Barros racconta i perchè del suo ritiro

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GRA1973
00mercoledì 16 gennaio 2008 20:55


Barros saluta e lascia. Un pezzo di storia del motomondiale se ne va con l’inizio di quesa stagione 2008, ed a sentirne la mancanza saranno tanto gli addetti ai lavori quanto gli appassionati, che ormai sono quasi 20 anni che ne seguono le gesta agonistiche in competizioni ai massimi livelli tra 500/MotoGP e Superbike.

Alex Barros non sarà al via quest’anno nel Motomondiale, per un ritiro maturato al termine di un 2007 che lo ha visto protagonista di diverse prove al top della forma, tra le quali spicca senza dubbio il terzo posto al Mugello con la Ducati Desmosedici GP7 del team Pramac d’Antin.

Una scelta non facile quella del brasiliano, che nella sua lunga carriera è stato pilota ufficiale di Cagiva, Suzuki, Honda e Yamaha, e che ora ha deciso di dire basta. I motivi? Barros ha deciso di raccontarli al magazine americano Cycle News, parlando di una diversa programmazione della ormai sua ex-squadra e la voglia - dopo tutti questi anni di corse - di combattere solo con moto competitive, al fine di centrare l’obiettivo inseguito da una vita: il titolo iridato.


Eccolo ai mircrofoni della rivista:

“Con il team d’Antin avevamo un accordo biennale: al termine della scorsa stagione, però, ci siamo parlati, e ho capito che non c’era la possibilità di continuare a correre. Il nuovo sponsor (Alice) e la Ducati hanno spinto per avere due piloti giovani in pista, e così hanno scelto altre strade per il 2008. Questa è la vita, queste sono le corse, ho capito la situazione e non mi sono fatto troppi problemi“.

Spazio ai giovani insomma, che Barros ha accettato senza troppi drammi, ma esclusa la GP il brasiliano non ha ripensato alla Superbike, dove ha comunque vinto una Gara a Imola nel 2006 con la Honda del team Klaffi. Ecco il perchè: “Ero in contatto con diverse squadre (Kawasaki PSG-1 e alcune strutture marchiate Honda, tra le quali il team campione del mondo Ten Kate, ndr), ma avrei accettato una loro proposta solo se c’era una reale possibilità di lottare per la vittoria. Il mio sogno era e, tutto sommato rimane, quello di conquistare il titolo iridato: correre solo per soldi o per fare il comprimario non mi interessa. Voglio vincere, non mi interessa altro, veramente“.

Da qui la scelta di ritirarsi definitivamente e di dedicarsi all’azienda di famiglia. Senza rimpianti? Parebbe di si: “In questo momento sono felice, non ho rimpianti.Per anni ho cercato di vincere il titolo mondiale, non ci sono riuscito: ecco, solo questo mi è mancato nella mia carriera. Ormai però la mia vita non è più dedita alle corse. Mi piacerebbe vedere al più presto un pilota brasiliano in MotoGP: da parte mia cercherò di fare il possibile perchè questo si verifichi al più presto“.

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