Melandri: "La desmosedici una verva belva. Il mio è un sogno che si avvera"

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GRA1973
00giovedì 6 dicembre 2007 17:00

Stagione strana per i piloti quella dell’inverno. Ci sono i test, le fiere, le aspettative per l’anno che verrà: e se le vacanze danno un po’ di meritato riposto la testa ben difficilmemte non continua ad essere focalizzata sull’obbiettivo del prossimo anno in MotoGP.

Marco Melandri è tra questi, che in preso al volo in macchina dalla voce del Motomondiale, Guido Meda, ha rilasciato una bella intervista dopo i primi assaggi sulla sua nuova Ducati Desmosedici.

Marco sta andando a farsi preparare il sedile per l’Alfa Romeo con cui correrà al Motorshow di Bologna. E’ da poco sceso dalla bicicletta, è un tormento di energia: di stare fermo non se ne parla anche se tra il mondiale e i test ce ne sarebbero di motivi per riposare in vista della stagione 2008!

Eccolo ai microfoni di Meda, grazie al quale scopriamo tutto il “Maciopensiero”: “In effetti un po’ stanchino lo sono. Ma sai più che altro perchè? Perchè è stata logorante l’attesa per la nuova avventura che era contemporanea ad una stagione non facile in cui comunque volevo fare dei risultati. Adesso mi sa che mi prendo una settimana di vacanza. Gruppo di uomini con destinazione sconosciuta, forse il Sudamerica, a smaltire l’eccitazione“.
Eccitato per la nuova avventura, giusto e umano. Ma cosa hai trovato?
“Ho trovato una moto completamente diversa dalla Honda. Ma proprio del tutto. Sembra addirittura una moto di un’altra categoria. Non c’è proprio niente che le leghi. Di base la Desmosedici mi piace, ha tanta potenza, ma…”

Ma?
“Ma non sono ancora comodo, nel vero senso della parola. Abbiamo capito che io guido in maniera diversa sia da Stoner sia da Capirossi, quindi ci sono un bel po’ di interventi da fare che forse in Ducati non si aspettavano“.

Ad esempio?
“Ad esempio a me piace guidare con le pedane un bel po’ arretrate per sentire bene la gomma dietro e caricarla. Invece gli attacchi sulla Ducati sono più avanti e bisogna cambiare“.

Complessivamente i tuoi test sono stati deludenti anche per te?
“Beh, non posso nascondere che mi sarebbe piaciuto andare più forte da subito. Però io intendo andare forte in maniera naturale. Inutile forzare se non sei a posto. Io penso che la stagione invernale vada divisa in due parti: una in cui cerchi di adattare la moto a te e un’altra in cui se non sei ancora a posto ti adatti tu alla moto. Ma sono il più sereno di tutti”

Cosa colpisce di più della Ducati appena ci sali?
“E’ rabbiosa, ha il motore rabbioso, l’eorgazione cattiva, una vera moto da corsa. E poi aggiungici che è anche molto rumorosa, quindi hai veramente l’idea di una belva. Fisica da mandare in cruva, ma me la sono già un po’ adattata“.

E l’elettronica?
“Ho dovuto studiare un po’ il display del cruscotto. Io ero abituato a roba analogica. Qui però di bello c’è che ogni variazione elettronica la discuti e la provi direttamente con chi la fa. Con i giapponesi manco per niente“.

Che gente hai trovato?
“Bravi, un team preparatissimo, competente. Preziosi è esagerato. Vive per la Desmosedici, fantastico. E fa effetto averli tutti lì che ti ascoltano, che cercano di aiutarti. Io sono sicuro che il potenziale c’è per me, su questa moto, con questo team“.

Provata la Ducati hai rivalutato Stoner e il suo 2007?
“Non ne avevo bisogno. E’ dai tempi della 250 che lo giudico uno velocissimo e anche lo scorso anno dicevo che era più veloce di Pedrosa. Poi per la Ducati…sembra esserci nato“.

In che rapporti siete? Collaborate?
“Il rapporto è ottimo, ma non ci siamo confrontati su niente. Anche perchè avevamo esigenze diverse e io nei test sapevo esattamente dove ero lento e perchè, quindi non è che avessi bisogno di qualcuno che mi desse delle spiegazioni“.

Avete lasciato Jerez con i tre debuttanti che sono già sembrati delle brutte bestie per l’anno prossimo.
“Bravi, davvero bravi. Diciamo che la 250 resta sempre la scuola migliore, e le 800 un po’ aiutano. Penso a quando feci io il passaggio. Dalla 250 alla Yamaha Gp 1000, con elettronica solo embrionale. Là rischiavi di capottarti. Ora il gas lo puoi aprire”

Ti accorgi girando per strada in Italia che essere un pilota Ducati ora è diverso?
“Sì, c’è tanta aspettativa. La gente che ti dice ora tocca a te. Situazioni anche stressanti di norma. Ma io penso che ho sempre sognato di correre con la moto italiana migliore che c’è e ora questo sogno si sta realizzando“.

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Wadi
00giovedì 6 dicembre 2007 17:11
[SM=x1426481] W LA DUCATI!! [SM=x1426481] [SM=x1423509] [SM=x1412775] [SM=x1424050]
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