G8: Processo Diaz, la requisitoria dei Pm

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etienne4
00mercoledì 17 settembre 2008 22:56
Processo Diaz, la requisitoria dei Pm
17 settembre 2008

Citano anche una sentenza della Cassazione sull’eccidio nazista di Sant’Anna di Stazzema del 1943, in relazione alla responsabilità dei comandanti, i pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini nella memoria di 500 pagine depositata al processo per la sanguinosa irruzione della Polizia nella scuola Diaz durante il G8. Il dibattimento è ripreso dopo la pausa estiva con le prime arringhe delle parti civili, che hanno mostrato ai giudici anche una ricostruzione virtuale, su un cd, della perquisizione. I Pm avevano chiesto, nella requisitoria tenuta il 17 luglio, la condanna ad oltre 110 anni di reclusione per 28 dirigenti e capisquadra della Polizia e l’assoluzione solo per uno degli imputati.

Nella memoria i Pm affermano che per «comprendere il ruolo avuto dagli imputati ed individuare l’eventuale livello di responsabilità, è utile riferirsi alla teoria della responsabilità di comando elaborata dal diritto internazionale penale». I pm fanno riferimento alla recente sentenza dalla Corte di Cassazione sulla strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca),che ha per oggetto la responsabilità in ambito militare di superiori per i crimini commessi da truppe ai loro ordini. Secondo la pubblica accusa, i criteri adottati dalle corti internazionali se considerati in relazione al ruolo di Francesco Gratteri, all’epoca direttore dello Sco e Giovanni Luperi (vice direttore dell’Ucigos), «sono presenti nella loro totalità».

«Nell’operazione Diaz - affermano - i comandanti hanno una posizione di supremazia assoluta sui subordinati e gli atti criminosi sono commessi dal personale operativo alle loro dirette dipendenze». Secondo i Pm la loro posizione è quella di responsabili, non di subordinati che si possono celare nell’anonimato solo con il loro consenso. «Insomma scrivono nella memoria - un caso di scuola, a volerlo intendere secondo parametri di giudizio così autorevolmente accettati». Il cd con la ricostruzione virtuale dell’irruzione nella scuola Diaz è stato portato in aula, stamani, dall’ avv. Filippo Guiglia. Con l’animazione grafica proiettata su uno schermo, si sono viste le posizioni delle persone (contraddistinte da un cerchietto e un numero) che si trovavano nella scuola ed i loro movimenti mentre, con un colore azzurro, la progressiva occupazione dello spazio dell’edificio da parte delle forze di polizia.
Guiglia ha fatto riferimento alle testimonianze delle persone offese ed ai certificati medici comprovanti le lesioni riportate dai feriti. Il legale assiste sei tedeschi tra cui Lena Zuhlke che raccontò di essere stata percossa con manganellate alla testa e presa a calci.

All’inizio della ripresa del processo, aveva parlato anche l’avvocato Alessandro Gamberini di Bologna che, riferendosi al blitz ha detto: «Siamo di fronte a un’operazione decisa a tavolino e poi eseguita sotto il comando di Gratteri e Luperi». Parlando delle molotov ha spiegato che nei verbali d’arresto i poliziotti hanno riferito che erano ben visibili all’ingresso della palestra mentre nessuno ha testimoniato di averle viste.

È stata poi la volta degli avvocati Marco Cafiero, Francesca Costa, Patrizia Maltagliati e Riccardo Passeggi. Quest’ultimo si è soffermato in particolare sulla localizzazione degli operatori del settimo nucleo nei luoghi dove sono avvenute le violenze.

"IL SECOLO XIX"


carlos.spencer
00giovedì 18 settembre 2008 05:24
Re:
etienne4, 17/09/2008 22.56:

Processo Diaz, la requisitoria dei Pm
17 settembre 2008

Citano anche una sentenza della Cassazione sull’eccidio nazista di Sant’Anna di Stazzema del 1943, in relazione alla responsabilità dei comandanti, i pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini nella memoria di 500 pagine depositata al processo per la sanguinosa irruzione della Polizia nella scuola Diaz durante il G8. Il dibattimento è ripreso dopo la pausa estiva con le prime arringhe delle parti civili, che hanno mostrato ai giudici anche una ricostruzione virtuale, su un cd, della perquisizione. I Pm avevano chiesto, nella requisitoria tenuta il 17 luglio, la condanna ad oltre 110 anni di reclusione per 28 dirigenti e capisquadra della Polizia e l’assoluzione solo per uno degli imputati.

Nella memoria i Pm affermano che per «comprendere il ruolo avuto dagli imputati ed individuare l’eventuale livello di responsabilità, è utile riferirsi alla teoria della responsabilità di comando elaborata dal diritto internazionale penale». I pm fanno riferimento alla recente sentenza dalla Corte di Cassazione sulla strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca),che ha per oggetto la responsabilità in ambito militare di superiori per i crimini commessi da truppe ai loro ordini. Secondo la pubblica accusa, i criteri adottati dalle corti internazionali se considerati in relazione al ruolo di Francesco Gratteri, all’epoca direttore dello Sco e Giovanni Luperi (vice direttore dell’Ucigos), «sono presenti nella loro totalità».

«Nell’operazione Diaz - affermano - i comandanti hanno una posizione di supremazia assoluta sui subordinati e gli atti criminosi sono commessi dal personale operativo alle loro dirette dipendenze». Secondo i Pm la loro posizione è quella di responsabili, non di subordinati che si possono celare nell’anonimato solo con il loro consenso. «Insomma scrivono nella memoria - un caso di scuola, a volerlo intendere secondo parametri di giudizio così autorevolmente accettati». Il cd con la ricostruzione virtuale dell’irruzione nella scuola Diaz è stato portato in aula, stamani, dall’ avv. Filippo Guiglia. Con l’animazione grafica proiettata su uno schermo, si sono viste le posizioni delle persone (contraddistinte da un cerchietto e un numero) che si trovavano nella scuola ed i loro movimenti mentre, con un colore azzurro, la progressiva occupazione dello spazio dell’edificio da parte delle forze di polizia.
Guiglia ha fatto riferimento alle testimonianze delle persone offese ed ai certificati medici comprovanti le lesioni riportate dai feriti. Il legale assiste sei tedeschi tra cui Lena Zuhlke che raccontò di essere stata percossa con manganellate alla testa e presa a calci.

All’inizio della ripresa del processo, aveva parlato anche l’avvocato Alessandro Gamberini di Bologna che, riferendosi al blitz ha detto: «Siamo di fronte a un’operazione decisa a tavolino e poi eseguita sotto il comando di Gratteri e Luperi». Parlando delle molotov ha spiegato che nei verbali d’arresto i poliziotti hanno riferito che erano ben visibili all’ingresso della palestra mentre nessuno ha testimoniato di averle viste.

È stata poi la volta degli avvocati Marco Cafiero, Francesca Costa, Patrizia Maltagliati e Riccardo Passeggi. Quest’ultimo si è soffermato in particolare sulla localizzazione degli operatori del settimo nucleo nei luoghi dove sono avvenute le violenze.

"IL SECOLO XIX"







Il secondo dramma, dopo quello della Diaz, è che nell'Italia assopita che ormai ha raggiunto la pace dei sensi, di questa storia non frega niente quasi a nessuno, e anzi tanti continuano a dire che la polizia ha fatto bene.
Ah, il dramma ovviamente è per la democrazia italiana. [SM=g1619192]


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