IncommensurabilBente

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(Massoud)
00martedì 23 novembre 2010 18:20
13^ giornata: Napoli-Bologna 4-1.
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DOMENICA 21 NOVEMBRE 2010 23:20 SCRITTO DA BENTE 31 COMMENTI
FORZA BOLOGNA, SEMPRE.

"Sì, ma in serie A per chi tieni?"
Questa domanda me la fece per la prima volta un bambino, lontano da Bologna, al mare, avevo dieci anni, nel 1983.
Eravamo appena precipitati in serie C e io andavo allo stadio da esattamente due anni.
A quella domanda, da bimbo a bimbo, non trovai una risposta immediata e non la trovai mai più.
Per il Bologna, io tengo per il Bologna dissi alla fine e in effetti non avevo nemmeno valutato l’ipotesi che si potesse fare diversamente.

L’altra sera in bocciofila c’erano ragazzini e uomini ormai adulti, alcuni li conoscevo, altri li avevo visti mille volte. Era buio, stavamo fuori in una di quelle serate da nebbiolina sui lampioni, fumo e birra. "Facciamo quello che sappiamo fare" è stato detto "urliamo e cantiamo, facciamo vedere che siamo tutti uniti, almeno noi".

Mi è arrivata una mail, per conoscenza, di un signore di ottanta anni di Roma che scriveva al Bologna di tenere duro.
Messaggi, telefonate, ricerca di informazioni, idee, concitazione, paura, speranza.
La voglia di uscire con la sciarpa rossoblu addosso anche per andare a prendere uno yogurt.

Ma il Bologna che quindici anni fa vinse a Carrara è stato così diverso da quello che ha vinto a Milano con l’Inter? Sì certo, non sono certo qua a fare l’autolesionista con l’elogio della sconfitta e ricordarvi quanto sia bello essere temprati e farsi la barba col coltello a serramanico sulle rive del Mekong.
Però in effetti la cosa che dal mio punto di vista hanno in comune l’Inter e la Carrarese è una vittoria sul loro campo, una vittoria del Bologna, dello stesso Bologna voglio dire.
Luci a San Siro, tenetevi pure la 500 e anche quella ragazza che sai tu, a me viene in mente la corsa di Paramatti.
Quando le cose a cui tieni sembra che ti sfuggano di mano finisci per ritrovarne l’essenza, che non è la posizione in campo di Ekdal, ma quella benedetta maglia, quella meravigliosa maglia dietro alla quale ci mettiamo tutti in fila come paperette appena uscite dall’uovo e pronte a diventare, per difenderla, un battaglione della Wehrmacht, anatre docili, soldati fedeli e spietati.

Quella sera in bocciofila, come mille altre volte sui gradoni dello stadio mi sono detto che se i giocatori capissero, se sentissero quanta passione, quante storie personali, quanta intimità indossano nel momento in cui scendono in campo, se sentissero davvero tutto questo allora ogni partita sarebbe una battaglia meravigliosa, onesta, all’ultimo sangue, perché sarà anche solo un gioco, ma in quel gioco c’è ogni mia giornata a partire dal 2 gennaio 1981, c’è ogni volta che ho dato un calcio ad una palla, ci siamo io bimbo, io ragazzino, io adulto e se Porcedda o i suoi amici e bravissime persone Menarini non fanno la cazzata finale ci sarò anche io vecchio. (Toccatina d’obbligo, per il BFC ma anche per me, grazie).

Non è solo un gioco, è il Bologna, è Bologna, sono io e non posso dire che non sarà un dramma, che l’abbiamo già vissuto, che la serie B, la C le abbiamo già viste, che siamo pure passati da un fallimento, non posso perché per tutti quelli che amano il Bologna sarà l’ennesimo dolore autentico, vero, fisico. Dico solo che questo è il prezzo, altissimo per noi, da pagare per tutto quello che abbiamo avuto in cambio da questo nostro amore, da questa identificazione assoluta e senza compromessi, quindi ancora una volta con dedizione totale noi ci saremo. Il Bologna saremo ancora una volta noi stessi, il nostro collage di emozioni, ricordi e speranze e quindi no, il Bologna non sparirà, non sarà umiliato fino a che sarà parte della nostra vita.
In ogni caso, anche nel peggiore, non finirà proprio niente.
Niente orgoglio narciso della sconfitta, si gioca per vincere, ma amore per quello che siamo, nel bene e nel male e noi non siamo i Menarini, non siamo Porcedda e non siamo Serie A o Dilettanti, siamo quella maglia rossoblu e quel nome: Bologna.

Le ipotesi attorno a quanto successo si sprecano.
Io non ho informazioni, per cui posso fare solo ragionamenti e collegamenti al buio, quindi fate conto che siano deliri.
Sappiamo che le bravissime persone dell’Opus volevano vendere il Bologna.
Sappiamo che c’era un signore arricchito e abbronzato col sorriso da Obama che aveva qualche immobile, pochi flussi di cassa e il pallino per il calcio.
Sappiamo che quelli dell’Opus vantano amicizie importanti, politici, ferrovieri potenti e ignoranti.
L’ipotesi fantascientifica è che qualcuno abbia paventato all’Obama sardo la possibilità di vendere una delle sue proprietà e rilevare il Bologna, una possibilità concreta di vendere intendo.
Quando Obama ha accettato però la vendita è saltata. O il socio occulto si è dileguato.
Ed ecco che una perfetta macchinazione prende in mezzo un pollo, un pollo ricco, non un pezzente, che a quel punto prova ogni strada possibile per sfangarla, sbattendo come una mosca contro tutte finestre chiuse.
Intanto le brave persone timorate di Opus hanno in mano qualche proprietà da pignorare e fanno scattare la tenaglia: Obama deve vendere e guarda caso ci sono qui un po’ di imprenditori timorati a loro volta, (o ferrovieri chissà) pronti a sollevare Obama dai suoi pesi.
Risultato: qualcuno si mette in tasca il Bologna quasi gratis, i Timorati vengono portati in trionfo da salvatori (loro sì che pagavano le scadenze come hanno detto) e Obama fa la figura da cioccolataio (quale è) e ci rimette pure un po’ di soldini oltre a tutta la faccia.
Ripeto, sono solo ipotesi prive di ogni fondamento, adesso poi salteranno fuori mille ipotesi e mille voci, capiremo qualcosa solo dai fatti.

La partita.
(A volte a calcio si gioca)
(Non stasera comunque)
Il Bologna va a Napoli senza Mudi e Perez e Malesani butta dentro Ekdal (buona prova), Khrin e Della Rocca, lascia in tribuna Ramirez reduce dalla trasferta in Uruguay come Cavani e propone al solito Buscè nel trio d’attacco.
La difesa non scende in campo.
Garics fa una boiata dopo due minuti e siamo già sotto.
Poi toccherà a Rubin, Viviano e Britos fare vaccate invereconde.
Un consiglio, se ci sono due soldini cominciate a pagare i difensori, gli altri dopo.
Si dice che se i senatori reggeranno bene questa situazione i ragazzini potrebbero aver voglia di metterlo in mora (a Porcedda) e in effetti a vent’anni è abbastanza normale con tutti gli ormoni che circolano.
Sarò breve: il Bologna non fa mai fallo, tiene molto palla ed è anche bellino ma non è una partita vera. Il Napoli sparisce per lunghi tratti dal campo ma trova praterie e segna con facilità senza nessuno che ci metta davvero la gamba.
Dopo una settimana così un calo di concentrazione ci sta, anche se alcuni giocatori hanno voluto dimostrare che ci provano (Siligardi, Meggiorini, Ekdal, Della Rocca e pure Gimenez che non ha fornito una gran prestazione) in generale la squadra era molliccia, deconcentrata, estetica.
Di Vaio è incappato in una delle sue peggiori prestazioni e allora potevamo tirare giù la serranda dopo due minuti contro un Napoli cinico ma davvero poco appariscente a cui basta esserci per portare a casa i tre punti.
Il Bologna, nel complesso, non ci ha messo cattiveria.
Una passi.
E’ comprensibile dopo una settimana così. Da domenica col Chievo però dovrà cambiare la musica perché altrimenti non retrocederemo per i punti di penalizzazione ma per quelli che lasceremo sul campo.
Basta, sono esausto.
Domenica, chi vuole, può presentarsi verso l’una quando arriva il pullman dei ragazzi, per incitarli, spronarli, ricordargli cosa rappresentano. E’ un invito dei gruppi della curva, un bel modo per ricordare a tutti che siamo vivi, che siamo il Bologna e per dimostrare ai ragazzi che giocheranno il nostro amore per la maglia che portano.

Forza Bologna, sempre.

Bente
POMPELMOPARIS
00mercoledì 24 novembre 2010 12:29
Quest'uomo ha la capacità di sintetizzare il mio pensiero in 20 righe, ma scrive da qualche parte o solo sui forum?

E' veramente un Grande
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