Il nuovo coach è Matteo Boniciolli:
"Quando la Virtus chiama si dice di sì"
Contratto biennale per il nuovo allenatore che attacca: "Bisogna lavorare subito sulle 'faccine' dei giocatori. Non c’e’ cosa che indispone di piu’ i tifosi che vedere giocatori lautamente pagati che giocano con quelle faccine
Rimborso ai tifosi della Virtus:
saranno i giocatori a pagare
Rimborso tifosi: non pagherà la Virtus, ma i giocatori
Magra consolazione per 500 tifosi: la Virtus li rimborsa
Bologna, 10 novembre 2008 - Si rimette in sella perche’ “quando la Virtus chiama bisogna dire di si’”, ma anche perche’ quella coppa Italia vinta ad Avellino l’anno scorso “ha sciolto molti nodi”. Matteo Boniciolli da oggi e’ il nuovo allenatore della Virtus Bologna e si sente pronto a conquistare grandi obiettivi. A distanza di sei anni dall’esperienza nella Fortitudo, il tecnico triestino ora e’ sereno e convinto abbastanza che questa scommessa la puo’ vincere.
Contratto di due anni con opzione per il terzo, e la speranza di scrivere pagine importanti nella storia di questa squadra. Prende il posto di Renato Pasquali, e gia’ nel pomeriggio dirigera’ il primo allenamento. “La prima cosa su cui dobbiamo intervenire e’ cambiare la ‘faccina’ dei giocatori- ha detto Boniciolli in conferenza stampa- Tutti si devono rendere conto di chi sono, per chi giocano. In momenti come questo non c’e’ cosa che indispone di piu’ i tifosi che vedere giocatori lautamente pagati che giocano con quelle faccine. Qui si rema tutti nella stessa direzione, abbiamo poco tempo perche’ domenica c’e’ una partita difficile contro Rieti.
Vedremo che interventi fare, se di natura tecnica o non solo. Quando chiama la Virtus bisogna dire di si’, ed e’ un concetto da far capire a chi e’ qui da qualche mese. Ho scelto di dire si’ alla Virtus perche’ mi lega da anni una simpatia con Sabatini, oltre al blasone della squadra. La mia idea e’ che le squadre vanno migliorate con il lavoro e non attraverso il mercato. Sono convinto di questo. L’organico deve avere la consapevolezza delle proprie potenzialita’ e dei propri limiti. Non si e’ mai visto un pubblico fischiare una squadra che ha speso il 110% in campo, a maggior ragione in una citta’ dove tutti masticano basket. La prima cosa da fare, quindi, e’ curare le facce dei giocatori, far capire chi siamo”. Quello di Boniciolli e’ un ritorno a Bologna.
”Ritrovo questa citta’ dopo sei anni, quando ero dall’altra sponda. E’ una cosa da libro. Mi spiace per Renato, so anche io cosa vuol dire andar via. Arrivare dall’altra parte, dopo la Fortitudo, c’e’ roba per scrivere un piccolo libro. Per come sono fatto io, la vittoria in Coppa Italia ha sciolto dei nodi, anche per questo ho accettato la proposta di Sabatini. Non vuol dire avere meno voglia di vincere, ma vedere le cose in maniera diversa, senza ansia. Ho la consapevolezza di una societa’ solida, una squadra forte, la citta’ piu’ bella d’Europa. Venire qui e’ importante, ora posso giocarmi carte significative con la consapevolezza di essere pronto”. Bologna gia’ al livello di Siena e Roma? Boniciolli frena: “Non voglio mettere le mani avanti, ma per onesta’ riconosco che Siena ora ha tre anni di vantaggio su tutte le altre concorrenti. Roma pero’ l’anno scorso ha ridotto questo distacco, quindi credo lo possiamo fare anche noi, altrimenti non sarei venuto”. Dopo l’esperienza ad Avellino, Boniciolli aveva deciso di lasciare il basket per stare vicino alla moglie e ai figli. “Esiste anche una vita oltre al basket. Qui verranno anche mia moglie e i miei figli a vedere le partite, ad Avellino invece non era possibile, non era il posto giusto. Qui si puo’ vivere con la propria famiglia, e questa e’ una cosa fondamentale per me perche’ voglio stare con i miei figli”.
Boniciolli, come del resto la societa’, si aspetta subito dei risultati dai suoi giocatori: “Domenica si gioca e bisogna vincere. Sono sereno, non sto qui a fare le poesie. Devo mettere la squadra in condizione di vincere le partite. Poi ci saranno anche le coppe, abbiamo un tempo limitato nel corso del quale trovare gli aggiustamenti e vincere. Ma abbiamo giocatori che possono vincere tante partite. Dobbiamo essere contenti di fare questo lavoro per una grande fortuna che abbiamo. So che la Virtus rappresenta la gloria del basket, basta pensare a chi si e’ seduto su questa panchina. Con modestia e serenita’, mi auguro di meritarmela”. L’obiettivo di questa stagione e’ quello di avvicinarsi il piu’ possibile a Siena. “Questa e’ una squadra allestita per competere ai massimi livelli. Siamo qui per questo.
Siamo qui per vincere. Gli allenatori sono importanti, vedi Messina e Pianigiani, pero’ anche la qualita’ degli organici e’ fondamentale. Ad Avellino penso di aver fatto un risultato enorme con una squadra costruita con un gruppo di giocatori che l’estate prima nessuno voleva.
Nessuno. Qui invece i nostri giocatori erano un obiettivo di mercato di societa’ europee importanti.
Speriamo si possa far bene. Io sono fiducioso, altrimenti sarei rimasto a casa mia”. Accanto a Boniciolli c’era il patron Claudio Sabatini che ha spiegato la decisione di cambiare, legata non tanto ai risultati ma all’atteggiamento della squadra: “Pasquali ha fatto un buon lavoro ma i frutti erano inferiori alle aspettative. La sconfitta di ieri ha pesato certamente, ma magari perderemo le prossime tre partite con Boniciolli che non fa il mago. Non ero sereno per il futuro prossimo. Con Avellino ieri sembrava che noi lavorassimo per perdere, speravo in una reazione della squadra ma le facce e alcuni atteggiamenti non mi sono piaciuti. Chi ne paga le conseguenze e’ l’allenatore che e’ al timone. Il problema e’ l’atteggiamento in campo.
Quest’anno sono convintissimo di avere 10 super giocatori che devono avere quella chimera di gruppo che ora non c’e’. Ho sbagliato con Pasquali? Si’. Lo ritengo un grande allenatore, non lo ritengo il colpevole, quello sono sicuramente io.
A Boniciolli consegno le chiavi di una squadra che ha dieci giocatori di grande livello.
Spero torni ad essere allenatore dell’anno come lo e’ stato la scorsa stagione”.