Da Repubblica....ancora Boniciolli....
Che cosa accomuna Blatt, Aito, Pesic e ora Boniciolli? L´aver vinto tutti la Korac d´una volta. A questa coppa, Blatt fece seguire scudetto ed oro europeo coi russi e Aito l´argento olimpico con la Spagna. Quanto a Pesic, aveva già fatto incetta prima, tra club e nazionale, campione d´Europa e del mondo.
Boniciolli, questa la sapeva?
«La compagnia è prestigiosa, ed è un altro motivo di vanto per aver vinto quella che non è una coppetta. Come quello d´aver dato alla Virtus un altro trofeo europeo, dopo che per il club l´unico a vincerne era stato Togliatti».
Cioè Messina, vabbè. Mai pensato, sull´ultimo possesso di Cholet, che sul +2 fare fallo è vangelo, per riavere la palla decisiva? Anziché rischiare la quinta finale-beffa per Sabatini...
«La riflessione, logica, l´abbiamo fatta. Ma sull´ultimo possesso puoi anche palleggiarti sul piede».
Qual è l´eredità di questa coppa?
«Quel finale ci ha tolto la scimmia dalla spalla. Ho visto uomini lottare contro le loro paure. Solo Blizzard, Giovannoni e Vukcevic avevano giocato queste partite. Sono usciti due tiri facili di Boykins, abbiamo concesso due contropiedi e siamo ripiombati nel dramma anziché verso l´happy-end».
Sul tiro di De Colo ci stava pure un bel fischio.
«Se, innegabilmente, con Siena qualcosa ci fu tolto, è vero che l´intervento di Giovannoni su De Colo era ai limiti».
Venuto per dettar legge, Boykins ha fatto squadra. Ed applaudito l´Mvp Langford.
«Nessuno aveva vinto nulla, prima. A Boykins il padre ha detto: se perdi non mi chiamare. Da persona intelligente, ha fatto il secondo violino. Quanto a Keith, soffre ancora per la sconfitta con Kansas nella finale Ncaa del 2003».
Ha detto: su questo risultato può girare il nostro finale di stagione.
«Sono curioso di vedere se la vittoria ci darà più consapevolezza o ci toglierà quella tensione che ci ha fatto dare il meglio. Ma ho fiducia in una squadra costruita con grande dispendio d´energie e al tempo stesso con grandi limiti. Pur amando Ford, ci manca un´alternativa al gioco perimetrale e in velocità. Pur con quello che Chiacig continua a darci».
Valete il secondo posto?
«Siamo l´alternativa più credibile a Siena. Non lo dico io, ma il 2-0 su Roma e Milano. Però ogni tanto mi agito. In questi giorni c´è stata solo Milano e la sua striscia. Fatta contro chi? Io l´ho vista a Roma prenderne venti. E non perdere di uno all´overtime, o per un fischio a favore poi cancellato. Viste domenica, Roma e Milano non m´angosciano. Non è decisivo arrivare secondi, pure se il pubblico della Station ci dà spinta. Poi, mi auguro di aver instillato nei giocatori il desiderio di riprovarci, con Siena, per acclarare la loro indiscussa superiorità».
Da un po´, parla da allenatore in scadenza di contratto. Spacciato per pluriennale, poi oggetto di rinnovo. Complesso.
«Infatti non sarò l´allenatore della Virtus il prossimo anno. Ho il vizio di guardare avanti, e il mio futuro non è definito».
Sembra uno che si è già arreso.
«Dico solo che se due delle squadre più belle sono Ferrara e Biella, lo sono grazie alla continuità tecnica: Valli e Bechi sono lì da tre anni. E´ importante, se non s´hanno i soldi di Siena. Invece qui siamo tutti isterici: vinte 20 partite, il problema sono le due perse».
Comunque lascerà con una coppa europea in bacheca.
«Era la mia sesta finale in 10 anni, con 5 squadre diverse. Ma nessuna ha avuto la visibilità mediatica di questa. Dopo la Coppitalia con Avellino mi sentivo come Bagnoli a Verona. Ora sono orgoglioso. Sempre senza offendere Palmiro».