dal Corriere...
La caccia ai soci, i soldi bloccati
e l'aiuto dell'Inter
Dove nascono le «tensioni finanziarie» del presidente
Alcuni hanno fiducia, altri paura. C’è chi vende scetticismo, chi avanza dubbi, chi predica calma. La realtà in fondo la conosce bene solo Sergio Porcedda. La sua avventura nel Bologna — perché questo è, un’avventura — può portare ovunque. In fondo si tratta di una scommessa, piazzata con disinvolta spregiudicatezza nella speranza di centrare una serie di (alti) rischi calcolati. Dopo tre mesi di presidenza rossoblù il bilancio tecnico di Porcedda è un successo. Oggi il Bologna ha una classifica discreta, considerato il calendario non facile, ha giovani potenzialmente di avvenire, vanta giocatori già affermati che sul mercato valgono più di spiccioli. Ma le scommesse non si vincono dopo sei giornate e variabili e incognite, per il futuro del Bologna, sono molteplici.
I SOCI - Che Sergio Porcedda sia in difficoltà è accertato. È stato lo stesso presidente ad ammettere che «esistono tensioni finanziarie». Il suo amministratore, Silvino Marras, che deve far quadrare i conti, non ne ha fatto mistero, spiegando che «io e Porcedda stiamo lavorando notte e giorno per risolvere i problemi». Il lavoro è intenso e si può riassumere in un punto: la ricerca di soci che immettano capitali freschi. È stato questo il motivo della visita a Giovanni Consorte, presidente di Intermedia, la banca d’investimenti che gestisce, tra l’altro, i soldoni di tanti ricchi bolognesi. Difficile che la merchant bank si presti a iniettare danari nel calcio, più facile che possa mediare per trovare facoltosi con il voglino del pallone. Cercare un socio è quello che ha fatto pure Renzo Menarini per anni, senza però mai riuscirci, anche perché la Bologna degli industriali è sempre stata — più che fredda — anaffettiva con il pallone. Ma perché si cerca un socio? Per ingrandire il progetto oppure per sostenerlo. Nel caso di Porcedda è la seconda. C’è poi da dire che il presidente un giro all’Unipol e ad Emil Banca se l’è fatto. Insomma ha sondato, non solo per cortesia, i poteri forti della città.
IMMOBILI E STIPENDI - Il serbatoio del motore rossoblù non è mai stato pieno, ma ora la benzina scarseggia e la ricerca di liquidi è diventata fondamentale. Porcedda sarebbe proprietario dell’area dell’ex prefettura di Cagliari. Un immobile dal valore di 70 milioni di euro. Dovrebbe bastare come garanzia, ma ci sono problemi. Non si viene a capo della vendita e Porcedda che da quell’area dovrebbe incamerare circa 40 milioni ha tutto bloccato. Da qui nascono i guai di liquidità. Alla Lega Calcio però interessa poco. A Milano guardano le scadenze e quelle dicono che entro il 15 novembre vanno tassativamente saldati gli stipendi di luglio, agosto e settembre. E se non accade non si scappa da eventuali penalizzazioni che potrebbero anche toccare la classifica. In realtà il mese di luglio doveva già essere saldato, ma in serie A è difficile trovare club con i conti in ordine.
RAMIREZ - Non sono però solo gli stipendi a mancare all’appello. Ramirez è stato a un soffio dal tornarsene in Uruguay. Non arrivava il transfert, che tardava perché non c’erano i soldi da versare al Penarol, in totale 3 milioni di euro. A ieri dalle casse del Bologna non era uscito un euro e il Penarol invece ha dovuto versare 360 mila euro (il 12% dei 3 milioni) di tasse alla federazione uruguaiana per la cessione. In settimana, forse già oggi, dovrebbe partire un bonifico di 1,5 milioni a favore del club sudamericano. A febbraio vanno poi versati altri 750 mila euro e a giugno il resto, altri 750 mila euro. Di fatto il pagamento di Ramirez è stato spostato quattro volte: dal 29 agosto al 9 settembre, poi al 16 settembre, poi ai primi di ottobre. Per inciso al Penarol spetta un premio del 30% in caso di cessione del giocatore. Cioè se il Bologna dovesse rivendere Ramirez a 10 milioni al Penarol andrebbero poco più di 2,1 milioni perché il 30% si calcola sull’eventuale plusvalenza.
OSVALDO E VIVIANO - Ma Porcedda è andato in difficoltà anche perché dalla Spagna si aspetta il pagamento di Osvaldo. Il giocatore doveva essere venduto — secondo il contratto stilato ai tempi del prestito — per 6,75 milioni (fu pagato 7 alla Fiorentina). All’Espanyol è stato fatto uno sconto sul cartellino (sono 5 i milioni da avere) pur di incassare i soldi subito. Ma un modo per ottenere liquidi il prima possibile c’è e si chiama Emiliano Viviano. Il cartellino del portiere è a metà con l’Inter. I nerazzurri attualmente non hanno bisogno del giocatore avendo Julio Cesar, ma sono pronti a versare a gennaio al Bologna 5/6 milioni, non di più, per assicurarsi tutto il cartellino. Il ds nerazzurro Marco Branca è già stato avvisato e ha dato il suo assenso. Viviano però difficilmente si muoverà da Bologna. L’Inter non ha interesse a tenere il portiere della Nazionale in panchina, ma neppure ad andare alle buste con il rischio di far inserire un club estero di peso. Per questo l’operazione si farà e darà fiato alle casse rossoblù. Aspettando che si sblocchi la situazione sull’immobile di Cagliari, sperando che Longo abbia visto giusto su Ramirez e gli altri e che il Bologna continui a viaggiare bene come oggi. Tutte scommesse. Da vincere.
Guido De Carolis
05 ottobre 2010