Ufficio Sceneggiature
massimo gramellini
Ci mancava la Ruby che arringa i cronisti sulle scale del tribunale di Milano, ridotte a set plumbeo delle miserie italiane. Legge un testo forbito, palesemente scritto da altri. E pare di vederlo, l’Ufficio Sceneggiature, al lavoro in un salotto di Arcore oppresso dai quadri con la targhetta del prezzo infilata nella cornice.
«Oggi chi mandiamo a fare la vittima sotto il palazzo di Giustizia, avvocato?».
«La bionda e la bruna».
«Ma non ci sono già state il mese scorso con gli altri dipendenti parlamentari?».
«Ha ragione, ragioniere. E se ci spedissimo Ruby? E’ tornata dal Messico apposta».
«Ma chi glielo scrive il copione?».
«C’è quello che gli autori di Forum avevano buttato giù per Lavitola. Senta qua: “L’atteggiamento apparentemente amichevole dei magistrati si è trasformato in una tortura psicologica. Mi sento vittima di uno stile investigativo fatto di promesse mai mantenute e domande incessanti sulla mia intimità”».
«Non sarà troppo tecnico? Con tutto il rispetto, avvocato, ma è la nipote di Mubarak, mica di Grisham».
«Si fidi, ragioniere, la gente è ubriaca di balle. Le beve a garganella. Anzi, sa cosa faccio? Ci aggiungo un moto di sdegno, che la Ruby mi reciterà col broncetto: “Trovo sconcertante e ingiusto che nessun giudice voglia ascoltarmi!”».
«Ma se l’hanno convocata due volte e lei non si è mai schiodata dal Messico!».
«Ussignur, che temperamatite! Chi vuole che se lo ricordi più! La memoria è stata cancellata per decreto, insieme col falso in bilancio. Su, chiamatemi Ruby per il trucco e parrucco, che fra due ore si va in onda».
C'è qualcuno che possa sostenere senza mentire a se stesso che non è andata così?
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luca