Porcedda resta Furioso !

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james c
00sabato 2 ottobre 2010 07:23
" Ho sempre voglia di lasciare il Bologna"
img547.imageshack.us/img547/5224/screenshot001b.jpg

(Marco M.)
00sabato 2 ottobre 2010 15:58
Presidente 'Bambino'...mi viene il dubbio che se per così poco vuole mollare allora sotto sotto c'è davvero qualcosa....(o meglio non ha i baiuc). Sperando di vedere Porcedda andare avanti....
james c
00sabato 2 ottobre 2010 18:07
Re:
(Marco M.), 02/10/2010 15.58:

Presidente 'Bambino'...mi viene il dubbio che se per così poco vuole mollare allora sotto sotto c'è davvero qualcosa....(o meglio non ha i baiuc). Sperando di vedere Porcedda andare avanti....




Rispetto il tuo pensiero ,ma non la penso come te ! I Giornalisti lostanno sfinendo in tutti i sensi....

Resisti Porcedda [SM=x2363525] [SM=x2353594]
(Marco M.)
00sabato 2 ottobre 2010 20:35
Re: Re:
james c, 02/10/2010 18.07:




Rispetto il tuo pensiero ,ma non la penso come te ! I Giornalisti lostanno sfinendo in tutti i sensi....

Resisti Porcedda [SM=x2363525] [SM=x2353594]




Porcedda non mi può dire che il Bfc prende i giovani e l'inter no....Coutinho?L'avevano già preso da anni..e ha tanti giovani che no n sa dove metterli (chiaramente la loro realtà è diversa,da loro è difficile che un giovane giochi titolare,o spezzoni, dovrebbe essere un fenomeno,da noi è molto più facile,anche perchè Porcedda cerca d'investire(?) per avere dei ritorni molto più importanti)ad esempio Obi, Obiora, Santon tutti classe 91 senza contare gli innumerevoli sparsi in giro per l'Italia a farsi le ossa,come ad esempio il 'nostro' Krhin....

Delle voci che sente in giro il Preseidente, a mio giudizio, o dovrebbe fregarsene oppure risponda a dovere ma non certo nel modo che ha fatto lui: cosa vuol dire che si sta stancando,dopo 5 partite?Che sarebbe pronto a mollare tutto in appena 15 minuti?
|=Valentino=|
00sabato 2 ottobre 2010 22:43
Re:
(Marco M.), 02/10/2010 15.58:

Presidente 'Bambino'...mi viene il dubbio che se per così poco vuole mollare allora sotto sotto c'è davvero qualcosa....(o meglio non ha i baiuc). Sperando di vedere Porcedda andare avanti....



secondo me e' scritto nell'articolino...

compro 19 giocatori, spendo una marea di soldi e mi stracciano il cazzo???

ma che vadano a fare in culo tutti...HA RAGIONE, MERITIAMO DELLE MERDE COME I PALAZZINARI. [SM=x1406334]


james c
00domenica 3 ottobre 2010 00:23
Re: Re:
|=Valentino=|, 02/10/2010 22.43:



secondo me e' scritto nell'articolino...

compro 19 giocatori, spendo una marea di soldi e mi stracciano il cazzo???

ma che vadano a fare in culo tutti...HA RAGIONE, MERITIAMO DELLE MERDE COME I PALAZZINARI. [SM=x1406334]






ti quoto Valle ! [SM=x2363525]
plaza de major
00domenica 3 ottobre 2010 01:29
LA COSA PIU LOGICA E SENSATA DA FARE FOSSI IN PORCEDDA,SE HO LA COSCIENZA APPOSTO E SO CHE DIETRO DI ME NON C è NESSUNO,E CHE TUTTI I SOLDI MESSI O DA METTERE SONO I MIEI,SAREBBE DI FARE QUERELE A TUTTO SPIANO,PERCHè LE SUE DICHIARAZIONI POSSONO AVERE 2 INTERPRETAZIONI(ENTRAMBE REALISTICHE E CONDIVISIBILI),LA PRIMA CHE PORCEDDA è INCAZZATO PER IL TRATTAMENTO RICEVUTO DAGLI ORGANI D INFORMAZIONE E SDEGNATO DICE MOLLO TUTTO,LA SECONDA è CHE UNO CHE DICE COSI HA LA CODA DI PAGLIA E HA QUALCHE SCHELETRO NELL ARMADIO,QUINDI PER METTERE A TACERE LE INTERPRETAZIONI E LE ILLAZIONI L UNICA VIA PERCORRIBILE è LA QUERELA,QUERELA,QUERELA.
(Ovosodo)
00domenica 3 ottobre 2010 09:32
Re: Re:
|=Valentino=|, 02/10/2010 22.43:



secondo me e' scritto nell'articolino...

compro 19 giocatori, spendo una marea di soldi e mi stracciano il cazzo???

ma che vadano a fare in culo tutti...HA RAGIONE, MERITIAMO DELLE MERDE COME I PALAZZINARI. [SM=x1406334]






Quoto anch'io .. mi hanno scassato i maroni
indclce
00domenica 3 ottobre 2010 10:37
Credo che se un imprenditore acquista una squadra di serie A ,( NON IL BORGOROSSO FC)sia esposto mediaticamente ai massimi livelli su TV e giornali.
Se uno accetta di diventare presidente, DEVE sapere che queste cose sono normali e non dovrebbe fare il permaloso.
Se giustamente Porcedda sostiene le sue ragioni , dovrebbe secondo me fare una conferenza stampa citando i nomi dei giornalisti "facinorosi" e rispondergli pan per focaccia.
(Marco M.)
00lunedì 4 ottobre 2010 14:47
Re: Re:
|=Valentino=|, 02/10/2010 22.43:



secondo me e' scritto nell'articolino...

compro 19 giocatori, spendo una marea di soldi e mi stracciano il cazzo???

ma che vadano a fare in culo tutti...HA RAGIONE, MERITIAMO DELLE MERDE COME I PALAZZINARI. [SM=x1406334]






l'avvento di Porcedda è da prendere con ottimismo,certo, soprattutto perchè i Menarini si sono defilati...per ora ha speso i soldi di Sky,meglio di niente.Diamo tempo al tempo...ma non dite che oggi ha speso una marea di soldi, suoi..

ieri pareggio giusto...ma contro una Samp spenta che non ne voleva(pazzini-cassano sotto il 6) venuta a Bo solo per 'controllare'...
bene Viviano,Britos(il migliore con Viviano 7),Rubin, Siligardi,Ramirez molto interessante(piede sx di alto livello),in crescita Meggiorini,Gimenez 6 ma globalmente una squadra sul 6.Molto bene i primi 30 minuti della ripresa.Mi dispiace per Portanova, aveva giocato bene, ma quell'errore gli costa 5 in pagella.
Altra prestazione sotto la sufficienza è quella di Casarini, 5.

[SM=x2353594]
Drome.
00lunedì 4 ottobre 2010 19:07
Re: " Ho sempre voglia di lasciare il Bologna"
james c, 02/10/2010 7.23:

http://img547.imageshack.us/img547/5224/screenshot001b.jpg





Ma non è che anche dietro a questo articolo ci sia la "gonfiatura" dei giornalisti?
In ogni caso sarebbe anche ora che i giornalisti ci dessero un taglio...
bomberFB1990
00lunedì 4 ottobre 2010 21:14
Re: Re:
|=Valentino=|, 02/10/2010 22.43:



secondo me e' scritto nell'articolino...

compro 19 giocatori, spendo una marea di soldi e mi stracciano il cazzo???

ma che vadano a fare in culo tutti...HA RAGIONE, MERITIAMO DELLE MERDE COME I PALAZZINARI. [SM=x1406334]






ti straquoto in più andrei a picconare la sede della cogei cosi non hanno più il tempo di mettere in giro certe voci dopo [SM=x1406352]
steb.
00martedì 5 ottobre 2010 08:57
Re: Re: Re:
(Marco M.), 04/10/2010 14.47:




l'avvento di Porcedda è da prendere con ottimismo,certo, soprattutto perchè i Menarini si sono defilati...per ora ha speso i soldi di Sky,meglio di niente.Diamo tempo al tempo...ma non dite che oggi ha speso una marea di soldi, suoi..

ieri pareggio giusto...ma contro una Samp spenta che non ne voleva(pazzini-cassano sotto il 6) venuta a Bo solo per 'controllare'...
bene Viviano,Britos(il migliore con Viviano 7),Rubin, Siligardi,Ramirez molto interessante(piede sx di alto livello),in crescita Meggiorini,Gimenez 6 ma globalmente una squadra sul 6.Molto bene i primi 30 minuti della ripresa.Mi dispiace per Portanova, aveva giocato bene, ma quell'errore gli costa 5 in pagella.
Altra prestazione sotto la sufficienza è quella di Casarini, 5.

[SM=x2353594]


Ti quoto in tutto per tutto...anche nell'introduzione.
fossadeileoni89
00martedì 5 ottobre 2010 19:03
ma cominciamo a sparare nei piedi a questi giornalisti..vedrai che rompono meno le palle
(Marco M.)
00martedì 5 ottobre 2010 19:03
dal Corriere...

La caccia ai soci, i soldi bloccati
e l'aiuto dell'Inter
Dove nascono le «tensioni finanziarie» del presidente



Alcuni hanno fiducia, altri paura. C’è chi vende scetticismo, chi avanza dubbi, chi predica calma. La realtà in fondo la conosce bene solo Sergio Porcedda. La sua avventura nel Bologna — perché questo è, un’avventura — può portare ovunque. In fondo si tratta di una scommessa, piazzata con disinvolta spregiudicatezza nella speranza di centrare una serie di (alti) rischi calcolati. Dopo tre mesi di presidenza rossoblù il bilancio tecnico di Porcedda è un successo. Oggi il Bologna ha una classifica discreta, considerato il calendario non facile, ha giovani potenzialmente di avvenire, vanta giocatori già affermati che sul mercato valgono più di spiccioli. Ma le scommesse non si vincono dopo sei giornate e variabili e incognite, per il futuro del Bologna, sono molteplici.

I SOCI - Che Sergio Porcedda sia in difficoltà è accertato. È stato lo stesso presidente ad ammettere che «esistono tensioni finanziarie». Il suo amministratore, Silvino Marras, che deve far quadrare i conti, non ne ha fatto mistero, spiegando che «io e Porcedda stiamo lavorando notte e giorno per risolvere i problemi». Il lavoro è intenso e si può riassumere in un punto: la ricerca di soci che immettano capitali freschi. È stato questo il motivo della visita a Giovanni Consorte, presidente di Intermedia, la banca d’investimenti che gestisce, tra l’altro, i soldoni di tanti ricchi bolognesi. Difficile che la merchant bank si presti a iniettare danari nel calcio, più facile che possa mediare per trovare facoltosi con il voglino del pallone. Cercare un socio è quello che ha fatto pure Renzo Menarini per anni, senza però mai riuscirci, anche perché la Bologna degli industriali è sempre stata — più che fredda — anaffettiva con il pallone. Ma perché si cerca un socio? Per ingrandire il progetto oppure per sostenerlo. Nel caso di Porcedda è la seconda. C’è poi da dire che il presidente un giro all’Unipol e ad Emil Banca se l’è fatto. Insomma ha sondato, non solo per cortesia, i poteri forti della città.

IMMOBILI E STIPENDI - Il serbatoio del motore rossoblù non è mai stato pieno, ma ora la benzina scarseggia e la ricerca di liquidi è diventata fondamentale. Porcedda sarebbe proprietario dell’area dell’ex prefettura di Cagliari. Un immobile dal valore di 70 milioni di euro. Dovrebbe bastare come garanzia, ma ci sono problemi. Non si viene a capo della vendita e Porcedda che da quell’area dovrebbe incamerare circa 40 milioni ha tutto bloccato. Da qui nascono i guai di liquidità. Alla Lega Calcio però interessa poco. A Milano guardano le scadenze e quelle dicono che entro il 15 novembre vanno tassativamente saldati gli stipendi di luglio, agosto e settembre. E se non accade non si scappa da eventuali penalizzazioni che potrebbero anche toccare la classifica. In realtà il mese di luglio doveva già essere saldato, ma in serie A è difficile trovare club con i conti in ordine.

RAMIREZ - Non sono però solo gli stipendi a mancare all’appello. Ramirez è stato a un soffio dal tornarsene in Uruguay. Non arrivava il transfert, che tardava perché non c’erano i soldi da versare al Penarol, in totale 3 milioni di euro. A ieri dalle casse del Bologna non era uscito un euro e il Penarol invece ha dovuto versare 360 mila euro (il 12% dei 3 milioni) di tasse alla federazione uruguaiana per la cessione. In settimana, forse già oggi, dovrebbe partire un bonifico di 1,5 milioni a favore del club sudamericano. A febbraio vanno poi versati altri 750 mila euro e a giugno il resto, altri 750 mila euro. Di fatto il pagamento di Ramirez è stato spostato quattro volte: dal 29 agosto al 9 settembre, poi al 16 settembre, poi ai primi di ottobre. Per inciso al Penarol spetta un premio del 30% in caso di cessione del giocatore. Cioè se il Bologna dovesse rivendere Ramirez a 10 milioni al Penarol andrebbero poco più di 2,1 milioni perché il 30% si calcola sull’eventuale plusvalenza.

OSVALDO E VIVIANO - Ma Porcedda è andato in difficoltà anche perché dalla Spagna si aspetta il pagamento di Osvaldo. Il giocatore doveva essere venduto — secondo il contratto stilato ai tempi del prestito — per 6,75 milioni (fu pagato 7 alla Fiorentina). All’Espanyol è stato fatto uno sconto sul cartellino (sono 5 i milioni da avere) pur di incassare i soldi subito. Ma un modo per ottenere liquidi il prima possibile c’è e si chiama Emiliano Viviano. Il cartellino del portiere è a metà con l’Inter. I nerazzurri attualmente non hanno bisogno del giocatore avendo Julio Cesar, ma sono pronti a versare a gennaio al Bologna 5/6 milioni, non di più, per assicurarsi tutto il cartellino. Il ds nerazzurro Marco Branca è già stato avvisato e ha dato il suo assenso. Viviano però difficilmente si muoverà da Bologna. L’Inter non ha interesse a tenere il portiere della Nazionale in panchina, ma neppure ad andare alle buste con il rischio di far inserire un club estero di peso. Per questo l’operazione si farà e darà fiato alle casse rossoblù. Aspettando che si sblocchi la situazione sull’immobile di Cagliari, sperando che Longo abbia visto giusto su Ramirez e gli altri e che il Bologna continui a viaggiare bene come oggi. Tutte scommesse. Da vincere.

Guido De Carolis
05 ottobre 2010
Merendeiro
00martedì 5 ottobre 2010 19:58
Re:
indclce, 03/10/2010 10.37:

Credo che se un imprenditore acquista una squadra di serie A ,( NON IL BORGOROSSO FC)sia esposto mediaticamente ai massimi livelli su TV e giornali.
Se uno accetta di diventare presidente, DEVE sapere che queste cose sono normali e non dovrebbe fare il permaloso.
Se giustamente Porcedda sostiene le sue ragioni , dovrebbe secondo me fare una conferenza stampa citando i nomi dei giornalisti "facinorosi" e rispondergli pan per focaccia.


Perchè ?
non si conoscono ?
Noi non li "sentiamo"?


Merendeiro
00martedì 5 ottobre 2010 20:00
Re: Re:
james c, 02/10/2010 18.07:




Rispetto il tuo pensiero ,ma non la penso come te ! I Giornalisti lostanno sfinendo in tutti i sensi....

Resisti Porcedda [SM=x2363525] [SM=x2353594]



Qui caro James c'è molta gente,troppa,che sarebbe contenta dell'eventuale busso...


(Marco M.)
00martedì 5 ottobre 2010 20:22
Business plan, Longo, Paco e altre storie
La partita di Porcedda
Da dove viene e dove va il nuovo patron. Il piano strategico che lo ha portato a Bologna e i tre milioni pagati ai Menarini per l'80%


La caccia ai soci, i soldi bloccati e l'aiuto dell'Inter

Era il 21 aprile scorso quando il nome di Sergio Porcedda iniziò a scalare l’alta montagna del calcio italiano, riproponendosi con sobrietà dopo il tentativo fallito di acquistare il Cagliari nel 2006. A pronunciarlo, non a caso, fu Carmine Longo all’interno di Zona Mista, una trasmissione che si occupa della Salernitana. Di quel club Longo è stato direttore, e ultimamente aveva avuto assai da ridire su presidente, dirigenti e allenatore. Che c’entra Porcedda? Era lui l’imprenditore per conto del quale lo stesso Longo aveva chiesto i documenti contabili della Salernitana al patron Lombardi. Sì, quello che secondo Longo «c’ha la calamita per l’immoralità».

Il video ha fatto il giro del mondo su Youtube, mentre Porcedda a Salerno non ha mai messo piede perché fra Lombardi e Longo c’era la guerra e quelle carte non sono mai saltate fuori. Con uscite molto meno vulcaniche, invece, l’attuale consulente del Bologna era passato sotto le Due Torri: quasi in camuffa, senza farsi notare, ha guardato un paio di partite dei rossoblù provando — e finalmente riuscendo, grazie alla mediazione di un dipendente del club — ad allacciare i fili con la famiglia Menarini, desiderosa di mollare la società. Da mesi, Longo aveva contattato Porcedda facendone l’imprenditore di riferimento per un’idea che accarezzava da tempo: rientrare, e alla grande, nel calcio che conta. Un rapporto datato, avendo Longo lavorato a Cagliari negli anni Ottanta e Novanta, ma che nessuno immaginava potesse sfociare in un’operazione così corposa. E invece Longo aveva le carte in regola, gli mancava solo l’uomo da mettere a capo della società. Occorreva benestante, rispettato, pronto a mettersi in gioco. Così è caduta su Porcedda l’investitura per acquistare il Bologna e condurre il business plan già elaborato. Una strategia forte ma basata totalmente sulle conoscenze di Longo, quelle personali e quelle tecniche, e sulle capacità manageriali di Silvino Marras. Il primo contatto di Carmine è Francisco «Paco» Casal, il re dei procuratori in Uruguay, l’uomo che tiene in pugno la Celeste e una grossa fetta di calciatori sudamericani. È l’asse Longo-Casal a muoversi, con l’intenzione di mettersi a capo di un club italiano in cui sviluppare la propria idea. Casal è il convitato di pietra in molte trattative di mercato del Bologna. È l’uomo che ha portato qui Diego Perez, non a caso il primo nome snocciolato da Porcedda quando ancora non aveva acquistato la società. In Uruguay nulla si muove senza che Paco voglia. In una irriverente «recensione» sul piccolo Paese sudamericano scritta da qualche burlone su Internet, «il presidente dell’Uruguay è Paco Casal, perché controlla i due mercati che tengono in piedi la nazione: i giocatori di calcio e le puttane».

Al di là delle dicerie, raccontate con dovizia di particolari sul libro «Yo, Paco» scritto dal giornalista uruguaiano Mario Bardanca, Casal controlla la massima serie del campionato attraverso la Tenfield S.A., società fondata assieme all’ex cagliaritano Enzo Francescoli, portato in Italia proprio da Longo, e all’ex laziale Nelson Gutierrez. La Tenfield gestisce l’immagine di tutti i club della serie A uruguaiana, i diritti tv del campionato e persino i diritti d’immagine della Federazione e della Nazionale. Con Juan Pedro Damiani, presidente del Penarol da cui proviene il neo rossoblù Gaston Ramirez, l’amicizia è secolare. Nei decenni scorsi era proprio il Cagliari la società di riferimento in Italia per Casal, che in Spagna ha come club amici Betis e Siviglia. Da tempo Paco cercava un nuovo quartier generale nella serie A, Longo aveva il classico prurito del grande dirigente da anni fuori dai palcoscenici che contano. E Porcedda, piccolo imprenditore di successo, era solleticato dall’idea di guadagnare fama e celebrità. Il piano triennale è tanto semplice quanto rischioso e ben congegnato. Il Bologna è una società in vendita a poco prezzo, perché i proprietari hanno esposizioni ingenti con le banche e sono stufi di un giochino costoso che ha portato più danno che benefici alla loro famiglia. Per rivitalizzarlo occorre un investimento iniziale minimo (il capitale sociale si alza a 10,38 milioni), che Porcedda conta di coprire con il proprio patrimonio. Poi ci sono in arrivo i denari di Sky, dai 25 ai 30 milioni di euro, comunque sufficienti per garantire lo start up. Da un lato, Porcedda promette a Menarini di risanare i conti togliendolo dagli impicci e per questo ottiene l’80% delle quote per il prezzo «simbolico» di tre milioni di euro. Dall’altro, occorre dare le redini in mano a persone che sappiano investire bene sul mercato e al contempo riescano in due anni a rientrare del debito che il Bologna ha con le banche, una cifra attorno ai 25/30 milioni.

Il primo uomo è lo stesso che ha convinto Porcedda a scendere in campo, Carmine Longo. Il secondo è il ministro delle finanze del Bologna, Silvino Marras, professionista di grosso calibro con anni di esperienza alla prestigiosa Pricewaterhouse. Ad essi Porcedda affida il compito di mandare avanti l’operazione: Longo si butta sugli obiettivi già fissati per dare al Bologna un patrimonio di giocatori che garantiscano il futuro, un piccolo modello-Udinese. Non cede i big Viviano e Britos, perché non è ancora il tempo di vendere. Compra, invece, alcuni giovani in compartecipazione, il gioiello Ramirez e un paio di talenti spagnoli in rotta con i propri club — Manu Gavilan dal Betis e Juan Cruz Armada dall’Atletico — scovati grazie a non casuali soffiate. Acquisti «a poco», da valorizzare e rivedere «a molto» per avviare il circolo virtuoso. Secondo indiscrezioni, esistono già gli sbocchi a giugno: Viviano all’Inter da cui arriverebbero 5-6 milioni per la metà e Britos in Inghilterra dove un paio di club sarebbero pronti a sborsare 10 milioni. E poi c’è Ramirez, sul quale era certo l’interesse del Real Madrid che ha organizzato lo scorso 24 agosto un’amichevole ad hoc per vederlo.

Ma lui era già qui, Longo ha beffato pure Florentino Perez. Dietro alle operazioni c’è una regia accorta, perché per i talenti come Ramirez il Bologna è giudicato la giusta piattaforma di lancio. Più passaggi di squadra fanno questi giovani gioielli, più denari entrano nelle tasche degli intermediari: Mino Raiola docet. E Porcedda? Tutto va secondo i piani. I suoi uomini non sbagliano un colpo, finché non emerge questa «tensione finanziaria». «Porcedda aveva una voglia matta di avere visibilità e di entrare nel calcio: è una persona di comprovata serietà, un uomo per bene. Dietro non ha nessuno. I soldi? No, non è un mecenate né uno che possa, con il suo patrimonio, finanziare un club di serie A». Lo dice una delle fonti interpellate per capirci di più, nella galassia di persone che lo conoscono ma preferiscono non apparire. Non c’è nessuno che parli male del patron rossoblù: è, per riassumere, una persona pulita. Ma le società che attualmente detengono il Bologna — la Asf Srl a sua volta in quota all’Immobiliare del Corso — hanno i connotati dei contenitori, non producono entrate consistenti, e nessuno si sbilancia sulla solidità economica per questo progetto. Risulterebbe che Porcedda abbia nel suo patrimonio immobili di valore, in grado di coprire quello start up che attualmente sembra difficoltoso. Il piano c’è, si parla di investimenti, ripianamento di un bilancio che più rosso non si può, giovani campioni. E poi si vedrà, perché fra tre anni il Bologna può aver quintuplicato il suo valore. Ma non bisogna sbagliare nulla, perché proprio il «rischio calcolato» è il lato debole della partita: all’inizio si corre sul ciglio del burrone e se c’è un intoppo finanziario, o un acquisto sballato, si può volare di sotto. Per ora, i ministri hanno lavorato bene. Il resto rimane un rebus.

Daniele Labanti
05 ottobre 2010
Drome.
00mercoledì 6 ottobre 2010 19:31
Re:
(Marco M.), 05/10/2010 20.22:

Business plan, Longo, Paco e altre storie
La partita di Porcedda
Da dove viene e dove va il nuovo patron. Il piano strategico che lo ha portato a Bologna e i tre milioni pagati ai Menarini per l'80%


La caccia ai soci, i soldi bloccati e l'aiuto dell'Inter

Era il 21 aprile scorso quando il nome di Sergio Porcedda iniziò a scalare l’alta montagna del calcio italiano, riproponendosi con sobrietà dopo il tentativo fallito di acquistare il Cagliari nel 2006. A pronunciarlo, non a caso, fu Carmine Longo all’interno di Zona Mista, una trasmissione che si occupa della Salernitana. Di quel club Longo è stato direttore, e ultimamente aveva avuto assai da ridire su presidente, dirigenti e allenatore. Che c’entra Porcedda? Era lui l’imprenditore per conto del quale lo stesso Longo aveva chiesto i documenti contabili della Salernitana al patron Lombardi. Sì, quello che secondo Longo «c’ha la calamita per l’immoralità».

Il video ha fatto il giro del mondo su Youtube, mentre Porcedda a Salerno non ha mai messo piede perché fra Lombardi e Longo c’era la guerra e quelle carte non sono mai saltate fuori. Con uscite molto meno vulcaniche, invece, l’attuale consulente del Bologna era passato sotto le Due Torri: quasi in camuffa, senza farsi notare, ha guardato un paio di partite dei rossoblù provando — e finalmente riuscendo, grazie alla mediazione di un dipendente del club — ad allacciare i fili con la famiglia Menarini, desiderosa di mollare la società. Da mesi, Longo aveva contattato Porcedda facendone l’imprenditore di riferimento per un’idea che accarezzava da tempo: rientrare, e alla grande, nel calcio che conta. Un rapporto datato, avendo Longo lavorato a Cagliari negli anni Ottanta e Novanta, ma che nessuno immaginava potesse sfociare in un’operazione così corposa. E invece Longo aveva le carte in regola, gli mancava solo l’uomo da mettere a capo della società. Occorreva benestante, rispettato, pronto a mettersi in gioco. Così è caduta su Porcedda l’investitura per acquistare il Bologna e condurre il business plan già elaborato. Una strategia forte ma basata totalmente sulle conoscenze di Longo, quelle personali e quelle tecniche, e sulle capacità manageriali di Silvino Marras. Il primo contatto di Carmine è Francisco «Paco» Casal, il re dei procuratori in Uruguay, l’uomo che tiene in pugno la Celeste e una grossa fetta di calciatori sudamericani. È l’asse Longo-Casal a muoversi, con l’intenzione di mettersi a capo di un club italiano in cui sviluppare la propria idea. Casal è il convitato di pietra in molte trattative di mercato del Bologna. È l’uomo che ha portato qui Diego Perez, non a caso il primo nome snocciolato da Porcedda quando ancora non aveva acquistato la società. In Uruguay nulla si muove senza che Paco voglia. In una irriverente «recensione» sul piccolo Paese sudamericano scritta da qualche burlone su Internet, «il presidente dell’Uruguay è Paco Casal, perché controlla i due mercati che tengono in piedi la nazione: i giocatori di calcio e le puttane».

Al di là delle dicerie, raccontate con dovizia di particolari sul libro «Yo, Paco» scritto dal giornalista uruguaiano Mario Bardanca, Casal controlla la massima serie del campionato attraverso la Tenfield S.A., società fondata assieme all’ex cagliaritano Enzo Francescoli, portato in Italia proprio da Longo, e all’ex laziale Nelson Gutierrez. La Tenfield gestisce l’immagine di tutti i club della serie A uruguaiana, i diritti tv del campionato e persino i diritti d’immagine della Federazione e della Nazionale. Con Juan Pedro Damiani, presidente del Penarol da cui proviene il neo rossoblù Gaston Ramirez, l’amicizia è secolare. Nei decenni scorsi era proprio il Cagliari la società di riferimento in Italia per Casal, che in Spagna ha come club amici Betis e Siviglia. Da tempo Paco cercava un nuovo quartier generale nella serie A, Longo aveva il classico prurito del grande dirigente da anni fuori dai palcoscenici che contano. E Porcedda, piccolo imprenditore di successo, era solleticato dall’idea di guadagnare fama e celebrità. Il piano triennale è tanto semplice quanto rischioso e ben congegnato. Il Bologna è una società in vendita a poco prezzo, perché i proprietari hanno esposizioni ingenti con le banche e sono stufi di un giochino costoso che ha portato più danno che benefici alla loro famiglia. Per rivitalizzarlo occorre un investimento iniziale minimo (il capitale sociale si alza a 10,38 milioni), che Porcedda conta di coprire con il proprio patrimonio. Poi ci sono in arrivo i denari di Sky, dai 25 ai 30 milioni di euro, comunque sufficienti per garantire lo start up. Da un lato, Porcedda promette a Menarini di risanare i conti togliendolo dagli impicci e per questo ottiene l’80% delle quote per il prezzo «simbolico» di tre milioni di euro. Dall’altro, occorre dare le redini in mano a persone che sappiano investire bene sul mercato e al contempo riescano in due anni a rientrare del debito che il Bologna ha con le banche, una cifra attorno ai 25/30 milioni.

Il primo uomo è lo stesso che ha convinto Porcedda a scendere in campo, Carmine Longo. Il secondo è il ministro delle finanze del Bologna, Silvino Marras, professionista di grosso calibro con anni di esperienza alla prestigiosa Pricewaterhouse. Ad essi Porcedda affida il compito di mandare avanti l’operazione: Longo si butta sugli obiettivi già fissati per dare al Bologna un patrimonio di giocatori che garantiscano il futuro, un piccolo modello-Udinese. Non cede i big Viviano e Britos, perché non è ancora il tempo di vendere. Compra, invece, alcuni giovani in compartecipazione, il gioiello Ramirez e un paio di talenti spagnoli in rotta con i propri club — Manu Gavilan dal Betis e Juan Cruz Armada dall’Atletico — scovati grazie a non casuali soffiate. Acquisti «a poco», da valorizzare e rivedere «a molto» per avviare il circolo virtuoso. Secondo indiscrezioni, esistono già gli sbocchi a giugno: Viviano all’Inter da cui arriverebbero 5-6 milioni per la metà e Britos in Inghilterra dove un paio di club sarebbero pronti a sborsare 10 milioni. E poi c’è Ramirez, sul quale era certo l’interesse del Real Madrid che ha organizzato lo scorso 24 agosto un’amichevole ad hoc per vederlo.

Ma lui era già qui, Longo ha beffato pure Florentino Perez. Dietro alle operazioni c’è una regia accorta, perché per i talenti come Ramirez il Bologna è giudicato la giusta piattaforma di lancio. Più passaggi di squadra fanno questi giovani gioielli, più denari entrano nelle tasche degli intermediari: Mino Raiola docet. E Porcedda? Tutto va secondo i piani. I suoi uomini non sbagliano un colpo, finché non emerge questa «tensione finanziaria». «Porcedda aveva una voglia matta di avere visibilità e di entrare nel calcio: è una persona di comprovata serietà, un uomo per bene. Dietro non ha nessuno. I soldi? No, non è un mecenate né uno che possa, con il suo patrimonio, finanziare un club di serie A». Lo dice una delle fonti interpellate per capirci di più, nella galassia di persone che lo conoscono ma preferiscono non apparire. Non c’è nessuno che parli male del patron rossoblù: è, per riassumere, una persona pulita. Ma le società che attualmente detengono il Bologna — la Asf Srl a sua volta in quota all’Immobiliare del Corso — hanno i connotati dei contenitori, non producono entrate consistenti, e nessuno si sbilancia sulla solidità economica per questo progetto. Risulterebbe che Porcedda abbia nel suo patrimonio immobili di valore, in grado di coprire quello start up che attualmente sembra difficoltoso. Il piano c’è, si parla di investimenti, ripianamento di un bilancio che più rosso non si può, giovani campioni. E poi si vedrà, perché fra tre anni il Bologna può aver quintuplicato il suo valore. Ma non bisogna sbagliare nulla, perché proprio il «rischio calcolato» è il lato debole della partita: all’inizio si corre sul ciglio del burrone e se c’è un intoppo finanziario, o un acquisto sballato, si può volare di sotto. Per ora, i ministri hanno lavorato bene. Il resto rimane un rebus.

Daniele Labanti
05 ottobre 2010



Un'ottima analisi. Da quale giornale e/o sito l'hai scaricata?
(Marco M.)
00sabato 9 ottobre 2010 11:35
Corriere di Bologna
Drome.
00sabato 9 ottobre 2010 19:58
Re:
(Marco M.), 09/10/2010 11.35:

Corriere di Bologna




Grazie. E' un articolo veramente fatto bene.
beppemanigliamania
00domenica 10 ottobre 2010 00:54
Re: Re:
Drome., 09/10/2010 19.58:




Grazie. E' un articolo veramente fatto bene.


E' di Labanti, uno che si è informato. Ci vuol poi poco...


Drome.
00lunedì 11 ottobre 2010 18:53
Re: Re: Re:
beppemanigliamania, 10/10/2010 0.54:


E' di Labanti, uno che si è informato. Ci vuol poi poco...






Ah beh certo. Solo che in un mare di parole al vento, quando si legge un articolo ben fatto si prova sempre una certa meraviglia.
E pensare che la normalità sarebbe che ci si dovrebbe meravigliare quando si trova un articolo mal fatto...
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