Eurispes

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asteix
00venerdì 30 gennaio 2009 14:59
Alcuni dati interessanti
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Il 66,1% delle famiglie non arriva a fine mese per il rapporto Italia 2008 Eurispes. Meno fiducia nella chiesa, l'86% contro il lodo Alfano. Solo una famiglia su tre riesce a risparmiare qualcosa (33,4%), eppure cresce la fiducia nelle istituzioni: capo dello Stato,governo e Parlamento e poi associazioni volontariato, carabinieri, polizia. Crollo di piu' del 10% per la Chiesa, secondo un sondaggio per il 2009. Almeno sei italiani su 10 (64%) bocciano il maestro unico. In materia di fondi europei: 9,9 miliardi di euro (28%) dei fondi destinati al meridione, a rischio restituzione. La Sicilia e' la prima in classifica in questo senso con 2,9 miliardi a rischio. Gli italiani chiedono anche condanne piu' dure, nell'ordine, per omicidio, violenza sessuale, guida in stato di ebbrezza e quelli di natura finanziaria/economica. Con uno scarto di 7,4 punti percentuali rispetto ai favorevoli (45,7% e 38,3%) i cittadini bocciano il ricorso al nucleare come fonte di energia. In generale, gli italiani sono cresciuti, sono piu' consapevoli, vogliono forti cambiamenti: il Paese e' andato avanti e pretende, che il governo lo segua. Come ad esempio su omosessualita' e unioni gay, temi sui quali appaiono piu' aperti. Nel 2006 le famiglie che avevano un milione di euro erano 359 mila, nel 2010 raddoppieranno. Infine, 3 italiani su 10 sono su Facebook. (ANSA).


Meno male che ci hanno ufficializzato la crisi, io mica mi ero accorto che ci fosse........ [SM=g1619166]

(SissiM)
00venerdì 30 gennaio 2009 17:44
Eurispes è quella che, durante lo scorso governo berlusconi (non ci riesco a scriverlo maiuscolo, scusatemi) denunciava che il costo della vita era in realtà molto più alto della soglia misurata dall'Istat. Verissimo, ma spiacevole per le orecchie dei governanti, che infatti etichettarono questo istituto come poco attendibile. Figuriamoci quindi se adesso lo piglieranno sul serio.
Secondo me hanno ragione. Ma resta lo sconcerto davanti ad un paese schizofrenico, che non apprezza nessuna delle principali iniziative legislative di questo governo, ma poi continua a fidarsi di lui... Certo che siamo un paese ben strano!
ilverofettina
00venerdì 30 gennaio 2009 18:03
e l'espresso lo testimonia



Mal di debiti
di Riccardo Bocca
Finanziamenti per gli acquisti, leasing, prestiti alle aziende, mutui. Ecco l'Italia senza soldi che non riesce più a pagare le rate. Un viaggio di tre settimane nelle case insieme con gli incaricati del recupero crediti. Per scoprire il vero volto della crisi Lavoratori dell'Electrolux, azienda che è ricosa a mobilità
e cassa integrazione, protestano a FirenzeIl lavello della cucina straripa di stoviglie sporche, bucce di mandarini e mozziconi. Accanto, sul tavolo, gli avanzi della cena di ieri e cumuli di posta mai letta. Aldo, 45 anni, tuta da ginnastica e barba di tre giorni, accende l'ennesima sigaretta: "Non ce la faccio a seguire la casa", dice. "Non ce la faccio a seguire niente...". Fino al 2007, racconta, non ha mai avuto problemi economici. Viveva nell'hinterland milanese con la moglie (ragioniera, stipendio 1.100 euro) e la figlia di sei anni, e lavorava a pieno ritmo: "Il pomeriggio come operaio in una conceria e la notte sul furgone, a distribuire giornali nelle edicole". Totale: 2 mila 500 euro al mese. Abbastanza per acquistare questo bilocale con un mutuo da 200 mila euro. E per ottenere, a breve distanza, altri due prestiti: "il primo da 3 mila euro per un televisore, il secondo da 5 mila per una Fiat Multipla usata".

Spese allora sostenibili e adesso devastanti. Nel giro di un anno, per Aldo è cambiato tutto. La conceria ha perso clienti e gli ha tagliato la paga. La società per cui distribuiva i giornali è fallita. E in parallelo è deragliata la sua famiglia: settimana dopo settimana, rata dopo rata. Versamento dopo versamento non rispettato. Fino al disastro attuale, con i risparmi sottozero e la moglie in esaurimento nervoso, tornata con la bambina dai genitori ottantenni. "E ora?", si chiede Aldo. "Voglio pagare, sto cercando di uscirne. Ma non ci riesco. Le finanziarie mi hanno bollato come cattivo pagatore. Il conto in banca è chiuso e in giro non c'è lavoro: c'è solo crisi, un mare di crisi. Chi può salvarmi?".

Una scorciatoia non esiste. Anche perché l'uomo in giacca e cravatta che gli è seduto di fronte, e lo ha ascoltato finora, non è un suo vecchio amico. E nemmeno un parente stretto. È un recuperatore di crediti, invece. La persona a cui questa mattina deve restituire i soldi. E alla quale non sa cosa raccontare, se non l'angoscia di trovarsi spalle al muro. "Una condizione sempre più diffusa", dice Fabio Picciolini, segretario nazionale di Adiconsum (Associazione in difesa di consumatori e ambiente): "Gli ultimi dati dell'Istat mostrano che in Italia ci sono 2 milioni 653 mila famiglie povere. Un numero enorme, ma che non deve sorprendere. Basti pensare che, dal 2002 a oggi, i prezzi al consumo sono saliti del 16 per cento. E che gli stipendi, in parallelo, sono rimasti al palo. Se a ciò aggiungiamo la crisi in atto, e l'indebitamento delle famiglie pari a 525 miliardi di euro, diventa comprensibile che il tasso di insolvenza cresca. Inesorabilmente".


"La situazione è pesante", conferma Marco Recchi, segretario generale di Unirec (Unione nazionale imprese di recupero, gestione e informazione sul credito): "Il Paese è in sofferenza e l'unica via per riscuotere i debiti, paradossalmente, è aiutare i debitori: diventare loro consulenti, analizzare le criticità e trovare insieme una soluzione". Per questo, aggiunge Recchi, i recuperatori sono un termometro infallibile della débâcle economica. E sempre per questo, affiancarli nel loro lavoro, seguirli per tre settimane dalla mattina alla sera, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Campania all'Emilia Romagna, dal Lazio alla Lombardia, è un'esperienza impressionante. Un viaggio nella disperazione dove tabelle e statistiche si trasformano in storie reali. Nelle lacrime degli imprenditori a rischio fallimento. Nelle ansie dei trentenni impiccati ai mutui. Nell'esasperazione di anziani vittime delle bollette e delle carte revolving.

"Gli italiani stanno soffocando. O meglio: si aggrappano ai soldi altrui, e quando cadono si fanno male", dice Leopoldo Dragonieri, 47 anni, recuperatore in Puglia ed Emilia Romagna. La sua monovolume, alle otto della mattina, è già per strada. Punta verso Brindisi, oggi, diretta a un capannone dove si costruiscono porte e finestre. Ad accoglierlo c'è il titolare, un quarantenne palestrato che lo accompagna in ufficio. "La situazione è delicata...", esordisce il recuperatore. L'uomo infatti ha tre leasing: il primo per un camion da 60 mila euro, il secondo per un'attrezzatura tecnica da 20 mila, il terzo per un pulmino da 30 mila. E non sta pagando le rate. "A questo punto", dice Dragonieri, "le strade sono due: o salda le rate, o restituisce i mezzi. Altrimenti rischia una querela per appropriazione indebita".
ilverofettina
00venerdì 30 gennaio 2009 18:30
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