è morto il cardiochirurgo Carlo Marcelletti

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(Marco M.)
00mercoledì 6 maggio 2009 23:18
Era ricoverato da stamane per un malore al cuore. Fra due mesi avrebbe compiuto 65 anni
Al centro di inchieste per peculato. Ammise sms hard ad una tredicenne
Roma, è morto Marcelletti



Il cardiochirurgo Carlo Marcelletti
ROMA - E' morto a Roma, nell'ospedale San Carlo di Nancy, il cardiochirurgo Carlo Marcelletti. Era stato ricoverato stamane per un malore cardiaco. E' deceduto intorno alle 13. Fra due mesi avrebbe compiuto 65 anni.

Ha operato 10.000 bambini. Sempre molto amato o molto odiato. Come lui stesso si definì, "un cavallo di razza senza fantino". Medico di fama internazionale, pioniere dei trapianti sui bambini - è suo il primo trapianto di cuore su bambino in Italia nel 1986 - già primario cardiochirurgo pediatrico presso gli ospedali del Bambin Gesù di Roma, Modena e Palermo, nella sua lunga carriera ha visitato più di 25.000 bambini e ne ha operati più di 10.000.

Le siamesi Marta e Milagro. L'avventura nell'ospedale siciliano cominciò nel 2000 in una tempesta. L'Italia era divisa sulle gemelline peruviane nate attaccate, Marta e Milagro, che lui appena arrivato voleva separare anche se una delle due non sarebbe mai potuta sopravvivere. Polemiche, manifestazioni di protesta sull'eticità di sacrificare una bimba per lasciare in vita l'altra, una sala operatoria trasformata in set. Morirono tutte due le piccole peruviane. Ma Carlo Marcelletti non si pentì di nulla. Nemmeno delle telecamere, delle dirette no stop di fronte al padiglione di cardiochirurgia.

Studi negli Usa. Nel 1982 aveva salvato Alessandro, 14 ore di vita e un tumore al ventricolo sinistro. Nel 1983, Nafish, una bimba iraniana sbarcata a Fiumicino su un areo dirottato da terroristi. Nel 1986 fa il primo trapianto infantile in Italia, Ivan, 15 mesi. Lavora al "Bambin Gesù", si trasferisce all'Università di Stanford in California, torna in Italia.

L'avventura politica. E poi c'è la politica, l'altra grande passione di Marcelletti. È il 1993, il professore è in lizza con i "Popolari per la Riforma" candidato a sindaco di Ancona. Ma niente da fare: prende solo l'11 per cento. Le sue mani miracolose, nel 1994, le assicura per 3 miliardi di lire. La sua vita non si ferma mai. Tutti hanno narrato delle sue mirabilie in sala operatoria, solo qualcuno sputa veleno.

L'arresto in ospedale. Un anno fa, la polizia lo arresta in ospedale per truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato e concussione: si sarebbe fatto dare dai genitori dei pazienti somme di denaro, sotto forma di donazioni all'associazione Abc (Associazione per la cura del bambino cardiopatico-Onlus), da lui presieduta e gestita, in cambio di una "corsia preferenziale" idonea ad assicurare ai piccoli degenti una sistemazione migliore rispetto a quello di un ricovero ordinario. Ammise pure di aver inviato sms hard alla figlia tredicenne della sua ex convivente.

(6 maggio 2009)
|=Valentino=|
00mercoledì 6 maggio 2009 23:20
[SM=x1411895]
(Marco M.)
00giovedì 7 maggio 2009 23:55
La Procura di Roma ordina l'autopsia del cardiochirurgo morto ieri in clinica
Era depresso, aveva perso 40 chili, e c'è chi sussurra avesse già tentato di togliersi la vita
Marcelletti, slittano i funerali
L'ipotesi del pm: suicidio


Il cardiochirurgo Carlo Marcelletti
ROMA - Slittano i funerali del professore Carlo Marcelletti, il cardiochirurgo morto ieri a Roma in seguito ad un malore cardiaco. La salma di Marcelletti è sotto tutela giudiziaria: la Procura di Roma ha disposto l'autopsia. L'ipotesi è che l'ex primario di cardiochirurgia di Palermo si sia suicidato. I carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche presso l'ospedale di Roma San Carlo di Nancy dove l'ex primario è morto. Nei prossimi giorni saranno ascoltati i familiari e il personale medico del reparto dove il professore ha trascorso le sue ultime ore.

L'arresto e le accuse di truffa e pedofilia avevano gettato Marcelletti in uno sconforto senza fine. Un anno fa, la polizia lo aveva arrestato in ospedale: si sarebbe fatto dare del denaro dai genitori dei pazienti in cambio di una "corsia preferenziale" per i loro figli malati. E altri soldi li avrebbe intascati dalle società farmaceutiche. Ammise pure di aver inviato sms hard alla figlia tredicenne della sua ex amante.

Da allora era caduto in depressione: temeva il rinvio a giudizio e i riflettori della stampa. In un paio di mesi aveva perso 40 chili. Si sentiva un uomo senza futuro, schiacciato dalla vergogna e dalla consapevolezza di aver commesso cose indegne. C'è chi sussurra che avesse già tentato il suicidio tagliandosi le vene del polso quando ancora era agli arresti domiciliari.

"Dal giorno del mio arresto non riesco a guardarmi più allo specchio", confidò il professore ad un giornalista di Oggi. "Non trovo né giustificazioni né attenutanti verso me stesso. Vorrei farmi perdonare dalle persone che ho deluso, prima di tutto dai bambini che adesso non potrò più curare". Rientrato a Roma, dopo sei mesi di arresti domicliari scontati nella sua casa nella campagna di Calvi, in Umbria, Marcelletti si era mostrato oppresso da un'inguaribile depressione. "Anche la persona più razionale, in un momento di sconforto, si può trasformare nel kamikaze di se stesso", concluse l'intervista con una frase che, adesso, ha tutto il sapore di una premonizione.
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