Si rifiuta di pagare cena da 4.000 euro
Aveva ordinato una grattugiata di tartufo bianco che ricorderà come quella più indigesta della sua vita
Metti una cena da Cracco, uno dei più rinomati ristoranti milanesi di valenza mondiale, prenotata da un manager in carriera impegnato nell’intento di stupire quattro amici scrocconi. Serata di prim’ordine, musica piacevole e portate all’altezza delle aspettative almeno fino all’arrivo del conto.
Il menù richiesto dall’uomo non è certo dei più elaborati se non fosse per quella spruzzata dell’ingrediente speciale richiesta su ogni piatto: tagliolini e uova al tegamino accompagnati da una bottiglia di vino rosso e un velo di pregiato tartufo fianco ad accompagnare l’insieme.
Una cena che non sembra certo avere la pretesa di accontentare un facoltoso sceicco ma che presenta un conto degno di un re: 4.140 euro più mancia.
Un importo che ha quasi strozzato l’imprenditore, rimasto con la forchetta del dolce a mezz’aria: 4000 euro sembrano, in effetti, davvero troppi.
L’uomo richiede quindi di poter parlare con lo chef al quale chiede, sottovoce, di riformulare il conto convinto si sia trattato di un’imprecisione.
Il cuoco però elenca al cliente tutte le straordinarie proprietà del tartufo mangiato e lo prega gentilmente di saldare il debito. Ed è qui che scoppia il pandemonio tra l’imbarazzo del cuoco e l’ilarità dei presenti.
Il manager, profondamente contrariato, va via rifiutandosi di pagare.
Qualche giorno dopo invia al ristorante un assegno da 2000 euro a coprire le spese, ritenendo che la somma corrispondesse all’importo esatto da pagare. Si vede però ritornare l’assegno al mittente accompagnato da una breve missiva: lo chef ha già badato a denunciarlo.
A decidere in merito alla questione, penserà il Tribunale di Milano che avrà il compito di stabilire l’esatto valore di quella cena troppo pesante perfino per essere semplicemente digerita.