Belinelli vuota il sacco di Azzurra: "Ecco perché abbiamo fallito"

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
PG01
00martedì 25 settembre 2007 09:51
il pirla alla riscossa
Belinelli vuota il sacco di Azzurra: "Ecco perché abbiamo fallito"


25/09/2007 09:30
Per la prima volta dopo la disfatta agli Europei, la guardia di Persiceto parla della Nazionale. "Italia, tra un anno potrei non tornare"

- La Repubblica -

L´ESTATE più lunga di Marco Belinelli finirà sabato, con il volo per la California dopo due settimane di vacanze, destinazione Golden State Warriors. L´NBA è dietro l´angolo, dopo le emozioni e gli exploit d´oltreoceano in giugno, ma alle spalle c´è anche il fallimento della Nazionale in Spagna: solo ottava, fuori dal giro che conta e dalle Olimpiadi. Belinelli per i numeri è stato il meno peggio dell´infelice spedizione (15,5 punti in 27´, col 60% da 2) il protagonista delle due striminzite vittorie e anche l´ultimo a mollare, non abbastanza però per salvare la baracca. E´ anche il primo a parlare dopo la débacle che non costerà la panchina a Recalcati, che non porterà a nessuna rivoluzione copernicana, ma che potrebbe cambiare qualche assetto. Beli racconta perché ai suoi occhi non è andata, prima di un arrivederci che potrebbe diventare molto lungo. «Fra un anno - dice - non so se ci sarò, devo aspettare la mia prima stagione in America e cosa mi chiederà chi mi paga, i Warriors».
Inevitabile il passo indietro. La Nazionale, considerata a luglio la più talentuosa di sempre, ha fatto una figuretta: cosa è successo?
«Dovevamo fare bene. C´erano i veterani che avevano vinto tanto, forti di un gruppo collaudato. C´erano i giovani di talento, con presente o futuro in NBA. Non è andata: i due gruppi non hanno mai legato ed in campo abbiamo fallito anche qualche buona occasione. Finita male: solo in qualche momento s´è giocato bene, in altri ci siamo persi, senza nessun riferimento».
Nessun nome. Ma gli schieramenti, visti da fuori, son parsi chiari. Soragna e Bulleri a fare i «nonni» da una parte, Basile nel mezzo, Bargnani e Belinelli dall´altra.
«Il gruppo non è stato unito. Nessuno remava contro, ma quasi mai abbiamo avuto cinque in campo che giocavano allo stesso modo. I veterani non ci sono venuti incontro e noi non ci siamo adeguati a loro. E ogni volta gli avversari ce lo hanno fatto pagare caramente».
Mancanza di amalgama: però avete lavorato assieme per quasi due mesi e certi nodi sarebbero dovuti venire al pettine con più anticipo.
«E invece alla vigilia eravamo impreparati. Non c´erano gerarchie tecniche, non sapevamo bene come orientarci in campo. Questa confusione, oltre alle incomprensioni, alla lunga ha avuto un suo peso».
Le sette vittorie consecutive durante la preparazione evidentemente erano state fumo negli occhi. Se l´Italia non aveva un sistema la colpa non può che essere stata del coach.
«Recalcati ha sbagliato, come tutti noi. Non credo che il c. t abbia colpe uniche e decisive. Quando i risultati sono così negativi, è evidente che l´intero gruppo non ha fatto il suo dovere. Ritengo Jasmin Repesa il migliore allenatore, ma anche lui in questa situazione avrebbe potuto far poco».
Forse qualcuno ha sbagliato più di altri: proprio i pluridecorati veterani hanno mostrato la corda.
«Mancare qualche tiro decisivo non significa essere totalmente negativi. A volte va, a volte no. Piuttosto, tutto il resto non è andato. Non c´erano le basi giuste».
Tutto a rotoli: un po´ come è successo nella scorsa stagione con la Fortitudo, che partì per stupire il mondo, ma chiuse in fondo al gruppo.
«Il parallelo ci sta, specialmente dal punto di vista tecnico. Due esperienze sfortunate».
La scelta NBA le ha tirato su il morale?
«Sono stati mesi di grandi emozioni e soddisfazioni, di quelli che si ricordano per sempre. Non posso che essere soddisfatto, anche se un po´ stanco. Debbo ringraziare i miei due fratelli che si sono prodigati per farmi fare due settimane di vacanze in più dopo gli Europei. Sono rimasto a Persiceto con fidanzata e amici: il massimo per me in questo periodo».
Vista da ex, che Fortitudo sarà?
«Tutta nuova e sarà un bene. La scelta del coach, fondamentale in queste situazioni, mi sembra la migliore. Mazzon è uno preciso, efficiente, che cura i dettagli e ha sempre fatto bene. La squadra mi sembra molto competitiva. Certo, adesso Siena sulla carta pare due piani sopra tutti, ma io spero che la Fortitudo vinca lo scudetto».

FRANCESCO FORNI

omer64 belin
00martedì 25 settembre 2007 12:29
strano che nei fallimenti di squadra ci sia sempre lui di mezzo... [SM=g21355] [SM=g21382]

certo che recalcati quanto a coesione del gruppo l'ho visto male...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:17.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com