Giorno della Memoria ....70 anni

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william73
00lunedì 26 gennaio 2015 15:17
27/01/1945 - 27/01/2015
Il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento e liberandone superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.


Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
william73
00lunedì 26 gennaio 2015 15:18
26/01/2015 - ore 09:00
Oggi uno speciale documentario su Arpad Weisz

Oggi alle ore 23:40, in occasione della “Giornata della memoria”, Rai 2 propone lo speciale “Arpad Weisz, dallo scudetto ad Auschwitz”, dedicato ad uno dei più grandi allenatori nella storia del calcio italiano ed europeo.

Weisz, che ha vinto tre scudetti in Serie A, uno con l’Inter e due con il Bologna, dando anche sei campioni del mondo agli azzurri di Vittorio Pozzo, nel 1938, per via delle leggi razziali varate dal governo fascista, fu obbligato a lasciare la panchina e il nostro Paese insieme con la moglie Elena e con i due figli Roberto e Clara. Fu poi ucciso ad Auschwitz con tutta la famiglia.

Lo speciale di Rai 2 dedicato all’allenatore ungherese, morto nel 1944, è affidato al racconto di Ubaldo Pantani. Al centro del documentario, la ricostruzione della ricerca effettuata – tra archivi, libri, fotografie, testimonianze dirette – per sconfiggere l’oblio e riscrivere la storia di un allenatore innovativo e rivoluzionario. Molti i contributi raccolti tra l’Italia e l’Olanda, dove i Weisz vissero gli ultimi anni da uomini liberi prima della cattura e della deportazione. Dal giornalista Gianni Mura al presidente dell’Associazione allenatori Renzo Ulivieri, che ha studiato e spiegato il manuale del calcio scritto da Weisz nel 1930, dallo scrittore Enrico Brizzi agli storici della Shoah Marcello Pezzetti e Michele Sarfatti. Un viaggio documentato e commovente per coltivare la memoria, nei giorni in cui il mondo ricorda i milioni di vittime dell’olocausto e il 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.
william73
00lunedì 26 gennaio 2015 15:22
Ecco il link con la programmazione televisiva sia dgt che sky

www.digital-sat.it/ds-news.php?id=39230

|=Valentino=|
00lunedì 26 gennaio 2015 21:19
PERMETTIMI UNA BATTUTA... che non centra con le cose gravi di questo genere..

Ti ricordi sempre di sto giorno... ma son 3 mesi che non ricordi di finire la classifica di moto e formula 1... CHE MEMORIA HAI? [SM=g1691762]
TheBeowulf
00lunedì 26 gennaio 2015 23:25
Re:
william73, 26/01/2015 15:18:

26/01/2015 - ore 09:00
Oggi uno speciale documentario su Arpad Weisz

Oggi alle ore 23:40, in occasione della “Giornata della memoria”, Rai 2 propone lo speciale “Arpad Weisz, dallo scudetto ad Auschwitz”, dedicato ad uno dei più grandi allenatori nella storia del calcio italiano ed europeo.

Weisz, che ha vinto tre scudetti in Serie A, uno con l’Inter e due con il Bologna, dando anche sei campioni del mondo agli azzurri di Vittorio Pozzo, nel 1938, per via delle leggi razziali varate dal governo fascista, fu obbligato a lasciare la panchina e il nostro Paese insieme con la moglie Elena e con i due figli Roberto e Clara. Fu poi ucciso ad Auschwitz con tutta la famiglia.

Lo speciale di Rai 2 dedicato all’allenatore ungherese, morto nel 1944, è affidato al racconto di Ubaldo Pantani. Al centro del documentario, la ricostruzione della ricerca effettuata – tra archivi, libri, fotografie, testimonianze dirette – per sconfiggere l’oblio e riscrivere la storia di un allenatore innovativo e rivoluzionario. Molti i contributi raccolti tra l’Italia e l’Olanda, dove i Weisz vissero gli ultimi anni da uomini liberi prima della cattura e della deportazione. Dal giornalista Gianni Mura al presidente dell’Associazione allenatori Renzo Ulivieri, che ha studiato e spiegato il manuale del calcio scritto da Weisz nel 1930, dallo scrittore Enrico Brizzi agli storici della Shoah Marcello Pezzetti e Michele Sarfatti. Un viaggio documentato e commovente per coltivare la memoria, nei giorni in cui il mondo ricorda i milioni di vittime dell’olocausto e il 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.



Tra poco guarderò anch'io questo speciale su Arpad Weisz. Lessi il libro scritto da Matteo Marani, che è stato il frutto di una sua lunga e faticosa ricerca, per ricordare doverosamente quel grandissimo uomo di sport che fu Weisz, ed è un libro bellissimo. Spero che nella trasmissione di stasera Marani sia presente, o venga perlomeno citato, perchè lo merita.






TheBeowulf
00martedì 27 gennaio 2015 00:02
Ho letto alcuni libri e visto qualche film nei quali si descrive la scena dell'arrivo dell'Armata Rossa ad Auschwitz, ma ho avuto anche modo di sentirne il racconto da una persona che l'ha vissuto. Era (dico era, perchè sono passati tanti anni, e non l'ho purtroppo più rivisto) un signore bolognese, in vacanza al mare con la moglie, nello stesso albergo dove eravamo io, adolescente, e i miei genitori. Quel signore era, all'epoca, un giovane soldato italiano, in transito attraverso la Germania per il fronte russo. La notizia dell'armistizio tra Italia ed Alleati giunse quando lui era ancora in viaggio in territorio tedesco. Così come capitò a tanti soldati italiani che si trovavano nei territori controllati dai tedeschi, lui e i suoi commilitoni furono disarmati e messi su un treno per Auschwitz. Il campo di Auschwitz vero e proprio e quello di Birkenau erano riservati per lo più ai deportati ebrei, ma, nella zona, c'erano altri "sottocampi", nei quali venivano internati i prigionieri di guerra, e lui finì in uno di quelli. Aveva le lacrime quando mi raccontava della mattina in cui vide arrivare le avanguardie dell'Armata Rossa, il suo racconto dell'evento era pressoché identico a quello descritto da Primo Levi: la notte precedente i tedeschi avevano ordinato a tutti i prigionieri di non uscire dalle baracche per nessun motivo, pena l'esecuzione immediata. Per tutta la notte si erano sentiti rumori di spostamenti e di motori, ma, naturalmente, nessuno aveva osato affacciarsi per vedere cosa stesse succedendo. Al mattino, regnava un silenzio tombale, qualcuno ebbe il coraggio di affacciarsi dalle baracche, e capirono che i tedeschi se ne erano andati. Poco dopo arrivarono alcuni soldati a cavallo della Terza Armata Ucraina, che rimasero scioccati alla vista del campo e degli internati. Quel signore mi disse che, all'inizio, li avevano scambiati per tedeschi, tornati lì per ammazzarli tutti, ma, sentendoli parlare e vedendo le loro uniformi mentre si avvicinavano, capirono che erano soldati dell'esercito sovietico. Pur essendo poco più che ventenne, due anni di lager lo avevano ridotto pelle ed ossa, e trascorse un anno al seguito della Terza Armata Ucraina per curarsi e riprendersi fisicamente, prima di rientrare in Italia.

ZioBovino
00giovedì 29 gennaio 2015 21:24
Re:
TheBeowulf, 27/01/2015 00:02:

Ho letto alcuni libri e visto qualche film nei quali si descrive la scena dell'arrivo dell'Armata Rossa ad Auschwitz, ma ho avuto anche modo di sentirne il racconto da una persona che l'ha vissuto. Era (dico era, perchè sono passati tanti anni, e non l'ho purtroppo più rivisto) un signore bolognese, in vacanza al mare con la moglie, nello stesso albergo dove eravamo io, adolescente, e i miei genitori. Quel signore era, all'epoca, un giovane soldato italiano, in transito attraverso la Germania per il fronte russo. La notizia dell'armistizio tra Italia ed Alleati giunse quando lui era ancora in viaggio in territorio tedesco. Così come capitò a tanti soldati italiani che si trovavano nei territori controllati dai tedeschi, lui e i suoi commilitoni furono disarmati e messi su un treno per Auschwitz. Il campo di Auschwitz vero e proprio e quello di Birkenau erano riservati per lo più ai deportati ebrei, ma, nella zona, c'erano altri "sottocampi", nei quali venivano internati i prigionieri di guerra, e lui finì in uno di quelli. Aveva le lacrime quando mi raccontava della mattina in cui vide arrivare le avanguardie dell'Armata Rossa, il suo racconto dell'evento era pressoché identico a quello descritto da Primo Levi: la notte precedente i tedeschi avevano ordinato a tutti i prigionieri di non uscire dalle baracche per nessun motivo, pena l'esecuzione immediata. Per tutta la notte si erano sentiti rumori di spostamenti e di motori, ma, naturalmente, nessuno aveva osato affacciarsi per vedere cosa stesse succedendo. Al mattino, regnava un silenzio tombale, qualcuno ebbe il coraggio di affacciarsi dalle baracche, e capirono che i tedeschi se ne erano andati. Poco dopo arrivarono alcuni soldati a cavallo della Terza Armata Ucraina, che rimasero scioccati alla vista del campo e degli internati. Quel signore mi disse che, all'inizio, li avevano scambiati per tedeschi, tornati lì per ammazzarli tutti, ma, sentendoli parlare e vedendo le loro uniformi mentre si avvicinavano, capirono che erano soldati dell'esercito sovietico. Pur essendo poco più che ventenne, due anni di lager lo avevano ridotto pelle ed ossa, e trascorse un anno al seguito della Terza Armata Ucraina per curarsi e riprendersi fisicamente, prima di rientrare in Italia.




Io credevo che queste cose fossero successe solo agli ebrei .............

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axl2012
00giovedì 29 gennaio 2015 21:32
Re: Re:
ZioBovino, 29/01/2015 21:24:



Io credevo che queste cose fossero successe solo agli ebrei .............

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qualcun altro crede ancora che queste cose non fossero mai accadute
...........
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|=Valentino=|
00martedì 3 febbraio 2015 13:57
TheBeowulf
00martedì 3 febbraio 2015 19:00
Re: Re:
ZioBovino, 29/01/2015 21:24:



Io credevo che queste cose fossero successe solo agli ebrei .............

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Zio, la tua è ironia, perchè ti conosco troppo bene per non sapere che sei ferratissimo sull'argomento. Il problema è che molti italiani, se non hanno avuto un parente o un conoscente che l'ha vissuta, non sanno di questa tragedia che toccò anche sette-ottocentomila soldati italiani.
Serve un'altra testimonianza? Eccola:

BEO, NEI TASTINI C'E' SCRITTO VIDEO.. INCOLLA IL LINK DEL TUBO DENTRO E VEDRAI CHE MIRACOLO..






ZioBovino
00martedì 3 febbraio 2015 20:57
Re: Re: Re:
axl2012, 29/01/2015 21:32:



qualcun altro crede ancora che queste cose non fossero mai accadute
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No , purtroppo sono accadute ...... Però bisogna mettersi bene d'accordo sul numero di cadaveri ...... Però bisogna che per quanto deprecabilmente ripugnante possa essere il negazionismo va combattuto non per legge come proponeva il napoletano è già che ci diamo una volta contati bene i cadaveri bisogna cominciare a fare un po' di infotmazione per razza religione nazionalità etc (tanto per dissipare l ipotesi che io sia ironico) e mi sa che allora la cosa prende un altra piega significativamente diversa da come viene raccontata .....

Zio cane per dirla fuori dai denti possibile che la maggior parte delle persone che tornano da auschwitz si vergognino a mia domanda diretta di ammettere che non esiste proprio che in 1200 giorni siano state passate per il camino 3000000 di persone nei due campi e birkenau ha funzionato per 950/ 1000 giorni .....

Ma boia d'un giuda


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