BOYKINS intervista dalla Futurshow station..

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
omer64 belin
00venerdì 14 novembre 2008 09:29
BOYKINS ALLA FUTURSHOW STATION



(13/11/2008 17.15.18)



Earl Boykins ha incontrato la stampa e risposto alle domande dei tifosi nel quotidiano appuntamento in onda su Futurshow Station. In apertura il Proprietario della Virtus Claudio Sabatini ha voluto ribadire con fermezza la smentita riguardo alle voci circolate in questi giorni che vedrebbero il neo coach bianconero Matteo Boniciolli ancora contrattualmente legato con la Scandone Avellino.

Ulteriori controlli sulle rassegne stampa dei passati mesi confermerebbero a suo avviso la tesi di una separazione assolutamente consensuale e priva di strascichi fra la società irpina e l’allenatore che Sabatini si è detto certo di poter tesserare regolarmente entro le 11 di domani.

Earl Boykins:
Earl, quanto sei stato sorpreso di sapere del cambiamento di allenatore dopo sole due sconfitte?

Il mio lavoro come giocatore è di giocare senza preoccuparmi del cambio di coach. Un giocatore deve sempre dare il meglio,indipendentemente dall’allenatore che c’è e se la società ha preso questa decisione evidentemente era giusto così.

Impressioni sul nuovo coach dopo qualche giorno di lavoro in palestra?

Posso solo dire che mi trovo molto bene con lui. Sono molto impressionato e contento: penso che siamo una squadra migliore ora, il team ha avuto una svolta, abbiamo più energia e credo che torneremo a divertirci giocando. Dal cambio di coach abbiamo vissuto giorni molto positivi a mio avviso.

In molti c’è stata l’impressione che qualcosa nel rapporto fra il precedente allenatore e la squadra si fosse incrinato, hai avuto questa sensazione?

I giocatori non decidono il cambio di allenatore, sono il presidente ed i dirigenti a farlo. Il nostro lavoro di giocatori è andare in campo e giocare chiunque sia il nostro allenatore in quel momento. Penso sia una domanda che va rivolta alla società, noi eravamo e restiamo concentrati sul gioco.

Cosa puoi dirci dell’atteggiamento, delle facce che si sono viste nell’ultima partita? Sei stato sostituito sul finale ed è sembrato che ci fosse qualche problema.

Per quanto mi riguarda penso che togliermi dal campo a un minuto dalla fine sia stata una decisione legittima del coach e come tale la accetto. In quanto alle facce penso fossero dovute al fatto che eravamo tutti dispiaciuti e arrabbiati per come stavano andando le cose. Sono state due sconfitte pesanti ed io per primo ero molto amareggiato.

Ti senti un po’ in colpa per quello che è successo nella squadra?Per per come avete giocato una persona ha comunque perso il lavoro…

Quando una persona perde il suo lavoro non è mai piacevole, significa sempre che qualcosa non funziona. Ti senti dispiaciuto, ma il business è anche questo, si prendono continuamente scelte prima di tutto nell’interesse della società. Queste scelte devono spronare i giocatori ad impegnarsi ancora di più e la squadra deve saper reagire al meglio a situazioni come questa.

Nel secondo tempo dell’ultima partita ti sei girato più volte a guardare la panchina e il coach, cosa stava succedendo?

Cercavo di capire esattamente cosa mi stava chiedendo il coach, non volevo ci fossero incomprensioni o semplice mancanza di comunicazione perché era una fase molto delicata della partita.

La tua preseason è stata alternante, ma quando è inziato il campionato hai dato subito l’idea di essere entrato a pieno ritmo nei giochi. Cos’è successo invece secondo te dopo le prime 3 partite?

Come leader della squadra mi prendo tutte le responsabilità delle sconfitte. A Pesaro, in casa. È stata colpa mia. Non ho paura di dirlo, non mi nascondo. Mi sento leader di questa squadra, so che è colpa mia se abbiamo perso e me ne assumo la responsabilità. So di dover dare il meglio perché non accada più e voglio lavorare duro con il nuovo coach per far capire a tutti quanto è importante saper reagire alle sconfitte.

Qual è la tua opinione sulla serie A e come valuti i tanti giocatori NBA che arrivano qui troppo spesso con leggerezza?

Non posso parlare per gli altri, ma nell’Nba ho imparato che nessuno mi avrebbe mai regalato niente. Non pensavo fosse facile qui, nulla nel basket per me è mai stato facile, ho dovuto conquistare i miei risultati con sudore e impegno. “there are no easy days”, qui come nell’Nba. Io credo di essere diverso dagli altri perchè metto sempre rabbia e passione nel gioco, non importa dove o in quale campionato. So che il livello della competizione è alto anche in Italia, ma ho voglia di vincere.

È stato più difficile di quello che ti aspettavi diventare un giocatore di grande impatto qui?

(sorride)Le ultime 2 partite abbiamo perso, è vero, ma le prime 3 le abbiamo vinte. Quindi la risposta è sia no che sì. Non penso né mi preoccupo delle mie prestazioni individuali, valuto in termini di vittorie e sconfitte e al momento siamo 3-2.

Avrai notato che sono pochi gli italiani di livello in Italia, mentre invece ci sono molti americani…

L’Italia e l’America sono simili: chissà..forse dovrebbero scambiarsi d’identità perché ci sono più giocatori americani bravi qui, ma in realtà a parte gli scherzi penso che questo serva a rendere il livello di gioco più alto ed è un bene per questo sport. Penso che qualunque nazione abbia più giocatori americani sarà migliore nel basket e va tutto a favore del bel gioco in fondo, quindi è positivo.

Tu sei un giocatore creativo: come applichi questa tua caratteristica nel gioco che crei per i tuoi compagni? Pensi di essere già riuscito ad esprimerti a pieno qui?

Credo che ogni giocatore debba fare dei sacrifici e io non sono diverso dagli altri. In questo senso l’Nba è diversa dall’Italia: è diverso lo stile di gioco perché devi sacrificarti di più e giocare per i compagni, non solo far bene individualmente. Qui so di dover fare cose diverse, in particolare per i miei compagni, ma sono contento perché so che in questo modo aiuto tutta la squadra.

Si parla molto degli americani in Europa, ma cosa pensi invece dei giocatori europei che a partire dagli anni 90 hanno scelto di giocare oltreoceano?Come vivono questa situazione i giocatori americani secondo te?

Oggi in America alla High school i ragazzi passano meno ore in palestra ad allenarsi con il coach. In Europa invece ci si allena di più e per questo il livello tecnico dei fondamentali qui è più alto. La vera differenza sta però nell’atletismo dei giocatori americani che genera poi differenze nello stile di gioco. Il gioco in America è più fisico, quasi tutti i giocatori di una squadra possono giocarsi l’1vs1 e andare a schiacciare. Quando arrivi qui invece devi imparare a giocare diversamente, con i compagni. In America se non sei atletico non giochi. Qui è diverso, devi giocare di squadra e lavorare di più per ottenere dei risultati.

Parlando di musica..sappiamo che ti piace 2Pac…

Penso che sia stato il più grande rapper di sempre. Non parla solo della vita di strada, dei soldi, delle macchine. Lui scriveva le sue canzoni per diventare un uomo migliore e per trasmettere dei messaggi importanti e dei valori a chi lo ascoltava. Nel 94 ad esempio c’era una sua canzone che mi piaceva molto: mi stavo preparando ad andare al college ed era eccitante,ma allo stesso tempo dovevo salutare gli amici ed andare via. Ascoltavo 2Pac e le sue canzoni mi facevano pensare a qualcosa di positivo anche se nel realismo dell’America.

Tu sei un esempio per tanti ragazzi: quando sei piccolo e non sei tanto alto pensi di non poter mai giocare basket, mentre vedendo te che con l’impegno ce l’hai fatta possono trovare ispirazione e scoprire la voglia di giocare.

Penso che questo sia perché io sono diverso dagli altri giocatori americani. Mi piace il modo di giocare in Europa perché è come mi hanno insegnato a partire dall’High School. Ci sono 3 cose importanti nel basket: cuore, testa e fondamentali. Il mio coach mi diceva sempre che il talento da solo non basta perché potrà sempre esserci l’avversario che ha più talento di te e per questo devi padroneggiare i fondamentali. A quel punto non ti importa più quanto è forte l’avversario, sai che puoi batterlo.
E stato questo il motivo del mio successo in Nba e non devi essere alto per farcela, tutti possono. A chi mi chiede consigli dico sempre che il basket è il gioco più semplice del mondo se lo conosci, altrimenti diventa molto difficile e allora non basta certo il talento naturale.

Il tuo sogno era diventare un giocatore migliore di tuo padre che non è stato professionista. Puoi dirci che giocatore era?

In America oltre al professionismo c’è il playground. Lui non ha avuto l’opportunità di andare al college, per questo non ha potuto diventare un giocatore professionista, anche se era un grande giocatore. Da quando ero bambino mi portava sempre con se e mi metteva nella squadra più debole: era molto duro nell’allenarmi, voleva farmi capire che nulla sarebbe stato facile. Mi diceva che non sarei mai diventato alto e che avrei dovuto impegnarmi duro in ogni fondamentale, imparare a fare tutto meglio del mio possibile avversario. Non avevo alternative. Sapevo che al momento della scelta a parità di capacità avrebbero optato per il giocatore più alto e sapevo che per essere notato dovevo essere semplicemente migliore. Sono molto riconoscente a mio padre per tutto questo ed è grazie a lui che oggi sono qui.

Ci sarà presto il primo derby: ne conosci il significato ti senti pronto. Cosa pensi di questo orario delle 12?

Penso che prima di pensare a dicembre dobbiamo concentrarci sulla prossima partita. So che il derby è molto importante, ma dopo 2 partite perse dobbiamo concentrarci prima di tutto su Rieti.
Anche nell’Nba giocare nel primo pomeriggio significa andare in tv, è considerata la partita del giorno per cui sono abituato.

Cosa hai imparato dell’italiano fino ad oggi?

Conosco i saluti principali e so ordinare al ristorante… amo la cucina bolognese..

Se fossi un giornalista, cosa scriveresti della Virtus in questo momento?

Il mio titolo sarebbe “ Virtus: the moment of truth”. È veramente un momento cruciale per noi.
(rivolto ai giornalisti presenti) Ecco ora potete pagarmi per il suggerimento.. in Euro va bene naturalmente…


Earl Boykins alla Futurshow Station




Valentina Calzoni
@vigor
00venerdì 14 novembre 2008 20:44
chiaro che non diventi boykins se non sei un ragazzo intelligente
PG01
00sabato 15 novembre 2008 10:02
diventi w.c. conroy.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:52.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com