Napoli, addio al basket

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Wadi
00domenica 5 ottobre 2008 18:19

Adesso è ufficiale: il club di Maione fuori dai campionati nazionali

NAPOLI - « Io sono solo spettatore di questa vicenda, come tutti i tifosi ». Così il giemme Ario Costa mentre si rifugia nella sua Pesa­ro, dopo giorni di amarezze profonde, delu­sioni e bocconi amari. Aveva messo su una squadra con un budget risicato, ma non ha avuto la possibilità della controprova del campo per verificare la bontà del lavoro com­piuto. Le dure parole che pronuncia sono in sintesi l'amarezza che attraversa tutto il po­polo del basket partenopeo. « Non voglio par­lare. Lo farò tra qualche giorno - implora -.

Ora sono solo spettatore che ha assistito ad un disastro. Non spetta a me dire. Tocca ad altri dire qualcosa. Preferisco aspettare qual­che giorno. Capitemi è un momento difficile per me. Sono a spasso ». Conclude: « Tornerò a Napoli tra qualche giorno per portare a ter­mine il mio compito. Forse da incompetente, ma da professionista serio ».
La società ha preso atto della sentenza. Nessuna reazione. La lenta smobilitazione di squadra e struttura societaria lasciano presa­gire che la corsa del Basket Napoli si sia fer­mata qui. Improbabile un ricorso al Tar del Lazio. Questa società se vuole ripartire lo de­ve fare dai campionati regionali e con 15 pun­ti di penalizzazione da scontare. Un macigno! Il verdetto dell'esclusione dalla serie A, per le false documentazioni presentate, è stato ri­badito dalla Cca del Coni. « La notizia era nel­l'aria, ma la speranza è sempre l'ultima a mo­rire
- afferma amareggiato l'assessore allo sport del Comune di Napoli, Alfredo Ponticel­li -. Questa è una giornata molto triste - spie­ga -, la pallacanestro è il secondo sport della nostra città. Ricordo come fosse ieri il Pala­Barbuto gremito per la semifinale scudetto, l'Eurolega o per tante altre partite di rilievo ». « E' una giornata di lutto - incalza l'assesso­re allo sport provinciale, Maria Falbo -. C'è molto dispiacere in quanto è maturato. Da rappresentante delle istituzioni non avrei mai voluto leggere del fallimento della secon­da squadra cittadina ». Sul volto dei tifosi si legge l'incredulità verso la vicenda. Nei ritro­vi degli appassionati c'è un'atmosfera surrea­le. Nella mente scorre il film degli 8 anni che Napoli ha vissuto da protagonista: una pro­mozione dalla Legadue in serie A, una Cop­pa Italia, una semifinale scudetto, l'Europa e tanti piazzamenti. Ora è tutto cenere!
Non si dà per vinto l'appassionato doc del basket cittadino, Amedeo Salerno, presiden­te del Coni Provinciale. Fu tra i protagonisti fine anni sessanta del progetto Ignis Sud. Non esprime parole di circostanza, ma guarda al futuro. « Bisogna ripartire. Il basket è nel dna della città. Ho già sentito Aniello Cesaro, il presidente del Sant'Antimo, la squadra di se­rie A dilettanti più vicina a Napoli ». Quest'an­no o il prossimo si chiederebbe il passaggio in città di questa realtà della provincia, così co­me accadde nel 2000 con Pozzuoli.
In campo anche il presidente del Coni re­gionale, Gianni Del Franco. « La città non può rimanere senza basket. Bisogna motivare le forze imprenditoriali cittadine ». Qualcosa va fatto per evitare il terzo fallimento negli ulti­mi trent'anni: De Piano, Montella e ora Ma­ione, passando per l'abbandono di Biagio Lu­brano. « Sono stato stritolato dall'esperienza cittadina. A Pozzuoli - ha detto - sarei ancora a giocare con la squadra in Legadue ». « Il fu­turo?
- si interroga Ponticelli -. Devo capire prima le intenzioni del presidente Maione, che potrebbe fare ricorso al Tar. Soltanto do­po ci muoveremo a 360 gradi ».
Concludendo, la Falbo per un futuro con­creto propone: « Una logica diversa. Quella di poter formare i nuovi atleti crescendoli nel­le scuole. Tutti, oggi, diventiamo protagonisti per non far scomparire la pallacanestro a Napoli ». Intanto rimane aperta la questione PalArgento, da dieci anni fuori uso e quella del PalaBarbuto affidato a Maione.



Il presidente Maione, e tutti i tifosi, avrà il Magone.
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