Da Repubblica di oggi
ROMA - L'ultimo Bovolenta. Ma molti, troppi casi drammatici sono successi ultimamente nel mondo dello sport. E' preoccupato anche il professor Carlo Tranquilli, responsabile dell'Istituto di scienza dello sport del Coni.
C'è da essere preoccupati? I controlli sono sufficienti? Le famiglie possono mandare i loro figli a fare sport con serenità?
"Sì, in Italia siamo all'avanguardia rispetto ad altre Nazioni europee. Si tratta di casi diversi uno dall'altro, quelli che sono successi ultimamente in Italia e anche all'estero, ma posso dire che nel nostro paese c'è la attenzione massima alla salute degli sportivi. I controlli preventivi sono accurati, anche da un punto di vista cardiologico. Però la morte improvvisa a volte è molto difficile da diagnosticare e non sempre si possono fare controlli estremamente invasivi su tutti atleti. E' anche una questione di costi-ricavi".
Secondo lei, quindi, non si può fare di più?
"Direi di no. Quello che si può, e si deve invece fare è controllare i controllori. Mi spiego: non sempre, soprattutto quando si scende verso il Sud, ci sono medici e strutture sanitarie all'altezza della situazione. Ci vuole quindi maggiore vigilanza in modo che ci sia uniformità di test ovunque, dal Trentino sino alla Sicilia. Lo standard deve essere elevato ed adeguato ovunque".
Ma chi deve vigilare sui medici?
"Le
Regioni".