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E' ORA DI... BASTA!
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GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE 2010 10:09 SCRITTO DA BENTE 54 COMMENTI
Porcedda non ha pagato. E’ stato truffato da una banca dice.
Stava firmando per i bonifici quando una vecchietta l’ha raggirato e gli ha portato via anche l’argenteria. Gli alieni confermano la sua versione e tengono a ribadire anche la parentela tra Cicciolina e Mubarak.
La logica.
La logica dice che nessuno che non sia completamente pazzo avrebbe saltato questa scadenza.
Le scappatoie c’erano: vendere uno o due giocatori, non comprarne un paio, non pagare niente e nessuno e destinare parte dei soldi di Sky a queste rate, perché con i punti di penalizzazione ci si scredita e soprattutto si rischia di retrocedere buttando a mare tutto.
Quindi, a logica, Porcedda è un pazzo da ricovero immediato oppure uno a cui sono cambiate delle carte in tavola, che sia una vendita di un immobile saltata o un socio occulto che si fa di nebbia non importa.
L’atteggiamento di Porcedda tra domenica e lunedì poi è spiegabile solo in un mondo parallelo o in qualcuno che soffre di sdoppiamento della personalità: dirsi certo del pagamento e mandare tutti a far delle pugnette per venire smascherato entro 40 ore è una mossa da kamikaze. Oppure ripeto, ci sono due Porcedda, uno che parla e l’altro che non firma quando è il momento, e questi due Porcedda non si incontrano mai se non sul lettino del dottore.
A Bologna adesso saremmo bravissimi a rivendicare gli schieramenti costruiti ad arte per semplificare tutto, per cui gli antiporceddiani della prima ora scenderanno in strada col bandierone a festeggiare dicendo “avrei preferito avere torto”. Eh, come no, è per questo che ti ride anche il culo.
Allora ribadisco quanto ho sostenuto fino ad oggi:
Il progetto di Porcedda mi piace: squadra svecchiata, prospettive di crescita tramite qualche plusvalenza, tasso tecnico ed età media migliorate, monte ingaggi ridotto, un DS che fa il DS. L’idea è giusta, la strada per l’autofinanziamento era questa e non lo scempio menariniano che avrebbe condotto alla tomba anche Rockfeller.
L’atteggiamento della stampa verso Porcedda confrontato con quello riservato ai Menarini stride, le considerazioni rimangono valide e non cambiano. Erano due anni che chiedevo (io e molti altri) che si parlasse delle nefandezze dei Menarini i quali a questo punto sono anche responsabili di aver venduto male, perché quello che non sapevamo noi loro non potevano ignorarlo.
Questo, che ora non ha più importanza, è quello che sostengo anche oggi.
Oggi però, purtroppo, si apre una fase nuova se, come pare, il presidente confermerà di non aver pagato e addosserà le colpe su una banca.
Perché i rischi sono altissimi e vanno ben oltre la penalizzazione.
Parliamo della penalizzazione: regola nuova questa che smazza punti come se piovesse ad ogni ritardo. Ritardo, non mancanza. Eravamo abituati, dai tempi di calciopoli, che per avere quattro punti di penalizzazione bisognava aver truccato 18 partite, non pagato stipendi e fornitori per due secoli e aver sedotto mogli e figlie di tutta la Covisoc. Adesso no, adesso c’è questo giro d vite che dice che se a novembre ritardi gli stipendi di una settimana e poi paghi a giugno finisci in B.
Lasciate stare Porcedda, il Bologna, le nefandezze passate: c’è evidente sproporzione tra reato e pena. Però parliamoci chiaro, qualcosa andava fatto, perché i furbetti cominciavano ad essere troppi, soprattutto nelle serie minori (in serie A grazie a Sky nessuno salta i primi stipendi, solo i kamikaze). Quindi una multa salatissima, tipo 500mila euro per ogni punto di penalizzazione sarebbero un ottimo deterrente ugualmente senza alterare i risultati sportivi: nel nostro caso ad esempio o paghi 2 milioni di multa entro il 31 maggio o ti becchi 4 punti.
Io mi aspetterei che la stampa bolognese difendesse il Bologna, perché Porcedda passerà, ma di questo passo non siamo nemmeno certi che invece il Bologna resti.
Ieri sera invece c’era il direttore di E’-TV che gongolava in prime-time, finalmente poteva dare la notizia bomba che rivalutava i Menarini, gli si era incastrato il disco sulla parola “penalizzazione”.
In altre città la stampa difende la squadra anche oltre ogni buon gusto, qui invece identifichiamo la società con i suoi proprietari e la difendiamo o affossiamo, a seconda di chi sono.
Adesso ci aspetta una fase durissima, perché i giocatori non saranno tranquilli, perché l’ambiente sarà difficile, perché vivremo con la spada di Damocle di questi 4 punti e delle prossime scadenze, perché Porcedda è meglio che stia zitto se deve dire delle boiate, perché in campo alla fine queste cose si sentono.
La squadra ha bisogno di un sostegno incondizionato: ce la possono fare e se ce la faranno saranno ricordati come quelli che hanno fanno l’impresa, ma soprattutto come uomini, nel senso di persone serie, oneste, agonisti con i coglioni.
Per la società invece stiamo alla finestra non dando più credito a nessuno: non a Porcedda che sarebbe ora che facesse fatti e non parole, non richiami alla sardità o baggianate del genere e neanche a tutti quelli che tramano nell’ombra, da Francesca Menarini a Sabbatini, da Moggi al nipote di Tacopina.
E’ vergognoso quello che accade al Bologna, da anni.
Veniamo retrocessi per illeciti sportivi altrui. (in concorso con le colpe di un altro kamikaze)
Estromessi dai ripescaggi per illeciti sportivi altrui.
Passiamo le estati tra avvocati americani e petrolieri albanesi per finire nelle mani dei Menarini che vogliono fare lo stadio e si dimenticano di gestire la società dandola in appalto a Moggi.
Poi ci tocca Porcedda che non paga i primi stipendi del primo anno in cui ci sono le nuove norme.
Non abbiamo traghetti da bloccare, ma signori, ci stiamo rompendo un po’ il cazzo, che sia chiaro…poi finisce che qualcuno paga le colpe di tutti.
Forza Bologna, sempre.
Bente