La società Parco delle Stelle rileverà la Fortitudo Basket e sarà sponsor
di Claudio Limardi
BOLOGNA - Cominciata battendo Siena, la settimana della Fortitudo è finita male, molto male. E la carenza di spiegazioni ha contribuito ad addensare nubi nerissime sul cielo. Fossero arrivate tempestivamente se non in anticipo, magari avrebbero rassicurato gli animi anziché alimentare dubbi.
Ieri alle ore 11, la Fortitudo avrebbe dovuto tesserare Alex Scales per permettergli di debuttare domani contro Biella. Ma le regole obbligano i club nel momento in cui eseguono un movimento di mercato in entrata a presentare una dichiarazione del presidente del collegio sindacale e del legale rappresentante che all'ultimo giorno del mese antecedente, in questo caso il 27 febbraio, tutti gli allenatori e gli atleti erano in regola con il pagamento degli stipendi e la società aveva ottemperato agli obblighi previdenziali e assicurativi. Non è una questione formale, è una certificazione ufficiale. In passato qualcuno ha aggirato le regole con revisori dei conti compiacenti, ma sappiamo com'è andata a finire in certi club. Dichiarare il falso è pericoloso e anche illegale.
Ieri la Fortitudo non ha evidentemente potuto provare di essere in regola. Siccome circolano da tempo voci incontrollate di ritardi nei pagamenti, la notizia non ha sorpreso del tutto. Se non è una conferma ufficiale dei problemi del club, purtroppo gli somiglia molto. Dal momento che la Fortitudo nel mese di dicembre ha tesserato Lazaros Papadopoulos e Cesare Pancotto, è automatico che i problemi si siano manifestati in seguito, quindi l'estensione della crisi dei salari (o dei contributi o di tutti e due) può oscillare tra uno e tre mesi di ritardo.
Per chiarire meglio ( può anche essere ad esempio che non tutti siano in credito) sarebbe stato auspicabile che ieri la Fortitudo adottasse la linea della trasparenza e chiarisse meglio cosa sta succedendo. Non è tempo di comunicati stringati che legittimano tutte le supposizioni.
La linea difensiva che trapelava ieri, ma non in forma ufficiale, era quella del disguido, in pratica dell'arrivo in ritardo di un flusso di denaro con il quale il presidente Gilberto Sacrati avrebbe messo tutto in ordine rimediando ad una situazione di impasse momentanea. Che del resto ha una sua credibilità. Altrimenti come spiegare la scelta di firmare Scales e farlo venire a Bologna quando rimanendo fermi si sarebbe evitata almeno la brutta figura? A maggior ragione in un momento in cui il presidente ha scelto di diventare co-sponsor della Fortitudo con il marchio Parco delle Stelle, l'operazione che lo definirà come proprietario del club e ancor di più come imprenditore.
Il Parco delle Stelle tra l'altro da qualche settimana è diventato una società a tutti gli effetti (proprietaria al 60% è Ripresa e al 40% è Sacrati come persona fisica) con un capitale sociale di 100 milioni di euro e un terreno sul quale andrà ad edificare l'omonima maxi- struttura di 270.000 metri quadrati. Insomma, tutte le operazioni che circondano la Fortitudo dall'ingaggio di Scales alle mosse attuate per dare visibilità al progetto Parco delle Stelle fanno a pugni con i problemi spiccioli di un club in difficoltà ad eseguire operazioni di mercato nei tempi stabiliti. Impossibile trovare un filo logico.
Per quel che vale ieri si parlava di problemi virtualmente già risolti, anche se fuori tempo massimo, tanto che il debutto di Scales a Treviso non sarebbe in discussione. E addirittura Sacrati progetterebbe una specie di rilancio ovvero inglobare già la prossima settimana l'intera società dentro il Parco delle Stelle che poi l'anno prossimo sponsorizzerebbe del tutto la squadra, operazione che determinerebbe una disponibilità economica subito importante.
Ma questo non è più il momento delle parole e delle promesse. Ma dei fatti. C'è un pubblico entusiasta dopo la vittoria su Siena colpito da una doccia gelata. E va tranquillizzato se possibile.