In alcune zone profondamente rurali ed arretrate dell'Emilia, "badlands" comprese tra i fiumi Panaro e Secchia, l'imprecazione più comune, ovvero in alternativa l'espressione di stupore associata all'eccezionalità di un evento, corrispondente del bolognese "socmel" è lo "Ziocan", a sua volta integrato da tantissime varianti quali "Ziocanta", "Ziocantante", "Ziocagnone", ma anche semplici modifiche dell'iniziale per non incorrere nel reato di biestemmia, "Ziopork", "Zioninat", "Zioboia" etc.
Il polpastrellante, residente in quel di Castelfranco nell'Emilia (MO) a ovest del fiume Panaro, nonché fin dal basso medioevo ultimo baluardo bolognese prima delle terre barbare, prima longobarde poi estensi, che solo un editto di mussoliniana memoria ha portato amministrativamente sotto le grinfie della città dell'"avia pervia", il quale senza particolari indagini riesce tranquillamente a far risalire in tale luogo i suoi antenati almeno fin dal 1815 DC, per altri motivi di tipo diverso, gli è toccato nascere, studiare, e attualmente sta "fatigando", nel territorio rurale di cui sopra, pertanto ha la parlata solo leggermente "ibastardita" da queste genti troglodite.
Per dirla alla Abbatantuono io "sobbolognes al cient per cient, e tengo o dialett perché fa rustico".
Per concludere "Ziobovino" nello specifico è la modenesizzazione di una bestemmia del basso mantovano che associa il nome di nostro signore alla mucca, non tanto l'animale ma femmina di facili costumi (vacca).
In origine era ziobovinodisessofemminile poi ho dovuto per amore o per forza troncare.
Altra fantasiosa variante è "Ziocanna", ovvero in alternativa "Ziocanapone", che volendo poetare potrebbe essere la storpiatura di "Zioconsumatoreabitualediderivatidellacanapaindiana".
Credo di essere stato sufficientemente esaustivo.