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L'ellissi di Bologna: intervista a Gianmaria Vacirca
11/02/2009 - Aljosa Vella
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L'ellissi di Bologna: intervista a Gianmaria Vacirca
A rebours. Questa era la risposta alle regole del tempo di Des Esseintes, il dandi creato dalla mente nevrotica di Huysmans. Controcorrente, certamente non sono andati Tola e soci nel match tra Bologna e Montegranaro, scrivendo una pagina di storia cestistica di tutt'altra caratura.
IL FATTO
La Gmac Bologna, alla fine di una estenuante rincorsa, acciuffa e supera di 1 punto la Premiata Montegranaro con il canestro di Achara. Il cronometro si blocca a 1.17 secondi. La squadra di Porto San Giorgio si affretta nella richiesta al tavolo del time out. La bolgia del palazzo impedisce a giocatori e arbitri di segnalare la sospensione e così, dopo la rimessa di Minard, Vasiliadis si affretta a liberarsi della palla tentando l'ultima, disperata, preghiera. Nulla di fatto. Perchè allo stesso tempo l'arbitro più lontano dal gioco ma più vicino al tavolo, ovvero Caiazza, segnala il minuto legittimamente preteso dalla panchina marchigiana. Nel frattempo, il cronometro è partito e la parabola del greco finisce sul ferro, fermando il cronometro a 13 centesimi dalla conclusione dopo la concessione del time out. Doppio errore, poichè non v'era ragione nè di di avviare il tempo, causa to, nè tantomeno fermarlo con la palla dell'ex Olympiacos diretta al ferro. Nella confusione seguente, le panchine si preparano all'ultima azione con quei 13 centesimi da giocare perchè così suggerito dal tavolo. La Effe invade il proprio verniciato perchè quel piccolo lasso di tempo è insufficiente per 1 tiro, ma più che abbondante per un appoggio (ricordate Rudy Fernandez durante la gara di Eurolega con Malaga?). Finelli prepara lo schema ma, evidentemente, come in un pessimo gioco del telefono sfugge qualche pezzo e così Minard, ricevuta la palla, si gira ed insacca da centrocampo un canestro immediatamente annullato dai grigi. Il tutto, incredibilmente, a cronometro spento.
CONSEGUENZE
La Premiata, come è nei suoi diritti, ha presentato reclamo e, nella giornata di domenica, il Giudice Sportivo Nazionale ha sospeso l’omologazione della gara. La Federazione ha reso noto lunedì che, nella giornata di giovedì 12 febbraio alle ore 14.45, la Commissione Giudicante nazionale esaminerà il ricorso.
In attesa, tra discussioni forumistiche e disquisizioni filosofiche, nelle quali ci si interroga sull'adozione dei famosi cronometri riprogrammabili, dell'estensione della prova tv e della possibilità anche da parte dei giocatori di chiedere un time out, ai microfoni di
Radio Tau durante la trasmissione
Tempi Supplementari è intervenuto il Direttore Generale della Premiata Montegranaro, Gianmaria Vacirca.
Direttore, lei concorda che se si disponesse di una tecnologia adeguata il caso non sussisterebbe?
"Per caso siete tifosi delle Olimpiadi? Ricordate per quanti millesimi Josefa Idem ha perso la medaglia d'oro?4 millesimi. Non centesimi. Per 4 millesimi è stato argento. Niente oro ex aequo. Dove lo sport funziona ed è governato da sistemi precisi e funzionali, queste dispute non avvengono.
Dal nostro punto di vista, questa partita non è regolare in quanto gli ultimi istanti, siano essi 13 centesimi o 1.17, sono stati giocati senza alcun cronometro; l'ultima azione era a cronometro spento, senza una sirena che decretasse la fine. Si è chiuso un match con una interpretazione soggettiva dell'arbitro, quindi un canestro è stato annullato da una percezione e non da un apparato elettronico.
E la nostra panchina, già durante l'azione del canestro di Achara, aveva avvisato il tavolo che, in caso di canestro segnato, avrebbe voluto usufruire di un time out".
Quindi si è trattato di un errore del tavolo?
"Questo io non posso saperlo: si vede chiaramente nel replay del canestro la signora del tavolo segnalare agli arbitri la richiesta di time out, ma solo Caiazza se n'era accorto, l'arbitro più vicino al tavolo ma più lontano dalla palla. Adesso attendiamo l'esito del nostro reclamo con la speranza che i tempi di attesa siano minori dei 2 mesi con cui Capo d'Orlando (ex squadra di Vacirca n.d.r.) ha atteso l'esclusione dal campionato".
Ma cosa dice esattamente il regolamento?
"In realtà non c'è, vi è una casistica ma nulla di scritto: per noi, o il canestro di Minard è valido, oppure l'ultima azione non è regolare e la partita va rigiocata".
L'anno scorso con l'Ostenda la Fortitudo ha rigiocato, non è forse uguale il regolamento europeo?
"Assolutamente no, è diverso, ci sono 2 differenze: la prima è che la prova video per la nostra commissione è emessa solo per scambio di persona; se 2 giocatori si picchiano e comminata una sanzione ad un terzo estraneo, questi può richiedere a pieno titolo la prova ed evitare l'ingiustizia subìta. La seconda è che il ruolo del commissario del campionato è semplicemente quello di controllare l'operato degli arbitri, senza possibilità di intervento alcuno per qualsivoglia motivo, al contrario di quanto accade nelle competizioni Uleb e Fiba; quindi, anche se avesse visto, non avrebbe potuto dire nulla, bensì solamente dare un voto che, tra l'altro, mi risulta essere stato abbastanza alto".
In conclusione, la presenza di zone d'ombra del regolamento e l'attuale arretratezza tecnologica vanno a discapito della credibilità dello sport; c'è, secondo Lei, bisogno di un intervento e quale?
"Semplicemente acquistare cronometri riprogrammabili che funzionino correttamentemente. Questo, è vero, necessita di un investimento molto grosso; ci vogliono regole che obblighino le società a spendere dei soldi, dobbiamo entrare nell'ottica che bisogna spendere di più per la tecnologia e meno per i giocatori".
Perchè, in fondo, la perfezione tecnologica, sia essa del cronometro riprogrammabile o di una prova tv per correggere un errore, non rovinerebbe minimamente l'estetica del gioco.