Montoni e asini, le prime armi biologiche della storia
Usate dagli Ittiti per indebolire i nemici
Secondo uno studio, la pratica delle armi batteriologiche sarebbe addirittura vecchia di 3.300 anni. Montoni e asini sarebero stati utilizzati dagli Ittiti come vettori di malattie, così da sconfiggere più facilmente i nemici. Il batterio scelto come prima arma di distruzione di massa è stato il Francisella Tularensis, responsabile della tularemia, o febbre dei conigli, un'infezione ancora oggi presente che se non curata porta alla morte nel 15% dei casi. Il batterio viene inoltre tutt'ora considerato uno dei preferiti dai bio terroristi.
Studiando documenti antichi, il microbiologo canadese Siro Trevisanato ha trovato che la prima comparsa della tularemia in Medio Oriente risale al quattordicesimo secolo avanti Cristo nella città fenicia di Symra, ai confini fra Libano e Siria. Storicamente, questa città fu saccheggiata dagli Ittiti nel 1325 a.C., che portarono con loro anche montoni e asini infetti. Contemporaneamente al periodo di massima diffusione della malattia, la popolazione di Arzawa nell'Anatolia occidentale, iniziò a preparare un piano per sottomettere gli Ittiti.
"È proprio in questo periodo, però, fra il 1320 e il 1318 a.C., che per le strade intorno ad Arzawa incominciarono ad apparire misteriosamente dei montoni - spiega l'esperto - gli abitanti della città li catturarono e li mangiarono. Proprio in quegli anni la tularemia ha iniziato a fare vittime nella città, tanto che alla fine la popolazione era così debole che la conquista degli Ittiti è fallita". La teoria del microbiologo è confermata, oltre che dai documenti, dal modo in cui l'infezione si propaga: l'infezione spontanea del batterio si manifesta in 150 mammiferi diversi, dai topi ai conigli alle pecore, e l'agente patogeno può essere trasmesso all'uomo facilmente dagli insetti come le zecche e le zanzare. "Ci sono documenti in cui gli abitanti di Arzawa iniziano a chiedersi se c'è un collegamento fra i montoni e l'epidemia - conferma Trevisanato - secondo me c'è, e a qualcuno degli Ittiti deve essere venuta l'idea di utilizzare gli animali".
A supporto della teoria, ci sarebbero alcune tavolette, databili tra il 13esimo e il 14esimo secolo a.C, che descrivono come una capra e una donna portatori della malattia siano stati incaricati di diffondere il contagio. "Lo stato che li troverà dovrà trasportare questa terribile pestilenza".
Allora sull'aereo per Vicenza, niente coccodrilli, montoni ed asini.
Spero che 2 orsi come Valle e me, non creino problemi...