30/10/2007 09:36
- Corriere di Bologna -
Verrà ora l'Eurolega a lavare i panni bianconeri, assai imbrattati dopo la notte cupa di Pesaro, in cui, persa subito la bussola, il quadro ha lasciato tutti molto perplessi. L'era, anche, patron Sabatini, perché beccarne trenta non garba a nessuno e non è quella la Virtus dei suoi sogni. Oggi dunque, inglobato il rientrante Anderson, il pensiero dell'Eurolega e il viaggio, domani, a Vitoria, consentono alla Virtus di spostare la mente e tornare in campo per scacciare subito la serataccia. Duello improbo, quello col Tau, ma banco già importante, a una manciata di giorni dal derby, per chiedere una reazione mentale.
Si discute, nei bar, di gestioni e giocatori, perché non passa inosservato — e non può essere altrimenti — il preoccupante scollamento dei pilastri dello scorso anno, oggi comparse per i più svariati motivi. Bloccato Di Bella da un problema al tendine rotuleo, Giovannoni s'è visto, malino, 14', dopo la buona serata con Kaunas. «È in calo di forma», è il responso di Pillastrini, che di fascicoli aperti ne ha parecchi, in una squadra senz'anima, che pianifica la sfida al tiro con i raddoppi sul pick'n'roll, finendo però impallinata da chi due frombolieri li ha e travolta da Pesaro, che ne ha cinque e tira da tre col 44%.
L'identità difensiva — per la peggiore del torneo, 84,7 punti subiti — è lontanissima d'arrivare, intanto si corre sul filo per non perdere qualcuno per strada. È evidente che, a turno, ognuno dei bianconeri genera dubbi, perché Spencer è difensivamente sconcertante (-30, per inciso, il suo plus/minus pesarese), Holland ha giocato una gara astensionista (0 punti e 3 tiri nel primo tempo, gruzzolo a babbo morto), Conroy è deragliato presto abbandonando la regia. Instillati i tarli, la Virtus si guarda attorno e non è detto che a pagare sia il reprobo Delonte, difeso da Pilla, pubblicamente, anche dopo la recita peggiore. Il record, 5 vinte su 8, consente, almeno, di ragionarci con calma.
D. L.
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l'educazione non si impara sui libri di scuola.