In Cina è allarme latte contaminato

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omer64 belin
00giovedì 18 settembre 2008 09:33
ormai non dovrei stupirmi piu' di niente, dopo formaggi vari e vino in Itaglia, dentifricio all'antigelo e quant'altro..

ma cavolo, anche il latte per neonati!!! [SM=x1413688] [SM=x1411765] [SM=x1411763]

ma a sta gente cosa hanno inserito al posto del cuore ??

galera a vita per le adulterazioni alimentari, altro che... [SM=g1526319]



In Cina è allarme latte contaminato

Il ministero della Sanità lancia l'allarme latte



Pechino, migliaia di neonati ammalati Due morti, Coldiretti lancia l'allarme
PECHINO
Dopo i ravioli ai pesticidi e il dentrificio all’antigelo la Cina è di nuovo nello scandalo per il latte alla colla. Circa 1.253 bambini intossicati, due morti e 340 ancora ricoverati in vari ospedali con 53 in gravi condizioni: è il bilancio più recente dei danni della Sanlu, il gruppo produttore del latte in polvere in cui sono state trovate tracce di melamina, prodotto chimico usato per la colla.
Un bilancio, diffuso dal ministero della Sanità, destinato ad aggravarsi: sono infatti 10mila i neonati che potrebbero aver bevuto il prodotto incriminato, con un aumento drastico rispetto alle previsioni. Il vice ministro, Ma Shaowei, ha confermato che due bambini sono morti (uno il 22 luglio e uno il primo maggio) per aver ingerito il prodotto, elemento che fa pensare che la contaminazione non sia recente. Interessata la regione del Gansu, area povera nel nord ovest del Paese, ma anche lo Hebei, nel nord del Paese, ed il Jiangsu, nella parte est. Secondo un altro funzionario del Ministero i bambini si sarebbero sentiti male a causa calcoli renali dopo aver bevuto il latte in polvere della Sanlu mischiato a melamina, un prodotto chimico industriale usato nella colla e plastica, aggiunto forse allo scopo di far comparire più proteine di quante non fossero contenute nel latte.

Secondo il China Daily, le 19 persone arrestate in tutto il Paese per lo scandalo, erano addetti ai centri di raccolta del latte, preso direttamente dagli agricoltori. Li Changjiang, capo della Amministrazione generale della supervisione e controllo della qualità, ha affermato che sembra poco probabile che gli agricoltori possano aver messo la melamina nel latte, mentre è più realistico che ciò sia avvenuto nei centri di raccolta, in contrasto con quanto precedentemente affermato dal gruppo Sanlu, che aveva accusato direttamente gli agricoltori. Secondo l’agenzia Xinhua, i fratelli Geng, detenuti nello Hebei dove la Sanlu ha il suo quartier generale, sono stati arrestati per aver venduto ogni giorno tre tonnellate di latte contaminato a partire dalla fine dello scorso anno. I due, presumibilmente, hanno deciso di aggiungere melanina perchè il latte che avevano diluito con acqua era stato scartato dalla Sanlu per non aver raggiunto gli standard qualitativi richiesti.

La produzione è stata sospesa, ma ciò che non ha impedito che solamente nel Gansu 223 bambini fossero colpiti da calcoli renali, patologia piuttosto inconsueta sotto un certo limite di età. Ispettori cinesi stanno indagando in tutte le varie regioni produttrici di latte per cercare di porre un argine allo scandalo; nel Gansu, hanno trovato tracce di melamina in campioni raccolti dalla Haoniu Dairy Co., partner della Sanlu. La Sanlu, della quale il gigante caseario della Nuova Zelanda, la Fonterra, possiede il 43%, è un marchio economico, preferito per questo dalle persone meno abbienti; se si aggiunge che il consumo di latte in polvere è in costante aumento, visto che molte donne decidono di andare a lavorare in città e non possono allattare i propri figli, si può comprendere l’entità del problema. Il capo esecutivo della Fonterra, Andrew Ferrier, sospetta che la contaminazione sia risultato di un sabotaggio del latte crudo fornito alla Sanlu.

Anche la Coldiretti lancia l’allarme sui prodotti alimentari cinesi importati in Italia: «La Cina è il Paese che ha ricevuto più notifiche dall’Europa per l’esportazione di prodotti alimentari irregolari». La confederazione degli agricoltori chiede una «stretta» sulla tracciabilità dei prodotti importati. «Nel 2007 - dice la Coldiretti - sono triplicate le importazioni dalla Cina di pomodoro concentrato, e il pomodoro in scatola rappresenta un terzo delle importazioni nazionali. Inoltre, arrivano in Italia aglio, mele, funghi in scatola». La relazione sul sistema di allerta comunitario per alimenti nel 2007 rivela che l’anno scorso l’Unione Europea ha emesso notifiche alla Cina per 390 contaminazioni, dovute a materiali a contatto con gli alimenti per il trasporto: metalli pesanti, ammine aromatiche, oltre a residui di farmaci veterinari. «Dati - afferma la Coldiretti - che confermano le difficoltà nel rispettare le norme di sicurezza alimentare
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