PECCATO CHE NON CI SIANO PIU' I NS
PRODI AMERICANI DELLO SCORSO ANNO, SAI CHE NOTTATE IN BALOTTA !!!!
IL CASO
Gli americani ballano al night e la Fossa non ci sta più
BOLOGNA - Più che la netta sconfitta sul campo contro Roma ha potuto l’indiscrezione (propagatasi a macchia d’olio nel giro di poche ore) secondo cui, alla vigilia della prima casalinga di campionato,
gli americani della Fortitudo avrebbero fatto le ore piccole in un locale. Un fatto che il gm Zoran Savic aveva liquidato con una battuta (« Gli americani in discoteca? Si, e con loro c’erano anche Wilkins e Rivers… ») ma che la parte storica e più accesa del tifo biancoblù, la Fossa dei Leoni, non ha lasciato cadere, esprimendo la propria richiesta di rispetto, con una scritta in inglese sui muri del Paladozza: «
Yankees stay at home, no disco before the match ».
Un invito a trascorrere la vigilia delle gare a casa, fatto cancellare nel pomeriggio di ieri.
RISPETTO - « Non ci vedo nulla di clamoroso in questa scritta – spiega Paolo Santi, uno dei leader storici della Fossa –
anche perché non c’è nulla di oltraggioso né di minaccioso. Ammettiamo che i giocatori siano stati nel locale nella notte tra venerdi e sabato, prima della partita contro Roma: noi non rompiamo le scatole ai giocatori che vanno in discoteca dopo le partite, non siamo mica in un lager. Se io esco dal lavoro arrabbiato e ho voglia di svagarmi, ho tutto il diritto di farlo. Però il giorno prima della gara è differente: mi chiedo se in un rapporto di lavoro sia normale che un giocatore, a meno di 24 ore dalla partita, vada in discoteca. E’ una questione di rispetto » . E aggiunge: « Rispetto nei confronti dei compagni, che magari venerdi notte erano a riposare già da qualche ora, visto che se vai in campo dopo una notte in discoteca magari fai più fatica. Ma è una questione di rispetto anche nei confronti di chi li paga, i giocatori, e visto che chi li paga attinge anche dalle nostre tasche, si chiede rispetto anche nei confronti del tifoso. Rispetto genera rispetto. E non si dica che questa iniziativa è nata a causa della sconfitta: per la Fossa prima del risultato viene l’atteggiamento » .
FIDUCIA - La tifoseria organizzata conferma la fiducia nella gestione del club: « Abbiamo un gm come Zoran Savic – continua Paolo Santi – deputato a far rispettare le regole. E’ capace di fare il suo mestiere, Savic farà le sue deduzioni e prenderà provvedimenti, chiediamo solo che non si arrivi a situazioni scenografiche o a prese di posizione o punizioni pubbliche, non ne abbiamo bisogno. Ripeto, è stato un messaggio con cui abbiamo chiesto rispetto, a maggior ragione dopo aver cantato dall’inizio alla fine della partita con Roma, i fischi all’indirizzo della squadra non sono arrivati dal nostro settore, per noi è stato doveroso incitare la squadra dall’inizio alla fine, specie nella prima gara in casa dell’anno. Però i giocatori sono professionisti e come tali si devono comportare » .
Se dalla Fossa è arrivato l’incitamento per tutta la gara, da altri settori del Paladozza c’è chi ha mostrato subito di non gradire la prova della Fortitudo. Un malumore continuato nei giorni successivi anche sui forum, dove la vigilia degli Usa biancoblù è stato un argomento parecchio dibattuto (così come lo scorso anno lo fu il caso dei quattro americani della Virtus sospesi e poi riabilitati alla vigilia della trasferta di Cantù). E le opinioni vanno da chi invoca un « controllore » per la vita fuori dal campo dei giocatori a chi invece invita a non leggere il rendimento di questi attraverso il loro comportamento lontano dal parquet, fino a chi auspica una multa salata. Opinioni di ogni tipo come è normale che sia per una città che vive di basket e in cui il comportamento dei protagonisti, dentro e fuori dal campo, è sempre sotto la lente d’ingrandimento.
mirco melloni/ass
La parte storica del tifo biancoblù ha espresso la propria protesta «Ma