John Belushi

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(Marco M.)
00sabato 24 gennaio 2009 20:32
In ricordo di John Belushi


Oggi il grande attore comico statunitense, morto nel 1982, avrebbe compiuto 60 anni. Ripercorriamo la sua vita, da quando giocava a football americano al liceo (con discreto successo) ai trionfi cinematografici
John Belushi (1949-1982)
MILANO, 24 gennaio 2009 - Non ci fossero stati "Joliet" Jake Blues, Bluto Blutarski ed Ernie Souchak, magari avremmo assistito all'onesta carriera di un middle linebacker. Invece gli dei hanno scelto in maniera diversa, e oggi siamo qui a ricordare che sessant'anni fa nasceva a Chicago un certo John Belushi. Senza dubbio uno dei più grandi attori comici del secolo scorso.
"KILLER" - Figlio di immigrati albanesi (papà Adam gestisce un ristorante e lui spesso lo aiuta come cameriere), John Adam Belushi è il più grande di quattro fratelli. Incontenibile fin da bambino, al liceo diventa uno dei pilastri della squadra di football americano. Alla Wheaton Central "Killer", come viene soprannominato per la sua grinta, è davvero un osso duro. Ruolo difensivo: middle linebacker, appunto. L'università di Illinois avrebbe già pronta una borsa di studio, ma i voti di Belushi sono troppo bassi, e allora non se ne fa più niente.
IMITARE E IMPROVVISARE - Tuttavia c'è un altro ambito che incuriosisce John nel periodo liceale e universitario, oltre allo sport e al tifo per le squadre di Chicago (su tutte i Cubs e i Bears), ed è la recitazione. Comincia a frequentare i corsi, rivelandosi un talento naturale. Le specialità della casa? Improvvisazioni e imitazioni: come quella del cantante Joe Cocker, suo primo vero cavallo di battaglia. La crescita di Belushi è inarrestabile. Nel 1975, dopo anni trascorsi nei teatri e alla radio, ecco la svolta: nasce il "Saturday Night Live", il programma televisivo che farà conoscere al mondo i migliori comici di quella generazione.
AMICO DAN - Belushi è la punta di diamante del cast, comprendente, tra gli altri, Bill Murray, Chevy Chase e Dan Aykroyd. Proprio con Aykroyd, John instaura un rapporto quasi fraterno, destinato a durare per sempre. Mentre il "Saturday Night" diventa un fenomeno di costume, per Belushi si aprono le porte del cinema. Recita un piccolo ruolo nel rivedibile "Verso il sud", di Jack Nicholson; ma è nel 1978 che, con "Animal House", arriva la consacrazione definitiva.
BLUTO - Il film, capostipite del genere collegiale, parla di alcuni studenti dell'università di Faber, appartenenti allo scalcagnato gruppo Delta, che si scontrano col preside e con i rivali della tranquilla confraternita Omega. Capo carismatico dei Delta è John Belushi, alias Bluto Blutarski; allievo fuori corso dalla poco invidiabile media-voto di 0.0, ma organizzatore di spettacolari toga-party. Nonchè abilissimo nello schiacciarsi lattine di birra in fronte. Passano due anni e, dopo il parziale fiasco di "1941: allarme a Hollywood", firmato Steven Spielberg, Belushi si ritrova con John Landis, il regista di "Animal House". Insieme ai due, Dan Aykroyd.
JAKE ED ELWOOD - C'è una sceneggiatura di 200 pagine da sistemare; in ballo, un film su due fratelli (“Joliet” Jake ed Elwood) vestiti come becchini, che indossano sempre occhiali da sole. Amano la musica black, mangiano solo pollo fritto e pane bianco tostato, e combinano un sacco di guai. Anche perché devono trovare 5000 dollari per l'orfanotrofio, a rischio chiusura, che li ha allevati da piccoli. Ritrovano i membri della band con cui suonavano, tengono un grande concerto, raccolgono i soldi necessari e salvano la baracca. Sfidando poliziotti, nazisti dell’Illinois, ex fidanzate e ingenui gruppi country. D'altronde, erano in missione "per conto di Dio". Il film esce, costa parecchio (30 milioni di dollari) e detiene il record per il maggior numero di auto sfasciate durante le riprese. Le critiche sono durissime ("Saga presuntuosa" e "Imbecille stramberia", i commenti più leggeri), ma intanto è nato un fenomeno: i Blues Brothers. Che in realtà avevano già debuttato, al "Saturday Night".
GIORNALISTA - E' il 1980, e John è ormai una star acclamata. Ma anche in crisi. Colpa soprattutto dell'alcol e della cocaina, da cui è sempre più dipendente. E che sul set gli crea non pochi problemi, costringendo le troupe a ritardi continui. Dei tanti progetti in ballo, ne sceglie uno, ambientato nella sua Chicago: è la storia di Ernie Souchak, giornalista del quotidiano "Sun-Times", che si innamora di un'ornitologa dopo averla intervistata sulle Montagne Rocciose. Lì ci era andato perché in città aveva pestato i piedi ad alcuni boss. Il film è intitolato "Chiamami aquila", ed è una grande prova d'attore, per una volta non solo comico, di Belushi.
SPEEDBALL - Il 5 marzo del 1982, a Los Angeles, John viene trovato morto. L'attore si era trasferito momentaneamente al residence Chateau Marmont, sul Sunset Boulevard; e lì prova un cocktail di cocaina ed eroina, il cosiddetto "speedball". Il mix di droghe lo uccide, a soli 33 anni. A iniettargli la dose letale, una groupie e spacciatrice, che sarà poi arrestata: Cathy Smith. Al funerale la processione funebre sotto la neve è guidata da Dan Aykroyd in giacca di pelle e jeans, a bordo della sua moto. Belushi è sepolto sull'isola Martha's Vineyard, dove aveva comprato una villetta per lui e sua moglie Judith.
ICONA - Cosa rimane, dunque, di John? Tecnicamente è stato una meteora dello show-business, dove ha vissuto per meno di dieci anni. Dal debutto nel "Saturday Night Live" alla scomparsa. Eppure in un lasso di tempo così breve è riuscito a guadagnarsi un posto nel cosiddetto "immaginario collettivo". Il tutto pur non essendo bello come altri "maledetti”, tipo Jim Morrison e James Dean, morti giovani all’apice della carriera. Uno che era nato per essere attore, e l'ha dimostrato. Forse nell’epoca sbagliata, quegli anni Settanta dove si contestava il “sistema” (ma Belushi non era tra questi: anzi, nel privato era una persona tranquilla e generosa) e l’industria del cinema diventava macchina mangia-soldi e mangia-anime. L’importante era intrattenere, e John in questo era un fenomeno: il numero uno. Non ce ne vogliano gli appassionati di football americano. Di middle linebacker ce ne sono tanti: John Belushi è uno solo.
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ilverofettina
00domenica 25 gennaio 2009 18:04
grande bluto
una pinta in Sua memoria [SM=g1406006]
Wadi
00lunedì 26 gennaio 2009 09:57
da Wikipedia
Accanto al successo, tuttavia, Belushi visse un'esistenza segnata dalla droga, che finì per costargli la vita all'apice della sua carriera. Fu trovato morto il 5 marzo 1982 in una stanza dell'albergo "Chateau Marmont", sul Sunset Boulevard a Los Angeles, California. La causa della morte fu un'iniezione letale di cocaina ed eroina (speedball). Belushi era dipendente dalla cocaina e non aveva mai fatto uso di eroina. L'iniezione fatale gli venne fatta al termine di una notte di bagordi (di cui furono testimoni e partecipi Robin Williams, Jack Nicholson e Robert De Niro) dalla tossicodipendente, groupie e spacciatrice Cathy Smith che ha scontato 15 mesi di carcere e si è rifatta una vita in Canada.

John Belushi riposa oggi all'Abel's Hill Cemetery a Martha's Vineyard, Massachusetts.
carlos.spencer
00lunedì 26 gennaio 2009 17:48
Probabilmente non ci sarebbe nemmeno voluto arrivare, ai 60 anni... A me piace ricordare, oltre ovviamente ad "Animal house", anche "Chiamami aquila", semplicemente strepitoso. Non ho mai fatto pazzie, invece, per i Blues Brothers
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