Ci penso da ieri
Ciao ragazzi e ragazze del forum,
vi scrivo due righe perchè il mio carattere me lo impone.
Io non vi conosco e quindi ignoro le vostre vicende personali.
Potreste essere i miei vicini di casa come gli abitanti di un paesino della Liguria o della Puglia che mai incontrerò.
Nonostante questo, oppure in virtù di questo (dipende dai punti di vista), senza bisogno di tanti filtri o spiegazioni, quando intervengo per commentare qualcosa, che può andare dall'ultima finanziaria alle prestazioni di Fava, me ne guardo bene dal'augurare qualsiasi tipo di malattia incurabile a qualcuno, che sia un personaggio pubblico, un calciatore, un imperatore romano. Sai mai che la cosa, terribile, possa toccare uno di voi indirettamente.
Questo anche se, capita anche a me, di avere talvolta stima zero per il personaggio in questione.
In altre parole, non ho in simpatia Diliberto, Stalin o Papadopulo, eppure me ne guardo bene dall'augurare loro vari ictus, infarti o peggio.
Mi sembra di dirvi l'ovvio, come se dovessi spiegarvi che l'erba dei prati è verde o che il sole scalda; per questo mi sento - a volte - un marziano.
Io francamente non so se questo squallido atteggiamento di augurare un male incurabile a qualcuno, anche se si tratta di Berlusconi, faccia parte di un mediocre mal costume italiano o serva per surrogare le proprie opinioni (in mancanza di altro, mi verrebbe da dire). Io non so nemmeno se con questo continuo livore si cerchino consensi, simpatia. E se funzioni.
Quello che è certo, secondo me, è che tali squallidi virtuosismi verbali sono propri di chi, evidentemente, o non sa cosa sia la sofferenza per motivi di salute, oppure, poveretto, non c'arriva.
E più ci penso, più delle due possibilità non so quale sia la meno imbarazzante.
Non augurerei la più grave malattia al mio peggior nemico. E credetemi, non è mancanza di argomenti in chiusura di una discussione; si chiama sensibilità.
Una cosa che, evidentemente, chiediamo tante volte negli altri, ma non ci preoccupiamo mai dove l'abbiamo lasciata noi.
Marco