Sergio Leone

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(Marco M.)
00giovedì 30 aprile 2009 17:55
a 20 anni dalla sua scomparsa..
Una mostra fotografica rende omaggio a Sergio Leone, dal 29 Aprile al 7 Giugno sono esposti alla Galleria 'Le Colonne' di Parma gli scatti di Angelo Novi, per anni fotografo di scena del maestro.Un'occasione per vedere quel luogo, fisico e mentale, che per Leone fu il west.


Sergio Leone

« Il cinema dev'essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito. »
(Sergio Leone)


Sergio Leone (Roma, 3 gennaio 1929 – Roma, 30 aprile 1989) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. È stato uno dei più importanti registi della storia del cinema, particolarmente noto per i suoi film del genere spaghetti-western.

Leone è considerato uno dei più importanti registi della storia del cinema, nonostante abbia diretto pochi film nella sua carriera: la sua regia innovativa, ricca di originalità e stile, ha fatto scuola ed ha contribuito alla rinascita del western negli anni sessanta, grazie a film come Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo (che formano la cosiddetta trilogia del dollaro), C'era una volta il West e Giù la testa, ai quali si affianca C'era una volta in America, un gangster-movie, che vanno a formare la cosiddetta "trilogia del tempo".

Le origini e gli inizi
Figlio di uno dei pionieri del cinema muto italiano, Vincenzo Leone nato a Torella dei Lombardi, conosciuto col nome d'arte di Roberto Roberti, e dell'attrice Edvige Valcarenghi, nota col nome d'arte di Bice Waleran (in Italia come Bice Valerian), Leone iniziò a lavorare nell'ambiente cinematografico già a diciotto anni.

Già negli anni cinquanta cominciò a scrivere sceneggiature, inizialmente per i cosiddetti peplum, film epico-storici in costume molto in voga all'epoca (conosciuti in America anche come sword and sandal, letteralmente spada e sandali).

Ebbe anche una piccola parte, come comparsa, in Ladri di biciclette di Vittorio De Sica (è uno dei preti tedeschi sorpresi dalla pioggia).


Gli anni cinquanta: i peplum ed i primi lavori importanti
I primi lavori di un certo rilievo lo videro come assistente regista o direttore della seconda unità in numerose produzioni hollywoodiane di grande importanza, girate agli studi di Cinecittà a Roma, nel periodo della cosiddetta Hollywood sul Tevere: quelli degni di nota sono Quo vadis? di Mervyn LeRoy (1951) e soprattutto il kolossal Ben-Hur di William Wyler (1959), vincitore di 11 Oscar.

Nel 1959 subentra a Mario Bonnard, colpito da una malattia che lo costrinse ad abbandonare il set, alla regia di Gli ultimi giorni di Pompei, al quale aveva collaborato alla sceneggiatura.

Come risultato, quando finalmente ebbe la possibilità di debuttare da solo come regista con Il colosso di Rodi (1961), grazie alla lunga esperienza, riuscì a produrre un film con un basso budget che sembrasse tanto spettacolare quanto un vero e proprio kolossal di Hollywood.


Gli anni sessanta: gli "spaghetti-western" ed il successo
Nei primi anni sessanta, la richiesta di peplum si esaurì, e Leone fu fortunato ad essere tra i primi pionieri del genere che prese il loro posto nelle preferenze del largo pubblico, il western, dando anzi vita ad un proprio importante sottogenere di matrice italiana, noto con il nome di spaghetti-western, il cui modello di stile divenne il primo film del genere del regista, Per un pugno di dollari, del 1964, uno dei più famosi della storia del genere. Il film ricalca in gran parte la trama de La sfida del Samurai (in giapponese Yojimbo), film di Akira Kurosawa del 1961. Infatti Leone fu accusato di vero e proprio plagio da Kurosawa, che vinse la causa ottenendo come risarcimento i diritti esclusivi di distribuzione (di Per un pugno di dollari) in Giappone, Corea del Sud e Taiwan, nonché il 15% dello sfruttamento commerciale in tutto il mondo.

Ha lanciato nel firmamento delle star Clint Eastwood, che fino ad allora era rimasto un modesto attore televisivo statunitense con pochi ruoli al suo attivo. In questo periodo si firmò spesso Bob Robertson, una anglofonizzazione del nome d'arte usato dal padre Vincenzo, Roberto Roberti.

La versione definitiva del film fu fortemente condizionata dai problemi di budget basso e in parte alle numerose ubicazioni spagnole; presenta una violenta e moralmente complessa visione del Far West statunitense che sembra da un lato rendere tributo ai classici western, mentre da un altro se ne distacca nei toni. Leone portò nel genere grandi novità, ed il suo stile ha influenza ancora oggi. Nei western tradizionali, tanto gli eroi, quanto i cattivi tendono ad essere perfetti, spesso belli come se fossero usciti da un salone di bellezza. Al contrario i personaggi di Leone presentano elementi di marcato realismo e verità: raramente sono sbarbati, appaiono sporchi, e molto è lasciato alla suggestione dei presumibili odori del corpo. Si presentano in genere come antieroi, personaggi dalle personalità complesse, astuti e spesso senza alcuno scrupolo. Questi elementi di crudo realismo continuano a vivere nei western odierni, ed hanno avuto forti influenze anche al di fuori del genere stesso.

Leone introduce delle significative novità anche nel linguaggio cinematografico, quali l'utilizzo della ripresa "in soggettiva" e l'alternanza nel montaggio di sequenze con campi molto lunghi, interrotte da brevi flash di primissimi piani. Inoltre è uno dei primi registi che coglie davvero il potere del silenzio, grazie a scene giocate su situazioni di attesa di grande suspense con l'utilizzo di questi primissimi piani assieme a musiche incalzanti.

I due film seguenti, Per qualche dollaro in più ed Il buono, il brutto, il cattivo, completano quella che è conosciuta come la "trilogia del dollaro". Ciascuno di questi film ha potuto beneficiare di un budget sempre maggiore e di migliori mezzi tecnici del precedente, e le capacità del regista sono riuscite anche a produrre risultati via via superiori anche al botteghino. Tutti i film si avvalsero delle notevoli colonne sonore di Ennio Morricone


Gli anni settanta: i film negli USA
Basandosi su questi successi, nel 1967 Leone venne invitato negli Stati Uniti per girare quello che avrebbe voluto fosse il suo capolavoro, C'era una volta il West, un progetto coltivato a lungo e sempre rimandato per il budget elevato necessario, prodotto dalla Paramount.

Girato negli splendidi scenari della Monument Valley (il "vero" Far West), in Italia e in Spagna, il film risultò come una lunga, violenta e quasi "onirica" meditazione sulla mitologia del West. Al soggetto collaborarono anche due altri grandi registi, Bernardo Bertolucci e Dario Argento; quest'ultimo, all'epoca, era ancora quasi completamente sconosciuto. La sceneggiatura fu invece scritta da Sergio Donati, insieme a Leone.

Prima dell'uscita nelle sale, tuttavia, il film fu ritoccato e modificato dai responsabili dello studio; per questo motivo inizialmente il film fu considerato un semi-flop, ed ebbe incassi al botteghino relativamente bassi. La pellicola è stata riscoperta e rivalutata solo anni dopo, ed oggi è considerato da molti il capolavoro del regista, insieme a Il buono, il brutto, il cattivo e C'era una volta in America, ed uno dei capisaldi del genere western.

Successivamente Leone diresse Giù la testa, nel 1971, un progetto messo su in poco tempo con un budget medio, interpretato da James Coburn e Rod Steiger. Il film è oggi uno dei suoi capolavori assoluti, ed è la pellicola dove forse Leone manifesta maggiormente le sue riflessioni sull'umanità e la politica. Secondo alcuni si tratterebbe di un film scomodo, bombarolo, visto anche il titolo statunitense, A Fistful of Dynamite, ovvero "un pugno di dinamite", e la sua scomparsa per circa un ventennio dai distributori e dai palinsesti televisivi. In realtà, egli non rimase completamente inattivo: scrisse varie sceneggiature, e soprattutto diresse -per sua stessa ammissione- varie sequenze del film di Tonino Valerii Il mio nome è Nessuno, ma per la sua espressa volontà di fermarsi col western, si fece accreditare solo come produttore esecutivo.


Gli anni ottanta: il ritorno in Italia
Dopo aver rifiutato un'offerta per dirigere Il padrino (The Godfather), lavorò per circa dieci anni ad un proprio progetto epico, questa volta incentrato sulla mafia ed i gangster americani; C'era una volta in America (1984) era un'idea nata prima ancora di C'era una volta il West.

Il film ebbe grande successo di pubblico e critica in tutto il mondo, tranne che negli USA in cui fu proposta dalla produzione una versione dimezzata nella durata, e sconvolta nella struttura temporale. Il banalissimo rimontaggio dell'opera causò un flop inevitabile sul mercato americano, anche se la versione originale proposta anni dopo in VHS riscosse grande apprezzamento.

Il film è considerato come uno dei migliori del genere nonché della storia del cinema.


Gli ultimi progetti e la scomparsa
Quando morì il 30 aprile 1989 per un attacco di cuore, il regista era al lavoro su un progetto che avrebbe dovuto riguardare l'epico Assedio di Leningrado durante la Seconda guerra mondiale. Il film avrebbe dovuto raccontare oltre che le pagine più drammatiche della guerra in Russia, una storia d'amore tra un giornalista americano e una ragazza russa, in un ideale messaggio di pace fra le due superpotenze. L'URSS di Gorbaciov, in piena perestrojka, aveva già concesso alla casa di produzione del regista un'autorizzazione di massima per le riprese sul suolo sovietico ma la morte di Leone fece sfumare tutto. Nel 2001, poi, il regista Jean Jacques Annaud si ispirò alla sceneggiatura leoniana per Il nemico alle porte, trasferendo però l'azione nell' Assedio di Stalingrado. Recentemente il cineasta siciliano Giuseppe Tornatore ha dichiarato voler sviluppare l'idea leoniana e dirigere personalmente L'Assedio di Leningrado. L'altro grande progetto che rimase incompiuto è il tanto sognato remake di Via col vento di Victor Fleming (1939), basato sull'omonimo romanzo di Margaret Mitchell, che Leone aveva sempre considerato di gran lunga superiore alla trasposizione cinematografica.

Sergio Leone è stato anche regista di spot pubblicitari, come nel caso del premiatissmo "Il diesel si scatena" girato per Renault 18.

Nel 2004 è stato reso pubblico dal figlio un lungo trattamento inedito, quasi una pre-sceneggiatura, di una cinquantina di pagine, intitolato Un posto che solo Mary conosce, pubblicato poi in esclusiva mondiale dal noto mensile di cinema italiano Ciak. Di quest'ultimo affascinante progetto, l'unico di cui rimane una stesura completa ed esauriente della trama e dei personaggi, già alcuni biografi avevano anticipato l'esistenza e caldeggiato la realizzazione. Scritto insieme a Luca Morsella, suo aiuto-regista in C'era una volta in America, e da Fabio Toncelli, oggi autore di successo di grandi documentari internazionali; si trattava di un progetto per un nuovo film western, nato inizialmente per due grandi attori americani (si parlò allora di Richard Gere e Mickey Rourke, allora stelle nascenti). Le vicende dei protagonisti si svolgono sullo sfondo di un grande affresco storico, la Guerra di secessione americana, secondo le linee e le tematiche più pure del cinema "leoniano".


L'eredità e gli omaggi
Per la sua importanza nello sviluppo del cinema, non solo per quel che riguarda il western, nel 1992 Clint Eastwood, regista ed interprete de Gli spietati (Unforgiven), inserì nei titoli di coda la dedica "A Sergio".

Lo stesso, ha fatto, undici anni dopo, nel 2003, Quentin Tarantino, nei titoli di Kill Bill vol. 2 , grande amante del cinema italiano e di Leone, il quale, secondo un aneddoto raccontato dallo stesso regista, sul set de Le Iene (Reservoir Dogs), del 1992, agli inizi della propria carriera, non conoscendo ancora tutti i termini tecnici cinematografici fosse solito chiedere ai propri cameraman "give me a Leone", ovvero "datemi un Leone", per avere uno di quei suggestivi primissimi piani sui dettagli marchi di fabbrica del geniale regista romano.

Stanley Kubrick dichiarò che se non avesse visto i film di Sergio Leone non avrebbe mai potuto realizzare Arancia Meccanica


Filmografia
Regista
Gli ultimi giorni di Pompei (1959) - non accreditato, subentrato a Mario Bonnard
Il colosso di Rodi (1961)
Per un pugno di dollari (1964)
Per qualche dollaro in più (1965)
Il buono, il brutto, il cattivo (1966)
C'era una volta il West (1968)
Giù la testa (1971)
C'era una volta in America (1984)

Assistente regista
Rigoletto (1946)
Ladri di biciclette (1948)
La leggenda di Faust (1948)
Fabiola (1949)
Il trovatore (1949)
La forza del destino (1949)
Taxi di notte (1950)
Il voto (1950)
Il brigante Musolino (1950)
I tre corsari (1952)
Jolanda la figlia del corsaro nero (1952)
Il folle di Marechiaro (1952)
L'uomo, la bestia e la virtù (1953)
La tratta delle bianche (1953)
Frine, cortigiana d'Oriente (1953)
Tradita (1954)
Questa è la vita (1954)
Hanno rubato un tram (1954)
La ladra (1955)
Mi permette, babbo! (1956)
Il maestro (1957)
Afrodite, dea dell'amore (1958)
La legge mi incolpa (1959)
Il figlio del corsaro rosso (1959)
Sodoma e Gomorra (1961)

Direttore della seconda unità
Quo vadis? (1951)
Elena di Troia (1956)
Ben-Hur (1959)
Il mio nome è Nessuno (1973)

Sceneggiatore
Afrodite, dea dell'amore (1958)
Nel segno di Roma (1959)
Gli ultimi giorni di Pompei (1959)
Le sette sfide (1961)
Il colosso di Rodi (1961)
Romolo e Remo, regia di Sergio Corbucci (1961)
Per un pugno di dollari (1964)
Le verdi bandiere di Allah (1964)
Per qualche dollaro in più (1965)
Il buono, il brutto, il cattivo (1966)
C'era una volta il West (1968)
Giù la testa (1971)
Il mio nome è Nessuno (1973)
C'era una volta in America (1984)
Troppo forte (1986)

Attore
La bocca sulla strada (1941)
Ladri di biciclette (1948)
Il folle di Marechiaro (1952)
Augusto consoli se la come (1965)

Produttore
Il mio nome è Nessuno (1973)
Un genio, due compari, un pollo (1975)
Il gatto (1978)
Il giocattolo (1979)
Troppo forte (1986)
Acquistò inizialmente i film Un sacco bello e Bianco rosso e Verdone di Carlo Verdone per poi rivenderli alla Medusa Distribuzione prima ancora di produrli. Fu infatti la stessa Medusa Distribuzione la reale casa produttrice dei due film.

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