Fino alla fine - Delitti in Rossoblù

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niklas
00giovedì 10 dicembre 2015 11:34
Il mio racconto
Per amore del calcio


Forse non è facile. Non lo è mai stato, figurati se lo è adesso:
piove “che Dio la manda”, è maggio ma sembra novembre e siete
sull’orlo della retrocessione. Gran brutta storia.
Una cosa va detta: anche oggi avete giocato da schifo e, detto
tra noi, il fatto che siate arrivati all’ultima giornata con ventisette
miseri punti e ancora una chance per salvarvi è un vero miracolo!
Avete l’opportunità di chiudere il campionato in casa contro la diretta
concorrente, siete padroni del vostro destino e voi che fate?
Squadre bloccate a centrocampo e nessun tiro nello specchio della
porta. E dire che basterebbe così poco: un gol.
Occhio però che il tempo è un bastardo e secondo dopo secondo
scorre come un fiume che mai tracima e mai si secca. Avete
chiuso il primo tempo tra gli applausi, applausi di tifosi che stravedono
per voi, che vi considerano degli dei, anche se avete giocato
sempre e solo nel cerchio di metà campo. È tutto qua quel
che sapete fare?
Realisticamente no: potevate fare molto di più.
Indipendentemente dai tre allenatori in una stagione, uno che ti
dice di accorciare sull’uomo, l’altro che ti dice di accompagnarlo
verso l’esterno, l’altro ancora che vi impone il fuorigioco sistematico...
anche voi adesso non ci capite un accidente, no? Tutto
giusto, per carità. Anche il fatto che non ricevete gli stipendi ha
un suo peso, non ci sono dubbi: quante persone, nella vita di tutti
i giorni, darebbero il massimo per un’azienda che non li paga?
State sereni, nessuno.
Ma potevate fare di più perché non siete normali lavoratori,
non timbrate un cartellino. Lavorate dalle tre alle quattro ore al giorno, spesso all’aria aperta. Siete belli, milionari e avete mogli stupende
che vi aspettano a casa. E, come se non bastasse, a ogni trasferta
avete donne che vi si offrono in cambio di niente. Perché
voi a queste ragazze date solo il vostro uccello libidinoso: niente
soldi, niente sentimenti e niente promesse. Solo una sgambata tra
un allenamento e l’altro. A ogni vacanza girate il mondo, cercate
l’estate quando è inverno e l’estate quando è estate. Volete sempre
il sole, mettere i muscoli in mostra ed essere ammirati a ogni
passo che compiete, ma non lo fate perché siete cattivi: è solo un
po’ di sana e umanissima vanità, chi non lo farebbe?
Siete i giocatori del Bologna. Forti o scarsi che siate, finché
indosserete quella maglia sarete qualcuno, sarete un esempio, non
dimenticatelo.
Non dimenticarlo soprattutto tu, che di questa sgangherata
ciurma sei il capitano.
Hai tenuto la squadra a galla per tutto il campionato, hai arraffato
gol da situazioni impossibili, hai disputato la miglior stagione
di sempre, ma i tuoi venti gol rischiano di essere solo una
statistica se poi andate giù, e lo sai bene.
E sai anche che a trentaquattro anni non ci si inventa un futuro
da calciatore. Molti dei tuoi compagni delle giovanili hanno appeso
gli scarpini al chiodo, qualcuno langue nei campionati minori
in attesa che un dirigente gli faccia notare che lui in realtà ha
smesso da mo’ di giocare a calcio.
Sono patetici.
Ma tu no. Tu hai sempre avuto un sogno, giocare per la tua
squadra del cuore e salvarla. Al di là degli stipendi non pagati, al
di là delle pippe che hai come compagni, al di là degli allenatori
che non sanno nemmeno cos’è una diagonale difensiva.
Ora, con quella palla tra le mani, ti avvicini al dischetto. Lo fai
perché sei il capitano, ma anche perché si sono defilati tutti.
“Calcialo tu, sei tu il bomber!”
Già, ti hanno tutti detto così, bella fregatura.
La fregatura sta nel fatto che siete al novantasettesimo, la fregatura
è che i tuoi muscoli sono un tormento. I crampi ti hanno mangiato i polpacci già da mezz’ora e ti reggi in piedi per miracolo.
Avevi aspettato che la prendesse Simeonov la palla, ma lui
è un bielorusso di ventidue anni. E anche se il rigore l’ha conquistato
lui, tocca a te mettere il sigillo. Tu alla sua età cos’avresti
fatto? Ridi nervoso, pensi a quel ragazzino che arpiona il pallone
e subito scivola mandando fuori tempo due difensori, poi però la
palla rimane lì, ad appena otto metri dalla porta. Carica il tiro - peraltro
con una lentezza disarmante - e viene falciato ancor prima
di poter calciare.
Rigore, rigorissimo, e il pubblico esulta, tra speranza e disperazione.
Appoggi la palla sul dischetto, ma non ci sta, la metti davanti
ma non va bene.
L’arbitro ti controlla e tu sacramenti sottovoce.
Sembra una maledetta montagnetta verniciata di bianco, erba
di cemento che la pioggia ha reso ancora più ruvida e compatta.
Finalmente trova un equilibrio mentre la pioggia la tormenta.
Il momento si avvicina e tu hai paura.
Tu che hai fatto un mondiale, tu che hai vinto il bronzo alle
Olimpiadi, tu che con sedici anni di carriera tra i professionisti ti
avvii a una pensione dorata. Tu che vedi il portiere avversario –
un marcantonio di due metri – occupare tutta la porta. Pensi alla
stagione disgraziata che state portando a termine e subito ti balena
in mente la legge di Murphy. Che brutto finire così, e dire che
lo scorso anno avevate sfiorato l’Europa League. Siete vittime
di una società di merda che la scorsa estate ha venduto chiunque
avesse mercato, che già a ottobre non vi pagava più e che a gennaio
ha piazzato gli ultimi pezzi pregiati per fare cassa.
Sì, ma di soldi nessuna traccia.
Se li è tenuti tutti lui, il presidente.
Maledetto bastardo.
Allora pensi a quel giorno di febbraio, quando quel tizio (amico
di un amico di un amico) vi contattò per proporvi un accordo:
“Giocate a perdere, almeno guadagnerete un po’ di soldi esentasse”.
Per te fu facile dire di no, tu i milioni in banca ce li hai, ma quei ragazzini che pensavano di aver trovato l’America e si trovavano
senza un becco di un quattrino? Ne avevate parlato, ne avevi
parlato, nello spogliatoio, solo voi giocatori. Li avevi guardati in
faccia, avevi fatto valere le tue ragioni, quelle della correttezza e
dell’amore per il calcio. L’accordo era stato di rimanere tutti uniti,
di rispedire al mittente le proposte fatte e semmai di contribuire
con una colletta a sostenere chi non aveva una carriera alle spalle.
E ce n’erano tanti di ragazzini in prima squadra, ancor di più dopo
i saldi di gennaio. Però tu sapevi benissimo che ormai il Bologna
era un animale insanguinato e in quest’oceano gli squali non ti
lasciano respirare: ti puntano, t’inseguono e ti mangiano. E allora
eri fin troppo consapevole che, nonostante ciò che vi eravate detti,
era probabile che qualcuno vendesse le partite.
Te ne sei sempre accorto. I primi tempi li attaccavi al muro, poi
quando ti sei reso conto che anche Mario aveva venduto...
Mario proprio lui!
Il tuo compagno delle giovanili che negli anni aveva formato
insieme a te la spina dorsale del Bologna, quello con due palle
così, quello che non si arrendeva mai e correva dal primo all’ultimo
minuto: il nuovo “Mitico” dei tifosi bolognesi. Quella sì che
era stata una botta! Avevate anche fatto a cazzotti quando lo scopristi.
Subito dopo sua moglie aveva preso i figli e se n’era andata
di casa e tu gli avevi detto che gli stava bene, che se l’era cercata
e non avevi più voluto aver nulla a che fare con lui. Oggi Mario
non c’è, si è infortunato gravemente un mese fa e adesso la coppia
dei centrali è formata da due ragazzini che fanno trentanove anni
in due. Poverini, si vede che s’impegnano, ma fanno quello che
possono.
Ora però è tutto cancellato, ci siete solo tu e il portiere avversario.
Se farai gol sarai l’eroe.
Se sbaglierai dovrai abbandonare la tua città come si fa nei
western.
La sai meglio di molti altri, meglio di chi sugli spalti - o davanti
alla tv - sta trepidando in attesa di un tiro che potrà cambiare le loro vite. Perché il calcio è gioia, il calcio è dolore, il calcio è
passione, il calcio è malattia.
Tutti sono al tuo fianco.
Certo, non proprio tutti. Alcuni dei tuoi compagni si sono già
tolti le scarpe e hanno il capo chino. Ti guardi in giro e non capisci.
Forse anche loro sanno, non solo tu. Per quello non hanno
preso la palla per calciare il rigore.
Vaffanculo!
Ripensi a Mario che ti chiama dopo l’infortunio e ti confessa
ogni peccato. E ti racconta che la sua famiglia era stata minacciata
di morte, per questo sua moglie se n’era andata. Lì per lì non ci
credevi, poi però lui le aveva telefonato e lei te l’aveva confermato
in prima persona.
Erano loro, i bastardi! Altroché soldi esentasse: quelli minacciavano
la vita della gente senza alcuno scrupolo. Gli avevano
recapitato un dvd con una valanga di filmati dei suoi cari spiati
in giro per la città, all’uscita da scuola, dal supermercato, dalla
piscina. Li avrebbero potuti prendere in ogni momento. Così lui
aveva ceduto e aveva cominciato a giocare a perdere, ma la sua
natura di combattente non gli permetteva di continuare così, allora
un bel giorno si era rotto di proposito un piede e si era tolto
dal letame.
Guardi la porta e ti senti male: dovresti vederla piccola, eppure
la vedi enorme.
Buon segno?
No, per niente!
Perché tua moglie, incinta dopo anni di tentativi, è nelle loro
mani e non bluffano. L’hanno presa proprio mentre eri in ritiro.
Inutili e maledetti ritiri!
Te l’hanno fotografata, ti hanno mandato anche un video su
Whatsapp e te l’hanno pure scritto: “se domani vincete, l’ammazziamo”.
“Ovviamente dopo uno stupro collettivo”.
Quindi niente polizia o carabinieri, niente di niente.
Sei lì e ti senti perso, t’immagini il futuro e lo vedi nero.
Così ti guardi intorno, osservi i tifosi avversari, le loro facce
spiritate, i loro ditaculi alzati in aria, ti volti verso i tuoi e li vedi
con le mani in preghiera, poi ti volti verso la tribuna, dove mandavi
i baci a tua moglie Camilla e dove ora c’è una sedia vuota.
Se sbaglierai, tuo figlio sarà figlio di un perdente. I tuoi tifosi
non ti perdoneranno, e ti rinfacceranno anche quei quattro anni
passati alla Juventus. Tu, che da ragazzino tifavi in curva con i
Mods e gridavi “Juve merda” e poi “te n’eri andato per la grana”.
Erano stati mesi e anni difficili quelli, ma poi, alla fine eri tornato
da vincitore. Solo che se adesso sbagli diventerai uno dei reietti,
tu che speravi di essere ricordato come Bulgarelli, Baggio, Perani,
Signori e Di Vaio, sarai ricordato come un Petrini, un Verga o un
Padalino qualsiasi. No, non potrai rimanere in città, col tempo
diventerai solo un fastidioso aneddoto da raccontare a sbronza in
corso.
Se segnerai invece sarai l’idolo di tutti, ma tua moglie e il figlio
che porta in grembo moriranno.
Una persona normale saprebbe fin troppo bene cosa scegliere,
ma tu sei un fottuto bomber. Il calcio sopra ogni cosa: l’avevi detto
qualche anno fa alla Domenica Sportiva, no? E allora te ne stai
lì che ci pensi. Oscilli dall’opzione uno all’opzione due dandoti
del pazzo, perché anche solo pensarci su è disumano. Sai di avere
il controllo sul destino, ma non sai se sarai capace di gestirlo,
perché in quegli attimi ti rendi conto di essere capace di tutto,
perché quell’urlo dei tifosi ti mancherà una volta finito di giocare
e perché tu sai che - comunque vada - questa sarà la tua ultima
partita. E allora vorresti risentirlo, un’ultima e indimenticabile
volta: “Goooooooooool”.
Un boato che ti scuote e che ti spinge in cielo.
Non sai cosa scegliere e ti vergogni come un cane.
Ti senti una merda.
Novantottesimo.
L’arbitro fischia.
E tu tiri.

Ora sparatemi [SM=g1691762]
ZioBovino
00giovedì 10 dicembre 2015 14:39
Posso pubblicarlo sul mio sito ?

http://www.ghermandi.it

con un bel "per gentile concessione dell'autore" e un link al libro su ibs,amazon dove vuoi te ?

Se si può eh ? Senno pazienza !!!

Domenica sono passato davanti la libreria alle due e mezza e proprio non sono riuscito a fermarmi alle diciotto ero già altrove. Hanno delle copie autografate che mando mia figlia a comprare il libro ?
niklas
00giovedì 10 dicembre 2015 15:02
Ma sì che puoi pubblicarlo: il contratto non me lo vieta [SM=g1405980]

Copie autografate non penso ne abbiano, io lì per lì ne ho firmate quattro o cinque e bona. Però se c'è l'occasione la dedica la si può mettere in un secondo tempo. [SM=g1688266]
|=Valentino=|
00giovedì 10 dicembre 2015 20:56
Un bel mistone.... ma poi continua o c'e' altro???
niklas
00venerdì 11 dicembre 2015 11:53
Eh beh... finisce lì... non dirmi che speravi di sapere cosa succedeva? Sei tu a deciderlo...
O meglio, esiste un codice di lettura che ti dà la soluzione, ma devi esser bravo a trovarlo [SM=g1405980]
ZioBovino
00sabato 12 dicembre 2015 23:21
Sto "lavorandolo" .....

"ora sparatemi" devo includerlo ? Fa parte del racconto ?

:-)))))

Avevo comprato l'"Oggidomani" il 04/07/2015 con ordine 12243932 su Ibs. Ho passato venti minuti buoni a cercarlo seppellito da una montagna di altra "carta". Già posizionato sul comodino ......

..... ti giuro che l'avevo dimenticato di brutto !!!!
ZioBovino
00sabato 12 dicembre 2015 23:22
No non ce la faccio con gli acapi .... compro il libro POI lo pubblico ....
niklas
00lunedì 14 dicembre 2015 12:46
Ahahahaahha,
vorrei poter dire di averlo fatto apposta [SM=g1405976]

Dovrebbe esistere anche in ebook

e per Dove oggi è già domani, attento al comodino, potrebbe prendere fuoco [SM=g1688266]

Poi non resta che aspettare aprile 2016 [SM=g1405979]
ZioBovino
00lunedì 14 dicembre 2015 17:09
Re:
niklas, 14/12/2015 12:46:

Ahahahaahha,
vorrei poter dire di averlo fatto apposta [SM=g1405976]

Dovrebbe esistere anche in ebook

e per Dove oggi è già domani, attento al comodino, potrebbe prendere fuoco [SM=g1688266]

Poi non resta che aspettare aprile 2016 [SM=g1405979]



No lo compro sono molto fetish nella "tarnasatura" dell'odore delle pagine, quasi peggio del Geo col vino ..... fa parte del budget gennaio 2016 .....

..... il comodino spero sia abbastanza robusto anche perché dalla prima occhiata il libro è bello "denso", cmq è in compagnia delle "Lettere di Berlicche" di CS Lewis (che mai finirò, ma devo fare il borazzo con mia figlia) speriamo che non ci sia una reazione con lo zolfo ..... [SM=g1885603]


niklas
00venerdì 25 dicembre 2015 07:52
Dai Zio, in realtà non è così tamugno! [SM=g1405983] lo leggerai con estrema facilità.
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