Sacrati si consola, preso Bagaric
08/09/2007 09:20
Il presidente: «Non parlo di visure e questioni societarie»
- Corriere di Bologna -
«Devo darvi una notizia importante». È un Sacrati raggiante quello che arriva al desco con la stampa, fatta aspettare, giustamente, quasi un'ora dopo la gara. In tasca ha la bomba di mercato, il colpaccio che chiude l'estate nel modo più sublime per lui, l'Aquila, i tifosi. Dalibor Bagaric è da ieri alle 21.13 un giocatore della Fortitudo. Non è uno scherzo, anche se il presidente fatica a trattenere una risata di godimento.
«Abbiamo firmato il contratto annuale con Dalibor Bagaric. Sarà a Bologna la prossima settimana, probabilmente martedì». Questo è l'annuncio dato da Sacrati in pompa magna, nella palestrona di Bolzano che aveva appena visto la Fortitudo vincere al debutto nel precampionato. L'aveva in canna, il colpo. Ma forse nemmeno lui credeva di poterlo chiudere così velocemente. Ha passato la partita a passeggiare avanti e indietro, sussurrando qualcosa ai suoi collaboratori. Ai giornalisti che l'incalzavano, ribadiva d'attendere. «Parlerò fra dieci minuti, aspettate ». E ancora: «Abbiate pazienza, fra poco vengo a parlare. Ma solo di basket, non di visure né di Sabatini».
Al fin, eccolo. Finge indifferenza, attende che tutti siano attenti, apre con una frase depistante: «È stata una buona partita d'allenamento stasera, speriamo che sia la prima vittoria di una lunga serie». Poi piazza la bomba. Una tripla alla Torres. E fugge via ridendo, non sta nella pelle e per strappargli qualche altra battuta occorre inseguirlo. Mai visto Sacrati così tonico.
«L'idea è nata come un caso fortuito. Bagaric si è liberato dal contratto con Girona e ce l'ha fatto sapere. L'avevo già incontrato un mese fa, una chiacchierata e basta. Però eravamo rimasti d'accordo che se avesse lasciato Girona, sarebbe venuto da noi. Bene per lui, bene per la Fortitudo». Cambia parecchio ora per l'Aquila, che aveva una geografia perimetrale e che oggi, con Bagaric – un giocatore perso qualche anno fa, dopo la ruvida esperienza a Chicago, e rilanciato alla grande proprio dalla Fortitudo con cui ha vinto lo scudetto 2005 – mette in mezzo all'area un intimidatore-passatore di livello extralusso per l'Italia. E già riecheggia l'urlo tanto amato «Dalibor Bagaric la-la-la…» che ha fatto tremare le arene di mezza Italia.
Subito il pensiero va a Mazzon, che aveva per le mani un settore muscolare ma forse non brillante. Ora, la faccenda cambia. «Mazzon — spiega subito Sacrati — è molto contento. Altrimenti Bagaric non lo avremmo preso. Kesicki? Rimarrà, è un progetto in cui crediamo. E in Uleb potrà giocare sempre». Insomma, con un coup de theatre di gran classe, Sacrati risolve il problema rinforzi (Iturbe era una pista ormai spenta), rilancia le quotazioni della sua Fortitudo e per un attimo dimentica altri amari gratticapi, quelli per i quali lunedì dovrà portare esaurienti spiegazioni in Lega. Quella, però, è un'altra partita. Quella tecnica, oggi, l'ha vinta l'Aquila.
Daniele Labanti
__________________________________________________
l'educazione non si impara sui libri di scuola.