Wadi
00venerdì 22 maggio 2009 17:40
Sacrati: «La GMAC non c'è più, abbiamo scelto altre strade. Si riparte da zero, deluso perchè la squadra era da play off.»
di Claudio Limardi
BOLOGNA - Gilberto Sacrati sbotta. « Quando abbiamo esonerato Dragan Sakota il nostro record era 4-5. Pensavamo dovesse essere 8-1. Poi è arrivato Cesare Pancotto e su 21 gare ne ha vinte cinque ». Si ferma un attimo prima, il presidente della Fortitudo, di dire che la colpa della retrocessione è del coach, « anche perché non ho la competenza tecnica per dirlo ». Però il concetto, antipatico, filtra. Zoran Savic è più fatalista. Nel processo biancoblu andata in onda ieri in 90 minuti a tratti anche duri, il general manager tiene fede alla linea di una vita « trascorsa senza mai parlare male gratuitamente ». Poi va giù anche lui.
SAVIC - « Eravamo partiti per tornare in Eurolega - ammette - con questa squadra se mi avessero detto che non avremmo fatto i playoff sarei rimasto molto deluso. Siamo addirittura retrocessi. Ci sono tante spiegazioni e nessuna accettabile.
La catena di infortuni è stata incredibile: i più condizionanti quelli di Earl Barron dopo tre allenamenti, quello di Slokar e infine quello di Scales nel finale di stagione. Il caso Huertas ci ha fatto perdere il jolly di mercato dopo una partita, ma come società siamo stati esemplari perché non abbiamo cercato alibi, non abbiamo accusato nessuno dei nostri problemi, abbiamo cercato di risolverli all'interno sperando di proteggere società e squadra. Non è vero che abbiamo risentito della lontananza di Sacrati dallo spogliatoio, perché non è stato così. E' vero che lo spogliatoio all'inizio non era solido. Personalmente avrei mandato via Woods e Forte subito dopo l'episodio della notte brava prima della gara con Roma.
Le regole mi hanno costretto a fare una scelta. Woods è andato via quando ho capito che se non l'avessi fatto avrei perso anche Gordon. Infatti Jamont ha finito bene la stagione.
La pressione sulla squadra è stata fortissima, la F scudata pesa 15 chili in più, non tutti qui possono fare bene come in altre realtà. Ma la retrocessione è incredibile lo stesso. Me ne ero accorto già dopo la partita con Biella, sono stato zitto per esorcizzare il pericolo ma la qualità del gioco era preoccupante ».
CAMPIONATO - Ma Savic non resiste alla tentazione di tirare qualche stilettata. « Retrocessione meritata? Sì, perché abbiamo vinto meno partite degli altri, ma avrei voluto che la squadra si battesse dall'inizio come ha fatto nelle ultime giornate. Però non ditemi che è stato un campionato regolare. Rieti ha giocato l'ultima partita contro Udine che aveva cinque giocatori e l'unico americano rimasto faceva anche l'allenatore. Due americani di Caserta, per un'infrazione di doping commessa a novembre, sono stati squalificati per l'ultima di campionato, a maggio... E per due mesi abbiamo giocato con l'incubo di ripetere la partita con Montegranaro. Per gli stessi motivi quella con Teramo non ce l'hanno fatta rigiocare. Non credo ai complotti, abbiamo tante colpe, ma non è stato un campionato regolare il nostro ».
TIFOSI - « Non parteciperò al party della retrocessione perché sembra una trovata in stile Sabatini e io che non dormo da sei mesi non ho nulla da festeggiare. Rispetto tutti, ma non ci vado stasera a festeggiare. Non so perché ma la Fortitudo non è mai stata simpatica. Ai tempi di Seragnoli nessuno gli ha detto che aveva vinto due scudetti, era sempre quello delle 10 finali perse. A Teramo, Gordon va fuori sul primo possesso ed è tutto normale. Non è normale...
», chiude Savic. « L'errore - dice Sacrati - è stato pensare di prolungare un percorso di vittorie con un prodotto di qualità differente. GMAC non c'è più perché abbiamo scelto altre strade. Ora ripartiremo da zero ».