Mihajlovic: «Il Bologna venderà cara la pelle»
L'allenatore rossoblù: «Noi non possiamo commettere passi falsi se vogliamo salvarci»
ROMA, 30 marzo - Alla ripresa del campionato ci sarà Roma-Bologna. Una sfida importantissima per entrambe le squadre. Da una parte la formazione di Luciano Spalletti dovrà in tutti i modi riprendere il suo cammino verso il quarto posto dopo la battuta d'arresto all'Olimpico contro la Juventus. Dall'altra gli uomini di Sinisa Mihajlovic non possono comettere ulteriori passi falsi se vogliono tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Nella puntata di stasera di “Guarda che Lupa“, la rubrica dedicata alla Roma, in onda ogni lunedì alle ore 18.30 su Sky Sport 1 (e in replica a mezzanotte), ha parlato in un'intervista esclusiva l’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic, ex giocatore dei giallorossi, che proprio domenica alle 15 sfiderà i giallorossi all'Olimpico per la 30ª giornata di Serie A.
Sul suo passato giallorosso
«Sono stati, sicuramente, due anni bellissimi e importantissimi, nonostante abbia giocato un po’ bene e un po’ male, anche per problemi societari. E’ stata, però, una bella esperienza».
Su Mazzone
«Quando è arrivato Mazzone non ho fatto bene. Mi ricordo che dicevano sempre: ma come mai questo Mihajlovic, che ha questo tiro, non tira mai in porta? Io rispondevo sempre che il gran tiro ce l’avevo, ma tirare da 50 metri, in porta, era impossibile. Stavo praticamente sempre nella mia metà campo, anche con Boskov. Non potevo fare niente di importante davanti. Mi rendo conto di aver sbagliato anche io. Ho giocato in quel ruolo, ma non ero convinto. Mazzone è forte, tanto è vero che, dopo il secondo anno con la Roma, sono andato alla Sampdoria, ma lui non voleva, voleva tenermi con lui. Ricordo che quell’anno feci due presentazioni. Sono andato a quella della Roma poi, alla fine, Mazzone mi ha chiamato per dirmi che dovevo andare via. Il giorno dopo sono andato alla Sampdoria ed ho fatto anche lì la presentazione. Ho fatto due presentazioni in due giorni per due quadre diverse Ma ho un bellissimo ricordo, di una persona che sembra un po’ burbera, un romanaccio, ma con un cuore grande come il Colosseo».
Sui tifosi della Roma
«Sono meravigliosi. Mi ricordo le prime partite, nel pre campionato, contro Atalanta, Bayern Monaco, c’erano 60mila persone. Con l’Atalanta, che era una squadra di Serie B, abbiamo vinto 5-1, c’erano 60-70 mila persone e mi dicevo: dove sei arrivato qua? Tutti pazzi per il calcio».
Su Totti
«Lui si allenava e faceva partite con la Primavera. Era forte, già lo si sapeva. L’ho guardavo e dicevo a Boskov che questo ragazzino era bravo, da provare. Ci può servire, perché ha tutti i colpi, vedevo che non aveva paura, che faceva tutto. Per fortuna, una delle poche cose belle che avevamo fatto, fu quella di farlo esordire contro il Brescia. Boskov diceva: scaldati ragazzino. Vicino c’era Muzzi, che pensava di dover entrare, mentre Boskov diceva. no, quell’altro, riferito a Totti. Avrà giocato 7,8.10 minuti».
Sulla Roma e sul Bologna
«Ha un grande allenatore, è una grande squadra. E’ partita un po’ male, ma sta recuperando ed ha le carte in regola per arrivare quarta, basta che non cominci a vincere da domenica… Poi, magari, le vincono tutte e sono contento per loro. Sarà una partita difficile, ma noi, comunque, venderemo cara la pelle. Andremo a Roma, consapevoli di sapere che, se giochiamo come sappiamo, possiamo giocare alla pari con tutti. Loro devono vincere per non perdere il treno per il quarto posto. Noi dobbiamo fare un risultato positivo per rimanere sopra la zona retrocessione. E’ stato bravo Spaletti a cambiare in corsa e metterli a giocare come giocano adesso, a rombo, con il 4-4-2. Forse è meno bella, meno spettacolare, ma è una tra le squadre più forti d’Europa. Quando è al completo, può giocarsela con chiunque».
Su De Rossi e Aquilani
«Una delle cose più belle che uno sogna, è quella di nascere in una città e giocare nella squadra per la quale facevi il tifo quando eri piccolo, per diventarne, poi, una bandiera. Poi, a quel punto, non sono importanti nemmeno i soldi. Magari, andando all’Inter o al Milan guadagni di più. Ma, bisogna vedere il cuore come ti comanda perché, giocando a Roma, sicuramente vincerai meno che con l’Inter e il Milan. Io condivido, comunque, questa loro scelta, lo farei anche io, senza pensare ai soldi, ma guardando al cuore. Fossi al posto loro, rimarrei a Roma per sempre, perché non c’è cosa più bella».