Fonte : Resto del Carlino edizione on line ore 15.00
Bologna, 20 novembre 2010 - DIO LI FA e poi li accompagna. E i primi passi di Sergio Porcedda nel mondo del pallone sono stati accompagnati da un personaggio che è entrato e uscito dai più intricati misteri italiani dell’ultimo ventennio. A dispetto della sua origine austriaca, Roland Voller, nato a Innsbruck nel 1947, è una figura tipicamente italiana, il cui nome ricorre nel giallo di via Poma e in quello dell’Olgiata, con un ampio corollario di contatti mai decifrati coi servizi segreti e truffe finanziarie. E’ proprio Voller l’intermediario che avrebbe rifilato al Bologna la prima delle due fidejussioni-patacca, ricevendo in cambio 100mila euro. Almeno, questo è ciò che ha denunciato due mesi orsono l’ad rossoblù Silvino Marras ai carabinieri. Come il secondo broker Antonio Carbone, Voller è noto alle forze dell’ordine soprattutto per reati finanziari: gliene vengono contestati fin dal 1966 nel suo Paese d’origine, passando per una bancarotta fraudolenta a L’Aquila nel 1975 e un’altra a Cesena nel 1983, inframmezzate da una serie di assegni scoperti in mezza Italia. Il commerciante da cui Porcedda avrebbe comprato le garanzie sul futuro rossoblù è un signore da cui difficilmente si potrebbe acquistare un’auto usata: la specialità che gli viene attribuita infatti è proprio quella di vendere la stessa vettura a più clienti.
QUANDO il nome di Roland Voller giunge al grande pubblico, nella primavera 1992, per le autorità austriache è un latitante: sul suo capo pende una richiesta di estradizione ed è sottoposto alla misura dell’obbligo di firma presso il commissariato Flaminio Nuovo di Roma. Ma la svolta è dietro l’angolo. L’austriaco diventa il supertestimone del delitto di via Poma: riferisce ai magistrati di avere raccolto una confidenza da Giuliana Ferrara, madre di Federico Valle, conosciuta casualmente a causa di una interferenza telefonica (proprio così...); il 7 agosto 1990, giorno dell’uccisione di Simonetta Cesaroni, la donna gli avrebbe detto di essere preoccupata perché il figlio tardava, dopo essere andato in visita dal nonno proprio nel condominio di via Poma; sarebbe poi tornato sporco di sangue e ferito. La pista, per la cronaca, non porterà a nulla di serio e Valle verrà scagionato.
IL NOME di Voller torna nell’ombra fino al 9 novembre 1994, quando viene arrestato nell’ambito di un’inchiesta su un giro di Bot e Cct falsi: in una sua cassetta di sicurezza vengono ritrovati documenti dell’inchiesta sul giallo dell’Olgiata, così battezzato dal nome del luogo in cui il 10 luglio 1991 venne trovato il corpo senza vita della contessa Alberica Filo della Torre. Perché Voller è in possesso di quei verbali? Con lui finiscono nei guai un poliziotto del già citato commissariato e un’affascinante agente dei servizi segreti. Il successivo 28 novembre il vulcanico commerciante torna libero per decisione del tribunale del Riesame, come ricorda e sottolinea il suo storico difensore di fiducia, l’avvocato Candida Russiello: «Era accusato di violazione del segreto d’ufficio ma venne assolto in dibattimento; fu dimostrato che tali carte non erano più secretate perché depositate da tempo». In seguito a quei 20 giorni in cella da innocente, dice il legale, «gli è stato riconosciuto il risarcimento per ingiusta detenzione».
A QUESTO punto la domanda è: il signor Voller può svolgere attività di intermediazione finanziaria? «I suoi precedenti sono molto vecchi — si limita a dire l’avvocato Russiello —. Purtroppo, paga un po’ lo scotto del personaggio». Quanto ai rapporti con Porcedda, l’avvocato non sa nulla: «Nel caso, si sarebbe eventualmente limitato a mettere in contatto la società con chi emette la fidejussione». La compagnia, se i documenti forniti da Voller sono reali, ha sede a Londra: comunque, la Lega calcio non ha ritenuto valida la garanzia e l’ha respinta al mittente due mesi orsono. Nelle more della verifica, l’assegno consegnato all’intermediario dalla segretaria del presidente rossoblù era già stato messo all’incasso. Ed è partita la prima denuncia per truffa, già trasmessa per competenza territoriale alla Procura di Roma. Il ‘broker’, raccomandato a Porcedda da «amici affidabili», vive infatti attualmente in un paese a nord della capitale, dove si sarebbe perfezionato lo scellerato patto austro-sardo che fa tremare Bologna.
Enrico Barbetti
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