Champions League - "Niente Champions? Mica è colpa mia"
Eurosport - mar, 29 set 17:30:00 2009
Solita conferenza stampa sopra le righe per Mourinho, alla vigilia della trasferta in Champions League contro i campioni russi del Rubin Kazan. Il tecnico prova a caricare i suoi, ma sembra soprattutto preoccupato di difendere il proprio personale onore europeo.
..OBIETTIVO VINCERE. O ALMENO NON PERDERE - Alla vigilia del secondo impegno in Champions League, in casa dei campioni russi del Rubin Kazan, Mourinho non sembra sentirsi molto sicuro circa le possibilità della propria squadra di fare bottino pieno. "Contro il Rubin bisogna fare risultato - le sue parole nella conferenza stampa della vigilia al Central Stadium di Kazan - l'obiettivo numero uno è vincere, il numero due è non perdere". Poi prova a dare fiducia ai suoi: "Se giochiamo contro il Rubin come abbiamo giocato contro il Barcellona, vinciamo".
I NUMERI FANNO PAURA - Già, ma se per caso invece l'Inter giocasse come contro la Sampdoria, o peggio, il Cagliari? La trasferta di Marassi, contrassegnata anche dalle discutibili scelte del mister, ha minato qualche certezza. E il Mou versione russa appare meno sbruffone, e più agitato del solito, tanto da prendersela con un paio di giornalisti, e con il suo stesso addetto stampa, reo di dar troppo spazio a chi fa domande scomode. Ogni volta che si sente aria d'Europa, d'altra parte, in casa Inter si respirano soprattutto ansia e timori. I numeri, in questo senso, non aiutano. Quelli dell'Inter in generale, e quelli della Beneamata gestione Special One in particolare. L'anno scorso, 8 partite, con 3 pareggi, altrettante sconfitte, e due sole vittorie. Contando anche l'esordio stagionale, i nerazzurri non vincono in Champions dal 22 ottobre 2008 (1-0 sul campo dell'Anorthosis), e non hanno ancora segnato in Champions nel 2009, restando all'asciutto nei due confronti col Manchester e nella sfida col Barcellona. L'ultimo gol europeo è dell'8 dicembre 2009, e manco a dirlo, fu firmato del grande ex, Ibra.
LA CHAMPIONS NON ARRIVA? E IO CHE C'ENTRO? - Poi ci sono quegli altri numeri, i più indigesti: 44 anni dall'ultima vittoria in Coppa Campioni, 36 dall'ultima finale, persa contro l'Ajax. Stuzzicato al riguardo, Mou prova a giocare sul filo dell'ironia: "Sì anch'io sono un po' frustrato, sono da 15 anni all'Inter e abbiamo sempre fatto male in Champions...". Poi si preoccupa di difendere il proprio onore: "La Champions è una competizione particolare. Non è mia responsabilità se l'Inter non vince la Champions da 50 anni. La mia storia in questo torneo è piccola, solo cinque stagioni: una volta l'ho vinta, tre volte sono andato in semifinale e una volta sono uscito agli ottavi. La mia unica responsabilità è che l'anno scorso l'Inter non ha vinto la Champions".
INCOGNITA RUBIN - Meglio allora consolarsi con le statistiche relative alle campagne di Russia dell'armata nerazzurra. Nei 5 precedenti, 1 pareggio, 1 sconfitta e 3 vittorie. Questa volta di fronte c'è l'incognita Rubin Kazan, squadra che ha un unico precedente con le italiane, risalente al 2006/2007, quando in Coppa Uefa i russi vennero sconfitti in casa dal Parma. Il Rubin è all'esordio casalingo in Champions, appuntamento cui arriva in un momento di forma non straordinario: la squadra del Tatarstan, repubblica autonoma della Federazione Russa a quasi 1.000 chilometri da Mosca, è ancora prima in campionato, ma è reduce dal tonfo casalingo (1-2) contro il modesto Amkar Perm. Mourinho la presenta come ""una squadra di qualità tattica e individuale, che ha perso all'esordio contro la Dinamo di Kiev, facendo però una grande partita per 75 minuti. "Sono molto bene organizzati, hanno intensità e velocità, e giocare per la prima volta in casa in Champions gli darà una motivazione diversa".". Le stelle sono il centrocampista Semak e l'attaccante argentino Dominguez (14 gol in campionato), ma come sempre in queste trasferte a far paura è soprattutto il clima.
PER LA FORMAZIONE.... - Sul fronte formazione, il tecnico portoghese rimane abbottonatissimo: a Milano sono rimasti Sneijder e Suazo, tutti gli altri sono a disposzione, compresi Muntari (non convocato sabato scorso), Cambiasso e Milito (apparsi affaticati al termine del match con la Sampdoria). Probabile che alla fine a giocare siano i soliti noti, con la coppia Milito-Eto'o, e Stankovic vertice alto del rombo. Anche se il Balotelli visto a Marassi, e inspiegabilmente sostituito, potrebbe anche far optare per il tridente. Anche perché, checché ne dica lo Special One, non perdere non basta: servono punti pesanti in Russia e Ucraina, per affrontare a cuore sereno la trasferta al Camp Nou, e per farli serve interrompere il digiuno europeo.
Guido Guenci / Eurosport