Quei ventimila magnifici tifosi
che sognano turandosi il naso
di Emilio Marrese
Tornando dal Dall´Ara, in via San Felice sventolava, appesa ad un balcone, una bandiera di altri tempi a strisce rosse e blu col faccione di Balanzone al centro circondato da sette scudettini. E affacciata c´era una signora, di altri tempi anche lei, che salutava le macchine di ritorno dallo stadio, sorridente come quel Balanzone. Perché presumibilmente ignari, entrambi. Leggendo il 2-1 finale e venendo a sapere che il Bologna ha sconfitto il Lecce all´ultimissima azione, si potrebbe pensare a una squadra che non molla e si sta giocando la volata-salvezza con tutto il cuore. Avendo invece visto la partita, si può solo pensare che il gol di Volpi abbia rinviato la sentenza letale d´una settimana. La matematica non ci condanna, la decenza sì. Da un pezzo. Il Bologna ha vinto con gli unici due tiri in porta, di cui uno in evidente fuorigioco (l´1-1). E fin qui, pazienza. Il fatto è che i rossoblù hanno giocato (giocato? Rantolato) in 11 contro 10 per l´intera ripresa e contro un Lecce altrettanto scarso (una vittoria in 14 gare), che oltretutto aveva perso subito due titolari. Eppure, pareva una squadra. Il Bologna no. Mai. Nonostante fosse spinto da uno stadio vero, una volta tanto, caldo e paziente all´inverosimile. Ventimila nasi turati. Nonostante il soprannumero, che non ha cambiato di un microbo le cose: parevano i nostri, quelli in dieci. Ogni pugliese poteva piantarsi una tenda da circo intorno, tant´era lo spazio di cui godeva. Se c´è una logica (e per fortuna nel calcio spesso non c´è), qui non c´è scampo. Veder giocare i rossoblù è piacevole come sentire Edward Mani di Forbice grattare una lavagna per 90´. Uno strazio che farebbe andar fuori dai gangheri il Dalai Lama. Tanto varrebbe sostituire il nome Bologna con Di Vaio, in classifica e nei tabellini: domenica 24, Chievo-Di Vaio. Formazione: Di Vaio. Punto. Il resto è spazzatura calcistica. Non gradiranno? Si urterà qualche sensibilità milionaria? Si deprimeranno i nostri eroi? E sapessero quanto irrita e deprime vederli in campo con quella maglia, da settembre. Osvaldo non ha gradito il cambio ieri? E sapesse quanto abbiamo gradito noi vederlo giocare (giocare? Agitarsi) per un´ora. Il genio che l´ha pagato 7 milioni dovrebbe dimettersi stamattina. Se c´è una consolazione è che molte di queste facce esanimi tra due settimane verranno cancellate per sempre dalla nostra memoria: perché tutto si può sopportare, ma non un altro campionato di Zenoni, Marchini, Mutarelli o anche Valiani, che corre corre e sapesse dove, almeno una volta. E se Moras è bravo, io sono Brera. Il Bologna ha affrontato il match dell´anno determinato come una mucca frisona al pascolo, ma ha sicuramente mostrato meno coraggio, lucidità e ordine tattico. C´era una voragine tra un reparto e l´altro che nemmeno nel biliardino. Il nostro Papi in panchina ha fatto il resto: conosco personalmente 2.713 persone che potrebbe allenare il Bologna allo stesso modo. Gratis. Beata l´arzdoura al balcone che non ha visto e sorrideva a quella fiumana di gente felice di non essere in B, resuscitata al 93´ da uno sghetto. Finché c´è vita c´è speranza. Come canta la curva? «Fino alla fine forza Bologna». Fino alla fine, ma che vergogna.