Di Vaio

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(Marco M.)
00sabato 13 dicembre 2008 23:24
Re: Di Vaio,Succi
[QUOTE:84641981=(Marco M.), 31/07/2008 18.07]..essere VASSALLI di diverse Società succede questo ed altro.
per questo continuo a dire,basta essere vassalli e servi di altri club,(non siamo l'Empoli)Basta!
Poi con certa gente,e qui m'interrogo sull'esperienza e l'ingenuità di Salvatori/Cazzolla,non basta la stretta di mano,figuriamoci in quei campi pieni di squali,eppure pensavo che la lezione era stata subita positivamente(vedere Cazzola con Ferreira Pinto solo qualche estate fà),prima di comunicare un acquisto,bisogna avere LA FIRMA!
Ribadisco,Okaka lo ritengo un ottimo prospetto ma se deve stare qua un solo anno allora dico(nelle possibilità felsinee):
-PREFERISCO COMPRARE(TUTTO NOSTRO) DI VAIO(che ora ha un costo basso,semmai si tratta di trattare sull'ingaggio..),CLASSE 76,MAGARI UN BIENNALE,A GENOVA HANNO GIà MIRIADI DI PUNTE(giocano sempre con tre davanti,Figueroa,Palladino,Gasbarroni,Sculli,Di gennaro e dimentico di menzionare qualcuno..),IL ROMANO POTREBBE RILANCIARSI.
-ALTRA PUNTA,ANDIAMO SU SUCCI.
Ecco se il Bologna si presentasse ai nastri di partenza con il reparto offensivo formato da Marazzina,Bernacci,Di Vaio,Succi,Adailton sarei soddisfatto.

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Scusate ma ho voluto rispolverare questa mia, quando volevo e credevo in MARCO DI VAIO, e nessuno lo menzionava, che oggi,dopo 16 giornate , è CAPOCANNONIERE CON BEN 12 RETI! Mi piace sbilanciarmi, soprattutto sui giocatori, Di Vaio l'ho sempre stimato e seguito, non ho avuto mai dubbi sulle sue doti(non mi faccio condizionare se in qualche stagione non ha segnato troppo-per il CIV, ad esempio,andava bene solo se accettava un ruolo marginale,poi ha ammesso l'errore sul giudizio- Sò che ci sono alti e bassi e tante situazioni da analizzare..ma le doti e le capacità,quelle restano)è sempre stato tra i miei preferiti, è una punta che mi piace tantissimo ed ora che veste il rossoblu sono molto contento! MARCO OLè, MARCO DI VAIO!
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(Marco M.)
00domenica 14 dicembre 2008 00:19
Di Vaio 'Siamo stati bravi e fortunati'

13 dicembre

Una tripletta di Di Vaio ha garantito al Bologna i tre punti sul Palermo. "Siamo stati bravi e fortunati - ha detto a fine partita l'ex attaccante del Genoa -, non siamo caduti dopo l'1-2 e ci abbiamo creduto. Stiamo migliorando, dobbiamo crescere ancora, magari vincendo senza subire gol. Dobbiamo lavorare ancora tanto ma siamo sulla strada buona. La vittoria porta morale, serenità, possiamo ora lavorare con più spirito e migliorare". Da quando è arrivato Mihajlovic in panchina lo stesso Di Vaio sembra trasformato e quasi non smette più di segnare. "Mi sento bene e questa è la cosa più importante - sottolinea -. A livello di testa è fondamentale per un attaccante, e poi ho la fiducia di tutti e questo è altrettanto fondamentale. Spero di crescere ancora, ho voglia di fare bene e arrivare alla salvezza". Oggi le reti di Di Vaio sarebbero potute essere quattro se non avesse ceduto il primo dei due rigori a Bernacci. "Se l'era guadagnato, me l'ha suggerito Mudingayi - svela -. Era giusto che anche lui facesse gol, per un attaccante è importante, spero che gli serva per il futuro".

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(Marco M.)
00domenica 14 dicembre 2008 00:24
..e ancora nel dopo gara contro il torino...
Entusiasta il capocannoniere rossoblù Marco Di Vaio, che ha agganciato per una notte Diego Milito a quota 12 gol: "Tra primo e secondo tempo il mister si è fatto sentire e ha ragione: avevamo preparato una gara diversa, ma il gol di Barone ci ha scombinato i piani perché riusciamo bene a fare gioco contro le squadre che si chiudono. Cosa ha detto? Più che altro cosa ha rotto…E' stato devastante, ci ha dato una grande carica. Nella ripresa abbiamo alzato il baricentro: la svolta è arrivata col centrocampo a rombo, con una mezza punta in più siamo riusciti a costruire meglio, vittoria ottenuta così ci dà consapevolezza che sappiamo vincere e questo ci dà serenità, tranquillità e convinzione per lavorare meglio. Il prossimo passo è vincere 1-0 e per una volta non prendere gol, ma intanto abbiamo dimostrato di saperci credere fino in fondo come ha sempre preteso mister. Personalmente mi sento bene: sento la fiducia dei compagni, della gente e dell'allenatore e questo per me fondamentale
Marco Olè,Marco Di Vaio!
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SashaLoZar
00domenica 14 dicembre 2008 01:04
Il Signore ce lo preservi integro ...
TheBeowulf
00domenica 14 dicembre 2008 01:20
Re:
SashaLoZar, 14/12/2008 1.04:

Il Signore ce lo preservi integro ...



Quoto e mi unisco all'invocazione! [SM=x1406352] [SM=x1406352]





SashaLoZar
00domenica 14 dicembre 2008 01:52



L'umarells sotto di me in tribuna, dopo 35 minuti di Bo-Atalanta :
"... sè sè va là ... Di Vaio l'è sempar quall lè, a jè pocc da fer ... l'è sempar stè trest ..."

Notare che prima di quei 35 minuti ne aveva giocati 20 con il Vicenza (bollando) e 90 a S.Siro (bollando).

funny23
00domenica 14 dicembre 2008 09:41
Re:
SashaLoZar, 14/12/2008 1.52:




formato santino, ha fatto "miracoli" e continua

Grande Di Vaio resta con noi


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WB.77
00domenica 14 dicembre 2008 11:00
Di Vaio santo subito! Mamma mia che squadra sarebbe il BO senza di lui!
fossadeileoni89
00domenica 14 dicembre 2008 17:39
Re:
WB.77, 14/12/2008 11.00:

Di Vaio santo subito! Mamma mia che squadra sarebbe il BO senza di lui!




quoto

penso che senza di lui il bologna poteva arrivare massimo a 4-5 punti
|=Valentino=|
00domenica 14 dicembre 2008 19:03
Re:
(Marco M.), 14/12/2008 0.19:

Di Vaio 'Siamo stati bravi e fortunati'

13 dicembre

Una tripletta di Di Vaio ha garantito al Bologna i tre punti sul Palermo. "Siamo stati bravi e fortunati - ha detto a fine partita l'ex attaccante del Genoa -, non siamo caduti dopo l'1-2 e ci abbiamo creduto. Stiamo migliorando, dobbiamo crescere ancora, magari vincendo senza subire gol. Dobbiamo lavorare ancora tanto ma siamo sulla strada buona. La vittoria porta morale, serenità, possiamo ora lavorare con più spirito e migliorare". Da quando è arrivato Mihajlovic in panchina lo stesso Di Vaio sembra trasformato e quasi non smette più di segnare. "Mi sento bene e questa è la cosa più importante - sottolinea -. A livello di testa è fondamentale per un attaccante, e poi ho la fiducia di tutti e questo è altrettanto fondamentale. Spero di crescere ancora, ho voglia di fare bene e arrivare alla salvezza". Oggi le reti di Di Vaio sarebbero potute essere quattro se non avesse ceduto il primo dei due rigori a Bernacci. "Se l'era guadagnato, me l'ha suggerito Mudingayi - svela -. Era giusto che anche lui facesse gol, per un attaccante è importante, spero che gli serva per il futuro".

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NON NE SONO SICURO, VISTO CHE ERO AL LAVORO, MA IERI NON C'ERA IL TORINO???MA CHI E' L'UBRIACO CHE SCRIVE SEMPRE STE CAZZZ...ATE???
TerziTheBest
00domenica 14 dicembre 2008 19:23
Io lo adoro e lo dicevo anche l'anno scorso che lui lí è buono davvero!!
PULPAPU
00lunedì 15 dicembre 2008 09:00
che acquisto
DIVAIO è qui grazie alla lungimirante programmazione del ns Direttore Sportivo che come ricordiamo ha passato un'intera estate dietro prima a:Corradi a param.0, poi alla concorrenza,poi al SOGNO okaka(7gol in 29 presenze a modena)così da perdere tutti i treni, poi quando rimasto con nulla in mano a pochi giorni del finemercato, c'era da scegliere tra divaio libero in prestito gratis o quasi nessun altro. BRAVO E????
(Marco M.)
00lunedì 15 dicembre 2008 12:08
Re: Re:
|=Valentino=|, 14/12/2008 19.03:





NON NE SONO SICURO, VISTO CHE ERO AL LAVORO, MA IERI NON C'ERA IL TORINO???MA CHI E' L'UBRIACO CHE SCRIVE SEMPRE STE CAZZZ...ATE???




..era un messaggio che ho ricopiato da un sito sportivo, non ricordo forse era calciomercato.com..dalla fretta non ho corretto l'errore pacchiano..
(Marco M.)
00venerdì 16 gennaio 2009 22:12
Roggi: "Per Di Vaio tra Genoa e Bologna solo un gentleman agreement"
16.01.2009 di Redazione TMW.
Fonte: Rete 37
Moreno Roggi nel corso della trasmissione La Sfida Viola a Rete 37 ha parlato del futuro di Di Vaio:
"Esiste solo un gentleman Agreement tra Genoa e Bologna, esiste un foglio che non è esecutivo che permette al Bologna di prendere definitivamente il calciatore a una cifra stabilita; dunque fossi il Bologna cercherei di far presto a chiudere questo affare con Di Vaio, altrimenti lui a giugno è libero e Di Vaio è un grande giocatore"
[SM=g1688292]

miarchius
00venerdì 16 gennaio 2009 22:15
Dobbiamo fare il colpaccio [SM=g1406050]
(Marco M.)
00mercoledì 4 febbraio 2009 18:11
Di Vaio: "Osvaldo? Grandi doti e umiltà: è già al servizio della squadra"
4/2/2009 16:36 Il Bologna ha un rendimento migliore fuori casa rispetto alle gare disputate fin qui al Dall’Ara: credi sia frutto del caso o ti sei dato una spiegazione?
“Senz’altro siamo una squadra che fa del sacrificio la propria arma principale. Il collettivo, la disposizione a aiutarsi, la voglia di correre e lottare su ogni pallone ci permettono di esprimerci meglio quando non siamo obbligati a fare la partita. In campi difficili, come Bergamo, Catania e Genova, abbiamo acquisito consapevolezza delle nostre possibilità proprio nel momento in cui abbiamo sopportato la pressione avversaria. Spesso, al Dall’Ara, la voglia di imporre a tutti i costi il nostro gioco e la generosità ci hanno giocato brutti scherzi: non sempre tenere in mano la partita è nelle nostre caratteristiche”.

Con la Fiorentina avete adottato un atteggiamento più spregiudicato, e la scelta non ha pagato: credi che il Bologna si esprima al meglio con un modulo più attendista?
“Non abbiamo un modulo fisso, il mister è bravo nell’adattare la squadra agli avversari che affrontiamo. Abbiamo impostato alcune gare in maniera prudente, cercando poi col passare dei minuti di sfruttare il contropiede: abbiamo giocatori rapidi in grado di buttarsi negli spazi, e spesso questa scelta ha dato i suoi frutti. Purtroppo, con la Fiorentina non abbiamo potuto giocare la partita che volevamo. Dopo quindici minuti eravamo sotto di due gol, in Serie A paghi le ingenuità che commetti. Nonostante questo abbiamo avuto una grande reazione, abbiamo sfiorato la rimonta” .

L’arrivo di Osvaldo è coinciso con due gare in cui non hai segnato: a che punto è la vostra intesa?
“Daniel è appena arrivato, stiamo lavorando per trovare l’intesa giusta. La nota positiva è la sua disponibilità, la voglia di mettersi al servizio della squadra che mette in ogni allenamento e in partita. E’ un ragazzo umile, disponibile, ha subito compreso la mentalità del Bologna e si è calato nella parte. L’importante è non caricarlo di eccessive pressioni: se non ho segnato nelle ultime due gare non è certo per la presenza di Osvaldo; per avere solo 23 anni ha grandi qualità. Presto farà vedere tutto il suo valore: Daniel ha personalità, è un attaccante che sa segnare e mette i compagni nelle condizioni di farlo. Darà una grossa mano al Bologna” .

Il Bologna è atteso da due trasferte difficili: vi spaventa il calendario, anche pensando al girone di andata?
“Nelle prossime gare affronteremo grandi squadre, ma siamo pronti. L’Udinese è uscita da un periodo difficile, ha ottenuto due risultati molto positivi e ha ripreso a correre: troveremo una squadra entusiasta, ma proveremo a sfruttare i loro errori e colpirli. Siamo poi attesi da cinque scontri diretti nelle ultime giornate di campionato, ma non facciamo calcoli. L’unico nostro compito è lavorare al massimo e ottenere più punti possibile, che ci consentano di arrivare a quelle cinque finali nelle condizioni migliori. In quel momento della stagione conterà la condizione fisica, ma ancora di più sarà decisivo l’aspetto psicologico” .

Ti senti di dare un consiglio ai compagni nel caso avessi un periodo di flessione?
“Quello che ho fatto sino ad ora va oltre le mie aspettative, ho raggiunto obiettivi importanti in poco tempo, ma non esclusivamente per merito mio: i compagni mi hanno messo nelle condizioni di segnare, io ho concretizzato il lavoro fatto da tutta la squadra. In realtà come la nostra non ci sono giocatori in grado di fare la differenza, ciò che conta è il gruppo. E comunque abbiamo tanti giocatori capaci di segnare, abbiamo vinto partite con gol delle altre punte o dei centrocampisti” .

Cosa ne pensi del fatto che il pubblico talvolta abbia fischiato alcuni tuoi compagni, specialmente i più giovani?
“Nella mia carriera mi è capitato di essere fischiato, spesso sono stato infastidito dai pregiudizi che sentivo nei miei confronti: etichettare un giocatore non serve. E comunque, se i fischi dovessero arrivare, sarebbe giusto che fossero per tutta la squadra. Le prestazioni sono il frutto del lavoro di tutti quanti, nel bene e nel male. I compagni sono grandi professionisti, mettono l’anima in ogni allenamento e in partita lottano fino all’ultimo. Devono continuare a lavorare e credere in quello che stanno facendo: il Bologna è sulla strada giusta” .
[SM=x1406352]
Feder_
00mercoledì 4 febbraio 2009 21:46
www.siamobologna.tv/

Sarà perchè di rado si rivela alla stampa tranne che per qualche commento in una partita in cui è andato a segno, ma sentire un'intervista così lunga del nostro caro Marchino mi ha esaltato. Mi ha dato un'impressione di schiettezza e sincerità che di rado mi è capitato di percepire, ora sono fiducioso su lui e Osvaldo e non più così arrabbiato con Bernacci. Speriamo che continui a bollare e che venga convocato in Nazionale, se lo merita winkk
mighy1967
00venerdì 6 febbraio 2009 09:28
Non vorrei deluderti, ma credo che Lippi continuerà ad ignorarlo "amichevolmente".
Feder_
00venerdì 6 febbraio 2009 18:38
Re:
mighy1967, 06/02/2009 9.28:

Non vorrei deluderti, ma credo che Lippi continuerà ad ignorarlo "amichevolmente".




Lo so, e lo sa anche lui, ma se riesce ad imporsi come capocannoniere con un buon margine anche verso la fine del campionato credo che non potrà più essere ignorato, specialmente se riesce a staccare Gilardino di 4-5 goal...
abruzzo rossoblu
00venerdì 6 febbraio 2009 23:03
Lippi non convocherebbe mai Marco anche se facesse 40 gol.
Uno giuventino non convocherà mai un bolognese in nazionale.
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(Marco M.)
00mercoledì 11 febbraio 2009 14:06
e allora... che il Bomber sfati il tabù del S.Paolo!
Di Vaio: "Sogno un gol al San Paolo" 11/2/2009
Nella nostra sezione interattiva, Marco Di Vaio (nella foto Vignoli affronta Domizzi a Udine) risponde ad alcune delle domande ricevute in settimana dai tifosi. "Penso sia normale, nell’arco di una stagione, il fatto di non segnare per qualche partita di seguito: succede a tutti gli attaccanti e non è una questione fisica o di modulo con cui scendiamo in campo, ma solo una coincidenza, legata semmai alla forza degli avversari che abbiamo incontrato di recente o ai campi pesanti. L’importante è riuscire ad aiutare comunque la squadra: ritengo che il rendimento di un attaccante non si misuri contando i gol che segna, ma in base a quello che combina nell’arco della gara. Da questo punto di vista, non mi sento di aver fatto mancare il mio apporto al gioco della squadra: cerco, come sempre, di aiutare i compagni e di lottare su tutti i palloni. Se poi dovessi tornare in rete sabato a Napoli, tanto meglio: al San Paolo non ho mai segnato. Quella di sabato sarà una partita molto difficile: sul suo campo il Napoli è fortissimo, quindi dovremo scendere in campo con grande umiltà e spirito di sacrificio, cercando di sfruttare gli spazi che ci concederanno e di limitare i loro uomini migliori, su tutti Lavezzi e Hamsik. Sin qui, il cammino è stato lo stesso nelle prime quattro giornate, tra andata e ritorno, ma la storia è diversa: ora c’è più fiducia, i risultati negativi vengono vissuti in tutt’altro modo e la reazione ai gol subiti è cambiata. I giovani vanno sostenuti: gli errori fanno parte della crescita, ma i fischi vanno semmai indirizzati a tutta la squadra, in caso di una prova negativa, e solo a fine gara; dobbiamo essere tutti uniti, se vogliamo raggiungere la salvezza".
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bombolo's
00mercoledì 11 febbraio 2009 14:23
Lippi punta a costruire un gruppo solido, perchè anche l'altra volta è la forza del gruppo ch gli ha fatto vincere il moniale, che conta più dello stato di forma di ogni giocatore italiano, altrimenti dovrebbe continuamente chiamare diversi giocatori finendo per creare solo confusione e nessun gruppo. Siamo sinceri, Di Vaio è in forma adesso, ma l'anno prossimo non ripeterà mai la stagione di quest'anno, non è uno su cui poter fare affidamento sul lungo termine a livello nazionale.
(Marco M.)
00mercoledì 11 febbraio 2009 14:30
Re:
bombolo's, 11/02/2009 14.23:

Lippi punta a costruire un gruppo solido, perchè anche l'altra volta è la forza del gruppo ch gli ha fatto vincere il moniale, che conta più dello stato di forma di ogni giocatore italiano, altrimenti dovrebbe continuamente chiamare diversi giocatori finendo per creare solo confusione e nessun gruppo. Siamo sinceri, Di Vaio è in forma adesso, ma l'anno prossimo non ripeterà mai la stagione di quest'anno, non è uno su cui poter fare affidamento sul lungo termine a livello nazionale.




è sempre il discorso inerente ad un progetto(paolo rossi al mondiale 86 con bearzot nonostante facesse 'schifo'da anni,pruzzo fuori che nel 85/86,se non ricordo male,fu capocannoniere,ognuno ha i suoi pallini)...Di Vaio sta alla grande ,ma è troppo tempo che è fuori dal 'progetto/gruppo'della Nazionale,e va verso i 33 anni..non credo ad una sua convocazione e mi sembra di ricordare che il bomber romano non avesse un gran rapporto con Lippi.
(Marco M.)
00lunedì 2 marzo 2009 17:37
MARCO DI VAIO OLè!
Bologna, Di Vaio: "Resto, ho già l'accordo con la società"02.03.2009 14.29
Marco Di Vaio resterà a Bologna, in ogni caso. E' lui stesso a dichiararlo nella videochat della Gazzetta dello Sport. "Rimarrei a Bologna a prescindere dalla categoria, abbiamo già un accordo con la società. Tornare alla Lazio? Hanno grandi attaccanti, davanti sono veramente in tanti e io sto bene al Bologna. Mi è dispiaciuto lasciare il Genoa perchè ero sceso in B e pensavo di togliermi soddisfazioni anche in A, ci credevo molto ed essere andato via dopo aver conquistato la massima serie mi è dispiaciuto, forse non sono riuscito a dare quello che non avrei voluto. Sicuramente il modulo non mi ha agevolato. Se ero vicino al Palermo? No quest'anno no, magari in passato c'è stata qualcosa".
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(Marco M.)
00martedì 10 marzo 2009 10:33
Di Vaio re dei bomber:
"A me viene da ridere..."
Le altre resurrezioni, da Baggio a Signori. Ma anche le frustrazioni di tanti brocchi che annaspavano in area
di Emilio Marrese
Altro che viale, noi abbiamo lo Stradone del Tramonto. Quello che dal Maggiore porta a Casteldebole. Non sarà il Sunset Boulevard di Los Angeles, ma nemmeno il Colle della Guardia, in giornate di sole come quella di domenica, è da buttare.

Trentatré anni sono l´età giusta per una resurrezione. Marco Di Vaio li compirà a luglio e, per quella data, conta di aver scartato i regali: il titolo di capocannoniere e la chiamata in azzurro. Il primo obiettivo è alla sua portata, la convinzione cresce spulciando numeri al miele: 19 gol in 27 partite, uno ogni 130 minuti giocati, il suo record stagionale (20, con il Parma, nel 2001/02) pronto ad essere demolito, il traguardo delle 100 segnature in A che già si vede in fondo al rettilineo.

«Temo soprattutto Milito, per le occasioni che produce il Genoa», sospira Marco, decisivo più di Ibrahimovic: i suoi centri invece arrivano in una squadra sterile (30 gol, 13esimo attacco della A), che lotta per salvarsi e che, oltre a lui, non ha grandi realizzatori. Meno che mai in avanti, se il vice-cannoniere rossoblù è Volpi. Con la tripletta alla Samp, Di Vaio ha staccato nella classifica dei marcatori di A di tutti i tempi Valentino Mazzola, a detta di Boniperti fra i più grandi di sempre. Tra i giocatori in attività è all´undicesimo posto, ottavo fra gli italiani. Prima di lui ci sono Totti, Del Piero, Inzaghi, Vieri, Montella, Crespo, Sheva, Trezeguet, Gilardino e Amoruso, e solo quest´ultimo non ha mai giocato un Mondiale. Come Di Vaio.

L´altro traguardo, più duro, è quella maglia azzurra che ha perso nell´autunno del 2004, agli albori del primo governo Lippi. Marco era reduce dagli Europei col Trap, quando il biscotto fra Svezia e Danimarca costò l´eliminazione agli azzurri. Lippi, fresco d´insediamento, lo convocò per l´amichevole in Islanda e per il match di qualificazione in Slovenia: arrivarono due sconfitte. Il cammino, cominciato così male, finì, per tutti gli altri, con il trionfo di Berlino, ma dal tram per la gloria Di Vaio fu obbligato a scendere alla seconda fermata. E dire che Marcello lo aveva allenato nelle due stagioni precedenti alla Juve, ricevendo un contributo significativo (in due anni: uno scudetto e una finale di Champions) e mai una polemica, anche quando giocava poco.

Decisivo, in negativo, fu l´espatrio: Valencia prima e Monaco poi, per tornare nella polvere, segnare poco, finire presto dimenticato. Adesso i due si parlano a distanza, con biglietti d´amore che vai a vedere poi quanto siano sinceri: «So che il ct mi segue e già questo è importante, se poi mi chiamerà sarò l´uomo più felice del mondo», ripete l´attaccante.

«Di Vaio sta facendo benissimo dopo qualche anno non facile e sono contento per lui, ma alla fine io non posso chiamare 50 giocatori», ribatte Lippi, e sembra quasi un pugno in una carezza, a ricordargli che il tempo è scaduto. Marco sogna il Sudafrica, lui al Mondiale non c´è mai andato. Acerbo nel ´98, maturo nel 2002, quando i 20 gol a Parma non gli valsero il biglietto per l´Asia. Ora ci riprova: se segna così, va a finire che Lippi un posticino glielo trova. Se no pace. «Neanche io - ammette Marco - mi aspettavo di segnare così tanto».
(10 marzo 2009)

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carlos.spencer
00martedì 10 marzo 2009 14:23
Re:
(Marco M.), 10/03/2009 10.33:

Di Vaio re dei bomber:
"A me viene da ridere..."
Le altre resurrezioni, da Baggio a Signori. Ma anche le frustrazioni di tanti brocchi che annaspavano in area
di Emilio Marrese
Altro che viale, noi abbiamo lo Stradone del Tramonto. Quello che dal Maggiore porta a Casteldebole. Non sarà il Sunset Boulevard di Los Angeles, ma nemmeno il Colle della Guardia, in giornate di sole come quella di domenica, è da buttare.

Trentatré anni sono l´età giusta per una resurrezione. Marco Di Vaio li compirà a luglio e, per quella data, conta di aver scartato i regali: il titolo di capocannoniere e la chiamata in azzurro. Il primo obiettivo è alla sua portata, la convinzione cresce spulciando numeri al miele: 19 gol in 27 partite, uno ogni 130 minuti giocati, il suo record stagionale (20, con il Parma, nel 2001/02) pronto ad essere demolito, il traguardo delle 100 segnature in A che già si vede in fondo al rettilineo.

«Temo soprattutto Milito, per le occasioni che produce il Genoa», sospira Marco, decisivo più di Ibrahimovic: i suoi centri invece arrivano in una squadra sterile (30 gol, 13esimo attacco della A), che lotta per salvarsi e che, oltre a lui, non ha grandi realizzatori. Meno che mai in avanti, se il vice-cannoniere rossoblù è Volpi. Con la tripletta alla Samp, Di Vaio ha staccato nella classifica dei marcatori di A di tutti i tempi Valentino Mazzola, a detta di Boniperti fra i più grandi di sempre. Tra i giocatori in attività è all´undicesimo posto, ottavo fra gli italiani. Prima di lui ci sono Totti, Del Piero, Inzaghi, Vieri, Montella, Crespo, Sheva, Trezeguet, Gilardino e Amoruso, e solo quest´ultimo non ha mai giocato un Mondiale. Come Di Vaio.

L´altro traguardo, più duro, è quella maglia azzurra che ha perso nell´autunno del 2004, agli albori del primo governo Lippi. Marco era reduce dagli Europei col Trap, quando il biscotto fra Svezia e Danimarca costò l´eliminazione agli azzurri. Lippi, fresco d´insediamento, lo convocò per l´amichevole in Islanda e per il match di qualificazione in Slovenia: arrivarono due sconfitte. Il cammino, cominciato così male, finì, per tutti gli altri, con il trionfo di Berlino, ma dal tram per la gloria Di Vaio fu obbligato a scendere alla seconda fermata. E dire che Marcello lo aveva allenato nelle due stagioni precedenti alla Juve, ricevendo un contributo significativo (in due anni: uno scudetto e una finale di Champions) e mai una polemica, anche quando giocava poco.

Decisivo, in negativo, fu l´espatrio: Valencia prima e Monaco poi, per tornare nella polvere, segnare poco, finire presto dimenticato. Adesso i due si parlano a distanza, con biglietti d´amore che vai a vedere poi quanto siano sinceri: «So che il ct mi segue e già questo è importante, se poi mi chiamerà sarò l´uomo più felice del mondo», ripete l´attaccante.

«Di Vaio sta facendo benissimo dopo qualche anno non facile e sono contento per lui, ma alla fine io non posso chiamare 50 giocatori», ribatte Lippi, e sembra quasi un pugno in una carezza, a ricordargli che il tempo è scaduto. Marco sogna il Sudafrica, lui al Mondiale non c´è mai andato. Acerbo nel ´98, maturo nel 2002, quando i 20 gol a Parma non gli valsero il biglietto per l´Asia. Ora ci riprova: se segna così, va a finire che Lippi un posticino glielo trova. Se no pace. «Neanche io - ammette Marco - mi aspettavo di segnare così tanto».
(10 marzo 2009)

[SM=x1406352]




Letto l'articolo su Repubblica, il primo paragrafo è effettivamente di Marrese, ma tutto il resto fa parte di un altro articolo


(Marco M.)
00martedì 10 marzo 2009 15:49
Di Vaio: 6 uno da Scarpa d'oro



In Europa duella con Eto'o e Janko.
Di Vaio, sei uno da Scarpa d'oro.
6 suoi ex allenatori: "E' completo, male solo alla Juve".
(Gazzetta dello Sport)


..ma ci pensate se il nostro Bomber si laurea Capocannoniere(temo molto Milito...) e magari pure Scarpa d'Oro?
Sarebbe storico vedere in maglia rossoblu uno così titolato...io ad esempio non ho mai visto un giocatore del Bologna Capocannoniere di Serie A.... [SM=g1526318]

FORZA SUPER MARCO,SALVACI! [SM=x1406352]

sulmona rossoblu
00martedì 10 marzo 2009 17:41
sarebbe bello che marco vincerebbe la classifica capocannonieri il bfc si salva (non ho mai avuto dubbi) .

la convocazione in nazionale?

la meriterebbe ma purtroppo non verra' mai convocato perchè gioca nel bologna e non gioca nelle squadre coccolate dal sistema, vi ricordate carlo nervo nell'europeo del 2004?
meritava la convocazione e fu convocato al suo posto camoranesi che coincidenza giocava nella juve con 0 minuti nelle gambe perchè infortunato e fu convocato lo stesso, e carlo che fece 7 gol quell'anno non fu convocato perchè giocava nel bologna.
(Marco M.)
00mercoledì 11 marzo 2009 13:37
"Guizzante, furbo, scatenato: mai visto uno così"
Volfango Patarca è l'uomo che ha scoperto Di Vaio: "Ha il gol nel sangue"
di Francesco Saverio Intorcia
«Ho ancora negli occhi la prima volta che lo vidi giocare. Sapevo che sarebbe diventato un campione». Volfango Patarca è stato nel settore giovanile della Lazio per quasi trent´anni. E´ lui che ha scoperto Marco Di Vaio, dopo Di Canio e Di Biagio, Fiore e Nesta, per citarne solo alcuni.

Patarca, partiamo dall´inizio, dal giorno che pescò Di Vaio.
«Era il 1986, c´era un torneo a sette all´Acquacetosa. La mia Lazio giocava contro La Storta: prendemmo una lezione, i due gol ce li fece un ragazzino guizzante, scatenato, che non aveva ancora 10 anni. Velocissimo e furbo, me lo ricordo così. Vicino a me c´era Felice Pulici, gli diedi di gomito: 'anvedi questo, è un fenomeno´. E nella nostra difesa c´era Nesta. Parlai subito col padre di Marco, tifoso biancoceleste, e lo portai alla Lazio. Ricordo con affetto la scena del papà che arrivava con l´utilitaria al campo e ci scodellava questo bambolotto. Quando Marco aveva 11 anni, sulla sua scheda di valutazione scrissi che uno così non l´avevo mai allenato, che era destinato a diventare un grandissimo attaccante. Mi presero per matto».

Mihajlovic dice che Di Vaio vuole sempre giocare.
«Ricordo una finale a Montesacro, contro la Lodigiani di Totti, suo rivale in quegli anni. Marco aveva una mano fratturata, non volevamo rischiarlo, ma vinse lui: dopo 5 minuti segnò in rovesciata, senza preoccuparsi di cadere male. Mi presi uno spavento e gli dissi: ora però vieni in panchina. Litigammo un po´, ma si convinse».

Una macchina da gol.
«Li ha sempre fatti: più di 100 negli Esordienti, 70 con i Giovanissimi, 50 con gli Allievi, 27 con la Primavera, vincendo lo scudetto. E tutti di splendida fattura: calcia con entrambi i piedi ed è sempre pericoloso di testa. Ero sorpreso che non segnasse più, ma è anche vero che per molte stagioni non ha avuto spazio. Può rifarsi adesso: è meno logoro ed è in grado di durare fino a 36-37 anni, come Inzaghi».
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Feder_
00mercoledì 11 marzo 2009 22:13
DICIASSETTE, diciotto e diciannove. Mentre Di Vaio segnava la sua tripletta alla Samp prima di consegnarsi all’abbraccio dei bolognesi, i suoi dirigenti tremavano. Colpa del Genoa, che si era pentito di aver mollato troppo in fretta il suo attaccante. Che avrebbe potuto segnare qualche gol, giocando da prima punta, questo lo sapeva pure Gasperini e se lo immaginava Preziosi. Ma che Di Vaio avrebbe fatto una valanga di gol, diventando il miglior attaccante del campionato fino a potersi permettere di dare un tirotto alla giacca di Lippi, questo allenatore e presidente del Genoa neppure lo sospettavano. Quindi, hanno tentato di fare dietrofront. E, per qualche ora, il Bologna ha rischiato di perdere il suo nuovo gioiello.

Di Vaio a Bologna non è arrivato a parametro zero, ma in prestito. Il diritto di riscatto nelle mani di Salvatori, certo. Ma si sa, e chi non lo sapeva lo ha capito attraverso il complicatissimo passaggio di Osvaldo dalla Fiorentina al Bologna, gli strateghi della finanza calcistica hanno trovato mille e uno modi per moltiplicare le formule delle cessioni. Tutte, ovviamente, strumentali al risparmio.

Alle strette. Il Genoa ha pensato che se fosse riuscito a riprendersi indietro Di Vaio, avrebbe potuto vendere Milito, un altro principe del gol, al miglior offerente, mettendo a segno una plusvalenza ricchissima.

IL BOLOGNA si è opposto, ha rivendicato i suoi diritti, ma farlo forse non gli sarebbe bastato, se dalla sua non avesse avuto anche Di Vaio, cioè la sua ferma, precisa volontà di rimanere dov’è adesso.

Entro pochi giorni, probabilmente prima che questa settimana finisca, la società sarà in grado di dare l’annuncio: Di Vaio è «tutto» del Bologna e pronto a prolungare il contratto per altri due o tre anni. Nella casse del Genoa entrerà circa un milione di euro e così Salvatori, che di critiche quest’anno se n’è beccate parecchie, potrà dire di aver portato a Bologna il capocannoniere della serie A per una cifra talmente bassa da indurre quelli del Genoa a mangiarsi le mani. E’ il destino che lega i due club rossoblù: l’uno chiede sempre all’altro che gli venga restituito qualcosa, che sia uno scudetto (quello del ’25) o che sia un capocannoniere, comunque si parla sempre di primati o di primatisti.

Fra Di Vaio e Osvaldo, anche se all’apparenza sembrava vero il contrario, il più «blindato» era l’ex viola. Che è in prestito «provvisorio», con il Bologna obbligato a esercitare il suo diritto di riscatto, versando la prossima estate la prima delle rate concordate per il pagamento. Soltanto da ieri, invece, anche Di Vaio è sicuramente un giocatore del Bologna. I due attaccanti potrebbero ritrovarsi in campo sabato prossimo. L’argentino Osvaldo si allena con il gruppo da venerdì scorso e i suoi progressi sembrano confortare la tesi del recupero entro breve. Per i medici è ok. Ora dipende solo da Mihajlovic.
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