Nessun sconto alla Banda della Uno Bianca...

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(Marco M.)
00lunedì 5 gennaio 2009 10:45
CRONACA: A 18 anni dalla strage del Pilastro, per due della banda permessi in vista
Già uno dei banditi (non aveva ucciso) è tornato in libertà avendo scontato 14 anni
"Basta sconti ai killer della Uno bianca"
Ira e dolore per i parenti delle vittime
"Non si può perdonare. Chi ha ucciso 24 persone non ha diritto a tagli di pena"


La commemorazione delle vittime del Pilastro
BOLOGNA - Nessuno sconto di pena, nessun beneficio di legge ai killer in divisa della banda della Uno bianca. Ieri Bologna si è ritrovata al Pilastro, al cippo che ricorda il sacrificio dei tre carabinieri ammazzati dai fratelli Savi 18 anni fa, il 4 gennaio '91. Un anniversario difficile. Il primo dopo il ritorno alla libertà di uno banditi: Pietro Gugliotta, "il gregario" della banda, ha scontato 14 anni di carcere e per lui l'estate scorsa si sono spalancati i cancelli del penitenziario bolognese. E intanto si ragiona sui permessi premio che a breve potrebbero ottenere Alberto Savi, fratello di Roberto, il capo della Uno bianca, e Marino Occhipinti.

I familiari delle vittime non ci stanno. Nessun perdono, "perché quello può darlo soltanto Dio. Io chiedo giustizia", si dispera Anna Stefanini, madre del carabiniere Otello, ucciso al Pilastro. "Chi ha ucciso 24 persone non deve avere benefici di legge. Cosa significa che si sono comportati bene? Prego che quel giudice che dovrà firmare i permessi, pensi, se ha un figlio, se con una telefonata gli dicessero che non c'è più e che non gli può nemmeno dare un ultimo bacio...".

Le famiglie che hanno perso un parente, o di chi porta ancora nella propria carne i segni dei fucili d'assalto dei killer in divisa, chiedono al Viminale di intervenire. "Tre settimane prima di Natale ho scritto al ministro Maroni per evitare che vengano concessi benefici o "sconti" ai fratelli Savi e ai loro complici che si trovano ancora in carcere - attacca Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione delle vittime - Per noi sarebbe inammissibile. Non parlo di Gugliotta, che non ha ucciso, e che comunque ha scontato 14 anni. Penso piuttosto a Roberto Savi, al quale è stato concesso di trasferirsi in un altro penitenziario per sposarsi. E penso a suo fratello Alberto, e a Occhipinti, che presto potrebbero chiedere dei permessi. Abbiamo saputo che il giudice di sorveglianza di Padova vorrebbe che noi, le vittime, cercassimo un dialogo con queste persone. Per conto mio è un'enormità. La lettera a Maroni? Aspetto ancora una risposta. Ma andremo fino in fondo: se non ci ascolteranno, chiederemo di incontrare il ministro Alfano. In ogni caso, un intervento del Viminale è doveroso: i banditi della Uno bianca erano poliziotti. Assassini in divisa".

Anna Stefanini non ha più lacrime, anche per lei la sola ipotesi del perdono è inammissibile. "Ormai la mia è una battaglia contro i mulini a vento. Nessuno mi ascolta. Ma continuerò a lottare. Se occorre, chiederò aiuto al Capo dello Stato".

(5 gennaio 2009)
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