOSSICI. [SM=g1405961]

dimenticavo, che sono andato a modena A MIE SPESE, per una visita richiesta da loro (inps) e a voce mi hanno confermato che hanno sbagliato a non curarlo dall'inizio, ma non potevano scriverlo, altrimenti andavo via di denunce... [SM=g1619208]






orpo! una cosa grave davvero.

ma ti sei poi ripreso o tutt'ora resti inabile?

perchè non riaprire l'infortunio, avendo ragione al 100% come appare palese?

in fin dei conti è pacifico che hai adempiuto puntuialmente ai tuoi doveri, mettendo a rischio la tua salute.

si potrebbe ben dire che "la cultura è pericolosa" a sto punto! [SM=g1691762]


ZioBovino
00venerdì 23 gennaio 2009 10:00
PG non fare come al solito ..... a volte ci si fa male per una "caionata" gli infortuni sul lavoro succedono ..... succedono anche se uno le sfighe non se le cerca .... pensa uno dei "miei" ragazzi stava montando sul cassone di un camion attaccandosi ad un gancio col dito medio, gli è scivolato il piede ed è rimasto appeso ..... sono sei mesi che non ci salta fuori ..... è un bel danno per l'azienda ed è stato un caione lui. Però cmq lui è quello che ci ha rimesso di più.

Per quanto riguarda la mia malattia, quando in un capanone devi "uscire per riscaldarti" e fuori è lì lì per nevicare vedrai lo faccio alzare io il riscaldamento in un modo o nell'altro volente o nolente.

POI chi ci marcia sopra andrebbe inchiappetato e gli starebbe bene però non generalizziamo.

PS: Vedi PG fortuna che ho una soffitta piena zeppa di libri che non leggo mai come dici te altrimenti sai quanta mutua farei ? :-)))))))))
PG01
00venerdì 23 gennaio 2009 10:27
non fa una piega. Ma un conto è ingangiarsi con un dito: il foro permane. visibilmente. un conto l'infortunio ben più fastidioso di Valle. Come lo si dimostra questo lesionamento dei tendini?

E' un problema mica da poco.
ZioBovino
00venerdì 23 gennaio 2009 10:35
Oh ma ziocagnone ci avrà pur sempre le lastre, le risonanze magnetiche, le TAC ..... chi dice che il dito di un cassiere della coop valga meno (a livello di infortunio non monetario ovviamente) del menisco di quel cesso di Lanna o di quella chiavica di Bernacci (te che segui il basket avrai anche te un po' di menischi o gomiti di cessi di giocatori no) ?

POI ripeto il caso di Valle non lo conosco se non per quello che scrive lui sul forum, però ci vuole POI della calma ..... lo sai che ho fatto le squole basse e sono un ragazzo di campagna !!

Oh vabbeh fate come volete ..... sono quelle discussioni che poi ci si "attacca" giusto perché non si ha il tempo di andare al bar a parlare di sport e figa ..... (certo che anche adesso quando vado al bar le discussioni si limitano al prezzo delle pere al mercato di Vignola e alle corna altrui che se la gente badasse alle sue ....).

Hasta siempre !!
PG01
00sabato 31 gennaio 2009 08:56
NEGATO PERMESSO ANDARE IN BAGNO, CASSIERA SI SENTE MALE
MILANO - Malata di diabete e ipertensione, durante il turno di lavoro ha chiesto alla sua responsabile di andare in bagno perché non si sentiva bene. Permesso negato, la donna ha avuto un malore ed è finita al pronto soccorso. Protagonista è una cassiera del supermercato Gs di viale Monza, a Milano, Rosaria Mazza, di 58 anni.

L'episodio è accaduto lunedì scorso, ma è stato reso noto oggi dalla Filcams-Cgil, a cui la donna si è rivolta. "Ho un'invalidità del 50% perché soffro di ipertensione, attacchi di panico e ho il diabete alto - ha raccontato la cassiera - tanto che non sono idonea a stare sempre alle casse. Ma quando ho chiesto alla mia responsabile di alzarmi per andare in bagno, lei mi ha negato il permesso. Io mi sono alzata lo stesso, poi mi sono misurata il diabete ed era talmente alto che mi sono sentita male e sono svenuta".

Portata in ambulanza alla clinica Santa Rita di Milano, la cassiera è rimasta in osservazione per tutto il giorno, poi è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni. "Mi hanno detto che ho rischiato il coma diabetico - ha detto la donna - per questo ho denunciato ai carabinieri la mia responsabile". Il direttore del supermercato non ha voluto commentare la vicenda.

"C'é un grosso disagio dei lavoratori dei supermercati - ha dichiarato Fabrizio Russo, della Filcams-Cgil - dove spesso le condizioni problematiche non vengono trattate in modo adeguato". "Il malore della cassiera del Gs ricorda da vicino il caso della dipendente dell'Esselunga di Milano che, lo scorso febbraio, aveva denunciato di essersi urinata addosso perché non le era stato data la possibilità di andare in bagno", ha aggiunto. Secondo Russo, "le aziende sono ostiche a modificare l'organizzazione del lavoro per venire incontro alle difficoltà dei lavoratori".

La Filcams, nel condannare duramente il comportamento della catena Gs e nell'esprimere solidarietà alla dipendente, "si riserva di mettere in campo tutte le iniziative a tutela della dignità e dei diritti della stessa lavoratrice e di tutti i lavoratori del gruppo Gs/Carrefour". Per fare chiarezza sull'accaduto è stato chiesto un incontro urgente alla direzione aziendale di Gs.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:14.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com