Argentina 2004

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Wadi
00martedì 19 agosto 2008 09:49

Quancuno lo ha già letto, altri no.
L'ho ampliato rispetto alla prima volta, ho inserito foto e videos.
Buona lettura.


Febbraio 2004

Con mio fratello Lorenzo e Sergio, un mio carissimo amico italo/argentino, che all’epoca era pure mio collega.
Vi consiglio di tenere un mappamondo, o una cartina, o una mappa dell’Argentina vicino a voi durante la lettura di questo racconto, per aiutarvi a capire l’immensità di questa nazione e le chilometriche distanze che ho percorso durante gli spostamenti.
Inizio col dire che l’Argentina è 15 volte l’Italia, ha poco più di 35 milioni di abitanti, di cui quasi la metà vivono nella sola provincia di Buenos Aires.
La sua estensione va dalla Terra del fuoco (120 miglia marine dal Polosud) fino al confine con Uruguay, Brasile, Paraguay, Bolivia e su tutto il suo lato ovest c’è il Cile.
Ammetto, che prima di conoscere Sergio pensavo all’Argentina e mi veniva in mente “El pibe de oro” Maradona e già mi stavano tutti sulle balle, nonostante avessi conoscenti nati e vissuti là, invece poi parlandone, studiando e ricercando notizie viene fuori che è uno dei paesi al mondo con più siti eletti dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Dopo alcuni mesi di ricerche, di ipotetici tragitti da effettuare in due settimane, cartine e calcolatrici alla mano, pagine sul web alla ricerca di voli interni o di tratte da effettuare in Colectivo (Pullman) e soprattutto gli utilissimi consigli del padre di Sergio, che avendo fatto il camionista per anni in Argentina era a conoscenza delle distanze, dei tempi di percorrenza e dell’eventuale stato delle strade.
Il primo piano che stilammo lo avremmo potuto fare in 3 / 4 mesi, ma avremmo girato il paese quasi in lungo ed in largo.
Deciso il tragitto contattammo Jorgelina, la sorella di Sergio, che viveva là e si rese molto utile per la prenotazione degli spostamenti, in quanto risparmiammo più della metà rispetto a quello che avremmo speso prenotando dall’Italia.
Il Peso venne quotato un terzo del dollaro, per favorire esportazioni, agricoltura, carne, latte, cuoio, minerali e per rilanciare il turismo. Quando ci andai l’euro valeva 1,37 dollari americani e 3,70 pesos argentini (mentre adesso addirittura 1euro vale 1,4498 dollari, ma nel frattempo il costo della vita in Argentina è raddoppiato).
Volo transoceanico Malpensa – Ezeiza (EZE), l’aeroporto internazionale di BAires, 13 ore e mezzo di viaggio interminabile, non ero mai stato così tanto tempo su di un aereo.
Giunto al controllo bagagli mi fecero aprire la valigia e mi sequestrarono alcune cibarie (2kg di crudo di Parma, 1 kg di mortadella, 1 kg di parmigiano reggiano, il tutto rigorosamente sottovuoto) che avevo comprato da portare al nonno di Sergio che ci avrebbe ospitato a Mar del Plata e non era mai stato in Italia nonostante i genitori fossero originari delle Marche.
Mi avevano garantito che i controlli non venivano fatti ed invece quel giorno….picche…
Usciti dall’aeroporto fummo accolti da sole e 25 gradi di temperatura, avevamo lasciato Bologna dove c’era la neve per strada, si stava bene, ma la storia del sequestro mi stava veramente su.
Notammo che nonostante fosse una metropoli immensa il cielo era di un azzurro intenso.
Seguimmo le indicazioni di Sergio e ci recammo alla biglietteria del servizio navetta, Manuel Tienda De Leon.
Prendemmo il colectivo che ci portò all’aeroparque Jorge Newberry per il volo interno fino a Mar del Plata.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 09:50
Ezeiza rimane a sudest della capitale, strada facendo si passa davanti alla sede dell’AFA, il centro tecnico del AssociationFutbolArgentina, dove si prepara e ritira la “seleccion” prima dei grandi impegni internazionali.
Entrammo a BAires e vedemmo una città immensa, dove la periferia era piena di immensi condomini fatiscenti, auto che sembravano catorci, superstrade interrotte, cantieri aperti ed abbandonati, la crisi del 2001 si faceva sentire e soprattutto vedere ai nostri occhi.
Ritirammo i biglietti per MdP all’ufficio dell’Aerolinas Argentinas e facemmo un giretto fuori in attesa del volo, ci affacciammo su quello che pensavamo essere l’oceano Atlantico, di un colore caffelatte, orrendo, anche puzzolente.



Solo qualche ora dopo capimmo l’errore, era la foce del Rio della Plata , a 70 km dall’altra parte c’era l’Uruguay e Montevideo la capitale.
Un’oretta di volo e arrivo a MdP dove c’era Sergio ad attenderci.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 09:51
Giusto il tempo di appoggiare i bagagli e darci una rinfrescata, che prendemmo un autobus per il centro città, il lungo mare, l’oceano Atlantico, stavolta era proprio lui con le sue onde alte che si infrangevano sulla spiaggia stipata di gente e facemmo subito conoscenza con una bionda che ci accompagnò per tutto il viaggio, la Quilmes, la birra nazionale argentina.



MdP è una città a 700 km da BAires di 750mila abitanti, che nel periodo estivo, quando da noi è inverno, diventano 2 milioni e mezzo di persone.
Sempre ventilato, (ricordo sempre le imprecazioni di nonno Franco a riguardo, a volte anche troppo con svariati km di spiaggia libera e qualche immenso stabilimento balneare nelle vicinanze degli alberghi.
Si notano diversi stili architettonici dal fiammingo tedesco all’arabeggiante ecc..




Ambasciata italiana a MdP


Pieno di ambulanti senegalesi, ma la cosa che dava quasi fastidio era la gigantografia di Maratona, che pubblicizzava il museo a lui dedicato.
Ma la prima cena argentina tuttora è ricordata con piacere e spesso con mio fratello ne parliamo ancora a distanza di tanto tempo.
Il nonno di Sergio ci portò in una Carniceria, un’ex macelleria con annesso Asador, cioè una mega griglia dove lentamente vengono cotti enormi e teneri pezzi di carne alla brace.
Una taffiata indescrivibile, di sana e gustosa carne di bovino argentino, carne che si scioglieva in bocca al secondo morso, ma fate attenzione non sto parlando di filetto o di entrecote, parlo di pezzi meno nobili che in Italia non vengono nemmeno messi in commercio.
La Molleca (animelle), la Trippa gorda (intestino), la Morcilla (una specie di salsiccia misto carne e sangue che si può mangiare cruda appassita o cotto alla griglia), il Matambre (carne interna della pancia), addirittura la pelle dell’animale.
Un’ora filata a mangiare carne senza sosta per la cifra di 10euro (dieci) in 4 persone…
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 09:54

La macchina di nonno Franco

Il giorno seguente giretto in macchina con il nonno di Sergio, una vecchia Fiat 1500 familiare vecchia di 30 anni, forse, giro per la città, la vista da una collina di tutto il lungomare e posso assicurarvi che è veramente lungo, poi venimmo scaricati al porto e ci dissero di seguire una stradina trafficata da molti pedoni.
Camminavamo contro vento e ci colse una nauseante puzza, roba da dar di stomaco, non si riusciva a capire cosa fosse, le fogne avevano l’acqua chiara e non erano certo quelle.
Arrivammo i prossimità di un vero e proprio cimitero di relitti arrugginiti, vecchi pescherecci in disuso in una parte del porto, adibiti a colonia di leoni marini, belli, eleganti, rumorosi e molto, molto puzzolenti, probabilmente l’acqua semistagnante del porto e la loro chioma erano gli ingredienti di questo mix terribile.







Dimenticammo l’odore nauseante pranzando a base di pesce in un self service, anche spesa irrisoria, poi pomeriggio in spiaggia.
Cercando di prendere un po’ di sole e riuscire a fare il bagno in mezzo ad una folla di bagnanti.
I cavalloni ti riportavano in spiaggia, il colore del mare ricordava la riviera romagnola, fondo sabbioso, ma le acque profonde ed agitate erano molto diverse.
Assaggiammo i Churros e le Bolas, i primi sono una sorta di krapfen all’ungati, i secondi vagamente ricordavano gli arancini, sempre nella forma, entrambi fritti ma per niente unti, ripieni di Dulce de Leche una crema di latte condensato profumato alla vaniglia, un Mou allo stato cremoso, spalmabile.

Video, El viento di Mar del Plata. (per vedere i videos cliccare sulla foto, si aprirà una finestra)


Brutto giuda che razza di vento....
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 09:58
La sera, con la pelata completamente arrossata, fummo invitati a cena dallo zio di Sergio, altra mangiata di carne e conoscenza con il MATE.



Il mate è una tradizione tipicamente sudamericana, che vede Argentina e Paraguay farne un uso incredibile, trattasi di un infuso di Yerba Mate le cui piantagioni sono vicino al confine con il Brasile.
Spesso il bicchiere è di legno decorato, al cui interno viene messa l’erba e l’acqua bollente, zucchero per chi lo preferisce un po’ meno amaro(alcuni lo preferiscono con una scorza di limone all’interno), il tutto si beve attraverso una cannuccia detta Bombilla che alla base ha un filtro per aspirare solo l’infuso.
Fu un grande motivo di interesse vedere tutte queste persone aggregate a bere tutte insieme passandosi il bicchiere e parlando tra di loro.
Ad ogni ora bevono mate, mentre fanno qualsiasi cosa, mentre lavorano, mentre guidano.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 09:59
Il terzo giorno puntata in centro a MdP alla ricerca di un internetpoint per sapere il risultato del Bologna (festa grande, urla e schiamazzi, Udinese Bologna 1-3), ma soprattutto per trovare l’alloggio e valutare i prezzi per un’auto da noleggiare a Trelew la nostra prossima destinazione.
In attesa che aprisse l’ufficio Europcar, in un bar vedemmo pure i goals della partita sopracitata.
Qualche lavatrice per avere tutti i vestiti ed i ricambi pronti all’occorrenza, stava per iniziare il vero viaggio, il primo vero spostamento, da MdP a Trelew Patagonia settentrionale, provincia del Chubut, 19 ore di colectivo, partenza alle 21 ed arrivo alle 16 del giorno seguente.
Apro una parentesi, forse non tutti sanno che il colectivo, o autobus, o pullman è un’invenzione argentina dei primi del ‘900.
Trelew città fondata da gallesi a metà ‘800, esiste ancora una chiesetta con le croci celtiche, dove la domenica mattina dicono la messa in inglese.



Appena arrivati ritirammo l’auto (Renault Clio con 2 bozze sul parabrezza) prenotata a MdP e cercammo l’albergo, doccia, un giro per il paese e di corsa a cercare un ristorante che facesse carne, in particolare ci interessava il Cordero patagonico cotto al palo.

Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:02
Si tratta dell’agnello eviscerato, aperto per la pancia e praticamente cotto crocefisso appeso ad un ferro a T, cottura lenta vicino ad un falò.
I ristoranti in Argentina si dividono in 2 tipi, chi ha l’Asador (mega griglia, ne vidi una a Buenos Aires che sarà stata 4mt x 2mt che veniva sollevata con 2 argani a catene) e chi ha lo spazio effettua la cottura al palo, in un’ala della cucina ed i clienti possono vedere il tutto attraverso le vetrate.

Corderos y Costillas (Agnelli e Costolette)


Inutile cercare di spiegarvi il gusto della carne ovina che c’è là, fidatevi di me, squisita, in 3 ci siamo divorati mezzo agnello.
Tra l’altro permettetemi una battuta sul Cordero, noi in Italia abbiamo Cordero di Montezemolo, che guarda a caso ha sempre avuto a che fare con gli Agnelli…
Visitammo anche un interessantissimo Museo Paleontologico Patagonico, sugli animali preistorici ritrovati in Patagonia, nessuna traccia del Milodonte, enorme e leggendario mammifero preistorico, inseguito anche da Chatwin.
Il giorno seguente di buon ora in piedi e tutti in auto diretti 120km a nord destinazione Peninsula Valdés.

Video, In auto nella Peninsula Valdès


La penisola Valdés è un’oasi naturalistica protetta dall’Unesco, dal 1999, dove si possono ammirare nel loro habitat foche, elefanti marini nella parte sud a Punta Delgada, leoni marini a Punta Norte, mentre a metà della costa c’è una piccola colonia di pinguini di Magellano, in più vari tipi di uccelli ed i Guanaco, una specie di Lama non sputante.

I pinguini di Magellano


Elefanti marini


Leoni marini a Punta Norte




Guanaco


Attacco di un’orca, scansione di una cartolina


Video, Puerto Piramides


Il “centro” di Puerto Piramides


Da Puerto Piramides si può salire sui battelli che ti portano al largo per vedere le balene, che vanno in quella zona a riprodursi tra ottobre e dicembre ed in quei mesi si ha la certezza di vederle e se si è veramente fortunati si possono vedere le orche, che fanno la spola nuotando su e giù lungo la costa in attesa che qualche foca si spinga un po’ al largo per sferrare l’attacco mortale.
Purtroppo non siamo riusciti ad andare a Punta Tombo circa 200km a sud di Trelew una delle più grandi colonie di pinguini di Magellano, le strade sono normali, non sono super strade veloci, se poi ci si spinge nel cuore della Patagonia si trovano anche strade bianche, non asfaltate, tant’è che spesso si incontrano veicoli, auto e camion con delle vere e proprie inferriate saldate ai vetri per evitare che sassi lanciati da altri veicoli possano romperli, vedasi il parabrezza dell’auto noleggiata..
Altra curiosità legata ai mezzi su gomma a lunga percorrenza, date le grandi distanze argentine, quasi tutti i mezzi pesanti anno dei piccoli tubi metallici che collegano un compressore alle valvole delle ruote, cosicché in caso di foratura il pneumatico viene tenuto in pressione fino alla prima officina.
Passammo da Puerto Madrin, altra località turistica estiva, dove facemmo incetta di souvenirs.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:05
“La Patagonia, è un amante difficile. Lancia il suo incantesimo.
Un’ammaliatrice! Ti stringe nelle sue braccia e non ti lascia più”. Bruce Chatwin.

Sulla Patagonia che posso dire, spazi sterminati, un deserto pieno di arbusti, di dimensioni immense, ti senti veramente un puntino, sei nel mezzo del nulla.
Ho ancora negli occhi il tramonto che vedemmo durante un temporale, ad un certo punto le nuvole si aprirono, il cielo diventò tutto rosso e vedemmo un arcobaleno completo dai colori nitidi.
Chiaramente tutto filmato e fotografato…

Verso Puerto Madrin


Tramonto in Patagonia




Nuvole in fiamme


Video, Arcobaleno a Puerto Mardin

Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:10
Video, In auto per Villa Maria


Poi volo aereo Trelew-BAires-Cordoba, 250km in colectivo per Villa Maria dove vivono gli altri nonni di Sergio.
Il nonno è italiano a tutti gli effetti, nativo di Macerata, nel ’49, 19enne, parti per l’Argentina.
3 giorni di relax, riposandoci in vista della seconda metà del metà del viaggio, tra asado, Chorizos (salsicce) e Lomito (lomo=filetto).
IL MITO DEL LOMITO: si tratta di un pane tipo arabo aperto come un panino normale e mentre le due metà si fanno leggermente tostate, vengono messe a cuocere su di una piastra, due uova fritte ed un filetto battuto largo quanto il pane; il pane viene spalmato con le salsine richieste, poi pomodori a fette, filetto, insalata, uova, si chiude il Lomito, si stappa la Quilmes…y buen provecho!!
Un panozzo del genere pesos 3,80, al cambio 1,05 euro…..SPETTACOLO!!
Partecipammo anche ad una festa per un 50° anniversario di matrimonio.
Tutti mezzi italiani e 2 italiani, io e mio fratello, alla fine i festeggiati sembravamo noi, con un po’ d’imbarazzo.

Villa Maria


Lama a Villa Maria


Una piazza di Villa Maria


Per il resto eravamo attorniati da praterie, pascoli a perdita d’occhio, vacche, agnelli, maiali, cavalli.



Fabbriche per le lavorazione del latte, ma non formaggi o yogurt, Dulce de leche (dolce di latte) una crema al mou di latte ristretto profumato alla vaniglia.
Si può dire che questo sia il dolce nazionale argentino, lo spalmano sul pane ci farciscono i dolci, in particolare i Churros (simili a dei krapfen di forma allungata) e gli Alfajores(biscotti ripieni e glassati con meringa o cioccolata).


Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:12
Visita alla città di Cordoba, il cui centro storico fu eletto nel 2000 dall’Unesco patrimonio dell’umanità grazie alla presenza del blocco Gesuita, una serie di chiese e conventi e le Estancias.
“La compagnia di Gesù, fondata da San Ignazio di Loyola nel 1540 durante la controriforma, giunse nel continente americano più tardi rispetto ad altri ordini religiosi quali i Francescani e i Domenicani, ma s’installò rapidamente nella parte più meridionale del continente, fondandovi la provincia del Paraguay, sette delle missioni gesuitiche della regione dei Guaranì fanno parte della Lista del Patrimonio Mondiale.
Le Estancias, invece, sono degli stabilimenti rurali dove l’educazione evangelica si associava con attività economiche come l’allevamento del bestiame, il lavoro agricolo e la produzione artigianale.
Le Estancias comprendevano gli alloggi per i lavoratori e fabbriche per la produzione di calce, tegole, metalli e vetro, nonché grandi depositi.
La proprietà disponeva anche di sistemi di irrigazione, di chiuse, depositi d’acqua, ruote idraulichee mulini per la fabbricazione della farina.
Un insieme di sentieri e di canali collegava le Estancias gesuitiche tra loro.”


La cattedrale di Cordoba


Cordoba è capitale della provincia omonima. Ha una popolazione di circa 1.500.000 abitanti.
Venne fondata nel 1573, vi sono 3 università e ospita la più antica università argentina (1610).
Ogni chiesa o edificio storico hanno la peculiarità di avere la propria immagine ricostruita sul lastricato davanti, quasi come se la facciata fosse riflessa per terra.
Cordoba è anche famosa perché ospita la tappa del mondiale di rally, sulla sierra a nordovest vicino alla cittadina Carlos Paz.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:14
Con il volo Cordoba-PuertoIguazù iniziava la nostra ultima settimana.
Puerto Iguazù, provincia di Misiones, una lingua di terra argentina tra Brasile e Paraguay, famoso per Las Cataratas de l’Iguazù, le enormi cascate naturali, set del film Mission con Robert De Niro e Jeremy Irons.
Patrimonio dell'umanità dal 1984.
In mezzo ad una foresta pluviale venimmo accolti da 35 gradi belli umidi, ma per fortuna l’Autan riuscì a tenere lontano i mosquitos, delle mini-zanzare piuttosto cattivelle.
Il panorama era cambiato radicalmente, la terra era rossa, per via dei minerali nel sottosuolo, gli alberi enormi e pieni di fogliame e tutte le distese disponibili non erano adibite ai pascoli, ma alla colture di yerba Mate.
Prenotammo il volo in elicottero di 30 minuti per sorvolare le cascate, il triplice confine (Argentina, Brasile, Paraguay) e la diga di Itaipu, una della più grandi del sudamerica con le sue 20turbine.
180 dollari a testa spesi bene, uno spettacolo.



La Garganta del diablo


L’arcobaleno divide Argentina a destra e Brasile a sinistra


Il triplice confine, Brasile a sx, Argentina in alto, Paraguay a dx.


La diga dell’Itaipù


Video, Appena scesi dal tour in elicottero

Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:15
Prendemmo anche un pacchetto di escursioni:
le miniere di quarzo ed altri minerali, di Wanda una miniera cielo aperto, una delle più grandi dell’America del sud, dove incontrammo un gemmologo di Lucca, che trascorreva 5/6 mesi lì cercando di fare da interprete ai turisti italiani e vendere loro anche qualche pietruzza nel negozio, mentre il resto dell’anno lo passava in Italia piazzando le pietre che comprava dalla miniera ed importava da noi:



la missione gesuitica di San Ignacio de Minì con tutta la Estancia, o quello che ne rimaneva;


Il rio Paranà


e una cena a Foz do Iguaçù, appena passato il Rio Paranà, subito dopo confine brasiliano, con spettacolo annesso, ogni nazione del sudamerica era rappresentato con una canzone come “Cielito Lindo” per il Messico o “No llores por mi Argentina” per l’Argentina, mentre per il brasile un meraviglioso, colorato e travolgente spettacolo di Samba.
La cena? Cucina internazionale, dal sushi, agli spaghetti alla panna, meglio fu concentrarsi sulla carne come al solito.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:17
Venne finalmente il giorno della visita delle cascate.
Dal visitor center un trenino vicino alle cascate minori, mentre la coincidenza di un altro trenino porta fino ad una pesserella che percorsa a piedi ti apre il magnifico spettacolo della “Garganta de el Diablo”, la gola del diavolo, così si chiama la cascata maggiore a forma di U, un salto di 80 mt, con una portatra d’acqua quattro volte superiore a quelle del Niagara, con la foresta pluviale attorno.

Video, La Garganta del diablo (La gola del diavolo)




Quando ci si affaccia sul salto il frastuono è tale che è inutile parlare col vicino, gli schizzi d’acqua sono tali che è d’obbligo l’impermeabile.
Poi via di corsa lungo la passerella per andare a vedere gli altri salti ce ne sono circa 250 e per vederli quasi tutti ci sono 7,5 km di percorso tra sentieri e scale.
Come da tradizione dei paesi sudamericani in ogni città ci sono piazze strade e vie dedicate ai padri della patria, a quelli che hanno liberato le nazioni dai colonizzatori e a Iguazù hanno battezzato i salti dedicandoli ai vari Sarmiento, Mitre, Bolivar ecc…

Video, Un altro salto


Scendendo verso il fiume si ha una prospettiva frontale della Garganta e scesi fin giù un piccolo battello ti porta sull’isola San Martin dalla quale si vede bene l’omonimo salto d’acqua.
Il fiume delimita il confine con il Brasile così come la cascata.
Ci sono dei gommoni che ti portano fin sotto ai salti, il che non è male se ci sono 40 gradi a patto che tu abbia dei sacchetti di plastica con cui proteggere macchine fotografiche e videocamere, arrivano fino ad un centinaio di metri dalla cascata maggiore e lì lo spettacolo ti ammutolisce.

La gola del diavolo, vista frontale


Il salto San Martin


Fatta retromarcia il gommone ti porta ad un paio di km lungo il fiume, facendo derapate divertendo i turisti prima di farli scendere ad un molo galleggiante da dove a piedi si sale sul cassone di un camion ed una guardia forestale ti spiega i segreti delle foreste pluviali, parlando di flora e fauna.
Il giorno successivo abbiamo visto le cascate dal lato brasiliano, il percorso era di solo 1 km, ma si vedevano tutti i salti del lato argentino.

Vista dal lato brasiliano


Nel lato Brasiliano non ci sono salti ci sono però due alberghi giganti proprio di fianco alla cascata principale.
Le cascate sono abitate da diversi animali, lucertoloni, scimmie dagli occhiali, felini vari, tucani e soprattutto il Coattì una specie di procione dalla coda lunghissima.

Coattì


Già che eravamo in zona facemmo anche una capatina a Ciudad del Este in Paraguay, e lì miseria nera per strada chiunque prova a venderti qualcosa, dai bambini alla nonnine, veramente un gran brutto posto.
L’ultima sera mangiammo il Surubì, un pesce che può raggiungere anche i 3 mt e che vive nel fiume Paranà (largo 2/3 volte il Po),
Nonostante sia un pasce di fiume è veramente saporito, la polpa ricorda la coda di rospo, ma è più magro.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:18
Arrivò anche il giorno del trasferimento a Buenos Aires, su un colectivo “Cochecama” cioè viaggi e dormi, un pullman immenso su due piani con solo 40 posti, così poche poltrone danno la possibilità di abbassare lo schienale e ti sembra di dormire sulla sedia del dentista, è stato il viaggio più comodo della vacanza.
A bordo cui hanno trattato meglio che in aereo, biscottini a caramelle appena saliti a bordo, alcolici gratuiti nella notte, videos al plasma per vedere films durante tutto il viaggio (unico problema in Argentina pochi films vengono doppiati, spesso sono solo sottotitolati)
Ottimo il servizio sempre presenti le hostess, buono anche il cibo, nel piano di sotto c’era una piccola cucinetta.
Anche i bagno era confortevole.
20 ore ed eccoci nella città delle “buone arie”.
Come ho già detto all’inizio BAires è immensa, super trafficata, ma il cielo e azzurro intenso, anche perché il 90% delle auto e dei mezzi vanno a gas metano.
Ci mettemmo in coda per cercare un taxi, un’oretta per averne uno e poi ce ne capita uno guidato da una donna.
Taxi piccolo, io davanti, Sergio e Lorenzo dietro con valigie sulle gambe.
Nel traffico di BAires la signora ci ha dato dimostrazione di cosa vuole dire essere conterranei del grande Fangio.
Una pazza!
Sembrava di stare sulle montagne russe, un paio di volte ci eravamo già visti schiantati contro altri taxi, praticamente sono tutti dei funamboli del volante.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:22
Due date sono famose nella storia argentina.
25 mayo 1810 (25 maggio 1910) cittadini armati espellono il viceré di Spagna e stabiliscono un governo provinciale per l'Argentina.
9 julio 1816 (9 luglio 1816) l’Argentina dichiara l’indipendenza dalla Spagna.
Queste due date danno il nome a due luoghi importantissimi della capitale federale, plaza 25 de mayo e l’avenida 9 de julio.

Plaza 25 de mayo, la piazza principale su cui si affaccia la Casa Rosada dove vive il presidente dalla repubblica.

La Casa Rosada e Plaza 25 de mayo


Il “cabildo”, la vecchia casa del sindaco


La cattedrale di BAires, su plaza 25 de mayo


L’avenida 9 de Julio il viale con l’obelisco al centro, il simbolo più fotografato della capitale argentina, il viale è immenso, sono 2 carreggiate da 10 corsie l’una e per attraversarlo ti ci vogliono una decina di minuti, causa semafori.




Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:24
Poi a piedi verso il porto, verso la Republica de la Boca, il quartiere degli italiani.
La Boca con le sue case colorate, il suo suono di fisarmonica, il suo ritmo è il tango, il museo del Caminito, i giovani in costume che ballano e danno spettacolo attirando i turisti.







Il quartiere del BOCAjuniors e del suo storico stadio, la Bombonera con tour annesso.

Interno dello stadio, sulla destra “la doce”


Vi spiego solo questo: il BOCA entra allo stadio da un portone immenso adiacente alla Doce, la 12 (il dodicesimo in campo), la curva dei supporters più caldi e va direttamente nello spogliatoio dotato di ogni confort e sale al campo dagli scalini che sbucano a metà campo; gli avversari invece scendono dal pullman e fanno 50 mt a piedi mentre dalle tribune cade di tutto, entrano allo stadio da una porticina sotto alla Doce e mentre i tifosi saltano e urlano questi attraversano due palestre e si infilano in un magazzino adibito spogliatoio, infine escono da una sorta di botola a ridosso della curva calda del tifo boquense.
Solo negli ultimi anni li hanno obbligati a fare entrare le squadre avversarie facendole passare sotto ad un tunnel gonfiabile.



Conferenza stampa di Sergio….



Proseguendo la visita alla città passammo dal monumento ai caduti della guerra delle Falkland o meglio delle Islas Malvinas.





Lungo tutto il tragitto del viaggio c’erano cartelli che rivendicano la proprietà delle isole da parte dell’Argentina: “Las Malvinas son argentinas”.



Wadi
00martedì 19 agosto 2008 10:25
Visitammo anche il cimitero della Recoleta dove vi sono sepolti numerosi eroi argentini tre i quali Evita Peron.



Il palazzo del congresso


Lì vicino c’è anche un parco in stile giapponese dono della comunità del sol levante alla città.

La campana della pace


Il bastone “spaventapasseri”



Questo è tutto il mio viaggio in Argentina ed è solo un quarto di quello che avremmo voluto vedere quando iniziammo a studiare il tragitto.
C’è il progetto di un ritorno in Argentina, stavolta da BAires si andrebbe in volo direttamente a Ushuaia la città della terra del fuoco, poi tra aerei e colectivos si risalirebbe attraverso Rio Gallego, facendo la parte andina, i parchi dei ghiacciai, Los Glaciares e PeritoMoreno, la zona dei laghi di San Carlos de Bariloche fino a Nequen e poi tutto quello che si riuscirà a vedere.
Il sogno sarebbe riuscire ad andarci nel febbraio 2007, si vedrà e vi terrò informati.

PS. una cosa che ho notato in tutti i posti, per tutto il giorno si sente odore di brace che arde, poi all'avvicinarsi del pranzo e della cena questo odore muta e diventa un meraviglioso profumo di carne che arrostisce e mentre sale l'aquolina non vedi l'ora di metterti a tavola e banchettare, magari accompagnando il tutto con gli ottimi vini di Mendoza, una città ai piedi delle Ande estremamante fertile e rigogliosa.
I vini sono di ottima qualità, la maggior parte sono vitigni francesi, ma ultimamente anche quelli italiani stanno prendendo piede.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 11:38
LE MADRI DI "PLAZA DE MAYO", da Wikipedia, cliccate qui

Le madri di Plaza de Mayo sono diventate ormai un’istituzione, un esempio, un simbolo. Sono l’emblema dell’amore materno che vince ogni ostacolo, non si placa, non si arrende. Sono la forza, la costanza, la pazienza di lottare, combattere, chiedere giustizia. Sono le mamme dei desaparecidos, di quella moltitudine di ragazzi scomparsi nelle fauci della dittatura, sequestrati, arrestati, mai processati, svaniti. Nel nulla.

Quel che è certo è comunque che non sono scomparsi dalla vita di tutte quelle madri che da decenni pretendono la verità, vogliono giustizia, chiedono la fine dell’impunità. E lo fanno urlando al mondo il loro dramma, mostrando instancabili le foto dei loro figli, gridando in faccia a tutti che i desaparecidos hanno un volto, un nome, una dignità che va loro restituita. Sono tante, unite, organizzate. E andranno avanti.

Ormai sono un’istituzione, dunque, con un proprio peso sociale e per molti versi anche politico, ma la loro storia è una parabola da non dimenticare.
Quando nel 76 si instaura la dittatura in Argentina erano già iniziate le desapariciones. Sporadicamente, in due anni, erano spariti già 600 uomini. E 600 madri già piangevano, attendendo fiduciose che tornassero a casa, prima o poi. Ma con la dittatura i desaparecidos centuplicarono in poco tempo. Specialmente a Buenos Aires.
E le madri non rimasero più in casa ad aspettare.
Iniziò dunque un pellegrinaggio spontaneo agli uffici di polizia, nelle carceri, al ministero degli Interni, nelle chiese. Donne determinate chiedevano notizie dei propri figli, ogni giorno.

Ogni giorno le stesse donne incrociavano i loro sguardi, si riconoscevano, si confortavano. A qualcuna venne in mente di trasferire quel loro pellegrinaggio in una della piazze principali, Plaza 25 de Mayo, la più in vista, quella che ospita la Casa Rosada e la Cattedrale, quella dei poteri forti. Ci andarono un giovedì. Era maggio. E là sentirono di essere nel posto giusto, e là restarono.

Il foulard bianco, simbolo delle Madri di Plaza de Mayo, dipinto sul selciato della piazza.


“Negli altri luoghi del potere c’erano sempre scrivanie che impedivano il contatto diretto con l’interlocutore, c’era sempre la burocrazia che complicava tutto – ha spiegato Hebe de Bonafini, presidente dell’Associazione Madres Playa de Mayo. - In piazza invece no. In piazza tutte eravamo uguali. A tutte avevano sequestrato il figlio, tutte stavamo passando lo stesso dramma, tutte eravamo andate negli stessi luoghi. Fu come se nessuna distanza e nessuna differenza ci diversificasse. Per questo ci sentimmo bene. Per questo la piazza ci raggruppò. Per questo la piazza ci consolidò”.

E da lì, porta a porta, le madri andarono in cerca di altre madri. E il gruppo crebbe, si rafforzò. E nacquero le prime azioni congiunte, inizialmente del tutto spontanee, poi sempre più programmate, mirate. Iniziarono le marce. Marce sul posto, da non scambiare con le ronde. “La ronda è girare intorno a qualcosa – ha sempre precisato la presidente – mentre noi camminavamo per qualcosa, verso qualcosa. Marciavamo per la verità. Per la giustizia”.

E da quel giovedì di maggio di più di trent’ anni fa, la voce delle madri non ha mai cessato. E anzi si è moltiplicata, purtroppo alimentata da altri sequestri, altre mamme addolorate, altre donne che pretendono giustizia. E adesso il loro obiettivo è ancora più grande: “Pretendiamo che il nostro popolo continui a organizzarsi – precisa Hebe - che le associazioni di base crescano e si rafforzino, in ogni quartiere, in ogni angolo. Auspichiamo che l’effervescenza avvertita negli anni 70 torni nell’animo del nostro popolo, che vediamo stanco, depresso, ma che sappiamo pronto a scendere in piazza appena punzecchiato. Noi Madres continueremo a lottare per la vita del nostro popolo. Per il nostro popolo e con il nostro popolo. L’intento è arrivare a ottenere quella cultura, quell’educazione popolare che ci permetta di ottenere un governo che sia realmente il rappresentante di ciò che noi chiediamo, e non come adesso che stiamo solo votando, senza che a noi sia veramente possibile essere eletti. Un giorno lo avremo questo governo, che con giustizia condannerà gli assassini che ci hanno fatto vivere tanto orrore in questi anni. Questo è quanto vogliamo. Niente più”.
Wadi
00martedì 19 agosto 2008 11:44
Tango!!
Da Wikipedia

Il tango argentino è una forma d'arte che comprende musica e danza nata a Buenos Aires e Montevideo intorno alla seconda metà dell'800.

Bandoneon


Il tango utilizza per le sue esecuzioni uno strumento, forse inventato o forse popolarizzato dal musicista tedesco Heinrich Band, il bandoneon, una sorta di fisarmonica di legno con dei fori la cui apertura o chiusura con i polpastrelli produce le note, e che ha la caratteristica di cambiare la nota a seconda se il mantice viene compresso o invece dilatato. Pur essendo una musica molto sincopata, non utilizza strumenti a percussione ed anche gli altri strumenti utilizzati vengono suonati in modo del tutto particolare per dare forti accenti di battuta e segnature ritmiche. La sua struttura armonica, però, è tipicamente italiana. In principio il tango si affermò come musica popolare nel rapido e tumultuoso sviluppo di Buenos Aires, che in breve passò da 210.000 a 1.200.000 abitanti.
I grandi autori di tango (Le Pera, Contursi, Discépolo, Solanas, Troilo, Esposito, Gardel, Filiberto, Razzano, Cobiàn, Cadicamo ed altri) ne fecero una musica nazionale.

Fra i cantanti vanno ricordati Carlos Gardel, Roberto Goyeneche detto 'il polacco', Edmundo Rivero, Julio Sosa, Tita Merello. Tra i musicisti e direttori di orchestra: Juan D'Arienzo, Astor Piazzolla, Francisco Canaro, Carlos Di Sarli, Aníbal Troilo, Osvaldo Pugliese.

Il tango argentino ha sempre continuato ad evolversi e negli ultimi anni si è affermato un genere conosciuto come tango elettronico le cui note accompagnano le esibizioni dei migliori ballerini contemporanei. Nel tango elettronico sono da evidenziare le orchestre: Gotan Project, Electrocutango, Narcotango


Brani musicali famosi:
Mi Buenos Aires querido (Gardel-Le Pera)
La ultima curda (Cadicamo-Cobian)
La canciòn de Buenos Aires (M.Romero-A.Maizani-O.Cufaro)
Malena (Manzi-Demare)
Malevaje (Discépolo-Filiberto)
Mano a mano (Gardel-Flores-Razzano)
Caminito (Filiberto-Coria Peñalosa)
Cambalache (Discépolo)
Che bandoneon (Troilo-Manzi)
Che papusa oi (Cadicamo-Matos Rodrigues)
Solo (Solanas)
Yira... yira... (Santos-Discepolo)
Yuyo verde (Esposito-Delfino-Domingo)
Vuelvo al Sur (Piazzolla-Solanas)
La Cumparsita (Gerardo Matos Rodriguez)
El Choclo (Ángel Villoldo)
La Yumba (Osvaldo Pugliese)
Bahía Blanca (Carlos di Sarli)
Jalousie (Jacob Gade)
Libertango (Astor Piazzolla)
Desde el alma (R. Melo)
Por una cabeza (Alfredo Le Pera-Carlos Gardel)
Nostalgias (Cobián-Cadícamo)
A media luz (Lenzi-Donato)
Uno (Mores-Discepolo)
Naranjo en flor (Homero y Virgilio Exposito)
El dia que me quieras (Alfredo Le Pera-Carlos Gardel)
Sur (Homero Manzi-Anibal Troilo)
Volver (Alfredo Le Pera-Carlos Gardel)
Verano Porteno (Astor Piazzolla)


Il tango argentino è un ballo basato sull'improvvisazione, caratterizzato dalla sua eleganza e passionalità. Il passo base del tango è il passo in sé, dove per passo si intende il normale passo di una camminata.
Essendo un ballo di improvvisazione, in pista non esiste l'idea di sequenze di passi predefinite, e sta alla fantasia dei ballerini costruire come in un dialogo il proprio ballo.
La posizione di ballo è un abbraccio frontale asimmetrico in cui l'uomo con la destra cinge la schiena della propria ballerina e con la sinistra le tiene la mano, creando quindi una maggiore distanza tra la spalla sinistra dell'uomo e la destra della donna.

Poche regole semplici dettano i limiti dell'improvvisazione: l'uomo guida, la donna segue.
Fondamentalmente è l'uomo che chiede con un linguaggio puramente corporeo alla propria ballerina di spostarsi.
Tuttavia, per motivi didattici sono state introdotte delle sequenze con passi predefiniti, come la Salida basica.

Il luogo dove si balla il tango argentino è chiamato milonga talvolta Tangueria.

Il tango argentino è caratterizzato da tre ritmi musicali diversi ai quali corrispondono altrettante distinte tipologie di ballo:
Il Tango, la Milonga e il Tango Vals (Vals criollo).

Musicalmente il Tango ha un tempo di 4/4 o 2/4, come la Milonga. Il Tango Vals che, come tutti i Waltzer, ha un tempo di 3/4, viene ballato su 4 battute.

I ballerini di tango praticano differenti stili, facenti capo a grandi interpreti delle sue fasi storiche, o ai quartieri di Buenos Aires o cittadine nella sua vicinanza, dove si sono contraddistinti. Vengono spesso ricordati José Benito Ovidio Bianquet detto "El Cachafaz", o Carlos Gavito recentemente deceduto e noto per aver introdotto un tipico abbraccio "sbilanciato", e Gustavo Naveira a cui si deve gran parte dell'evoluzione del tango moderno. Alcuni stili di ballo sono: Apilado, Milonguero, fantasia, salòn, show, Avellaneda

Alle origini del tango argentino troviamo il canyengue, intorno al 1880. Tipici i movimenti rapidi e corti (arraballero). Soppiantato negli anni '40.

Lo stile milonguero è caratterizzato da un abbraccio stretto e movimenti contenuti e adatti agli spazi ristretti. Uno stile sobrio, semplice e passionale.

Il tango salon, nato nel passato nei salotti dell'aristocrazia, è caratterizzato da abbraccio più largo rispetto al milonguero, maggior rispetto per l'asse, una ricerca per l'eleganza e la spettacolarità del movimento.

Negli show o spettacoli vari sia in teatro che nelle strade i ballerini si esibiscono nello stile detto "Tango show" caratterizzato da figure coreografiche e passi di forte effetto spettacolare, ma meno "sinceri" rispetto al tango argentino tradizionale.

Negli anni '60 e '70 si afferma il tango fantasia, che molto si distacca dal tango tradizionale.

Negli anni 2000 si è sempre più affermato un genere noto come tango nuevo ballato soprattutto sulle note del tango elettronico. Un movimento vero e proprio si è venuto a creare attorno alla ricerca costante di nuove forme di movimento nel Tango, in Europa e di ritorno nella stessa Argentina. Esponenti "guru" di questo nuovo stile catalizzano spesso l'attenzione del panorama tanguero, portando il Tango oltre la sua forma, ma tuttavvia proprio dentro la sua essenza che è quella di essere sempre mutevole, storico, cangiante. Fra di esse possiamo citare Pablo Veron, esponente di punta e famoso interprete della pellicola più celebre degli ultimi anni "Lezioni di Tango", Gustavo Naveira, Fabian Salas, Sebastian Arce e Mariana Montes, Chicho Mariano Frumboli, Esteban Moreno e Claudia Codega, Eugenia Parrilla, Ezequiel Farfaro e molti altri. In Europa si assiste ad una diffusione del Tango capillare, in grande crescita; segno di questo il proliferare delle tanguerie, luoghi del "tango sociale" ma anche la nascita di compagnie che rappresentano il Tango sul palcoscenico in modo nuovo originale (fra di esse ricordiamo Union Tanguera, Tango 3001, NCTangueros, Meditango).

CAMINITO - it.youtube.com/watch?v=clZEyMqQotg&feature=related

A media luz - it.youtube.com/watch?v=dMBVTDaac6g&feature=related


Libertango, di Astor Piazzolla, famosissimo tango usato per vari spots in Italia.



Santa Maria del Buen Aire, dei GoTan Project.


GoTan Project è un gruppo musicale francese, formato nel 1999 dai musicisti Philippe Cohen Solal (tastiere) e Eduardo Makaroff (chitarra ed alcuni strumenti a corda), ai quali si è aggiunto successivamente Christoph H. Müller (programmazione strumenti elettronici). La formazione di base si avvale inoltre della collaborazione di alcuni musicisti argentini, tra i quali il pianista Gustavo Beytelmann e la cantante Cristina Villalonga. Lo stile musicale è il tango, di cui la parola gotan è un anagramma, ma con basi ritmiche tipiche della musica elettronica e house; ne risulta una gradevole miscela tra vecchi strumenti tradizionali del tango argentino, come il bandoneón, ed alcuni nuovi strumenti musicali, come campionatori e drum machine.

Le prime apparizioni risalgono al 1999, quando una loro cover di Last tango in paris, brano di Gato Barbieri, viene inserita nella compilation Hotel costes, selezionata dal noto DJ Stéphane Pompougnac. Molti dei DJ più quotati iniziarono ad inserire pezzi dei GoTan Project nelle loro playlist, o ne realizzarono remix di gran successo. Alcuni di loro verrano poi citati nel brano Chunga's revenge, cover di un brano di Frank Zappa. Nel 2001 pubblicano l'album La revencha del tango, che ha venduto oltre 1'000'000 di copie
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