Aldo Moro - Il Presidente

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00sabato 10 maggio 2008 16:14


E' il 9 maggio 1978 quando, dopo 55 giorni di prigionia, il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, viene ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, posta emblematicamente a metà strada tra Piazza del Gesù e via delle Botteghe Oscure. Aldo Moro era nato a Maglie, in Puglia, nel 1916. Il 16 marzo 1978 è stato sequestrato a Roma, in via Fani (zona Monte Mario) dalle Brigate Rosse e in quell'occasione gli uomini della sua scorta sono stati massacrati.
Ci sono da quel momento vari ultimatum, pena la vita dello statista. Le Brigate Rosse chiedono un riconoscimento politico del loro movimento e la liberazione dei brigatisti sotto processo a Torino. PCI-DC sono per la "fermezza", "rifiutare ogni compromesso", il PSI è invece per la trattativa. Passano diversi giorni di lacerazioni politiche e inutilmente vengono mobilitati politici di ogni Paese, l'allora Papa Paolo VI e finanche Cosa Nostra.
A distanza di 30 anni Canale 5 ricorda la figura di un grande statista con una fiction, in onda venerdì e domenica sera. Costruito con la massima aderenza alle risultanze processuali, "Aldo Moro è tutto poggiato su fatti certi, lasciando le porte aperte alle ambiguità - spiegano gli sceneggiatori Salvatore Marcarelli e Francesco Piccolo - Inoltre abbiamo cercato di raccontare anche le responsabilità palesi, le inettitudini e le incapacità di uno Stato del tutto impreparato davanti ad una simile tragedia".
Solo quattordici anni aveva Gianluca Maria Tavarelli, quel 15 marzo del 1978: "Ma anch'io, come tutti, ricordo dov'ero quando accadde il rapimento. Dirigere questa fiction, quindi, è stato per me un viaggio alla scoperta della verità. Una verità parziale, certo, ma autentica, senza pregiudizi. E guidata soprattutto dalla volontà di capire". "In questo caso la Tv privata ha fatto servizio pubblico - sottolinea il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri - compiendo, attraverso la ricostruzione filologica del periodo, un'opera di divulgazione storica".
Michele Placido (voto: 8), intenso e sofferto interprete, conferma che "vivendo l'attore di emozioni, questa emozione è stata per me enorme. Ricordo d'aver visto Aldo Moro quando avevo solo 5 anni: venne a visitare la sede dell'Azione cattolica guidata da mio padre. Quando lo rapirono avevo 30 anni. Per me, e per tutti quelli della mia generazione, la sua figura ha sempre evocato quella del padre. Ci tengo a ricordare che Aldo Moro è stato un martire. E che della sua fine si parla troppo poco come di un martirio". La fonte di ispirazione principale per il protagonista sono state, naturalmente, le lettere scritte dal carcere delle Br. "Un documento da cui esce fuori un gigante. Un uomo che affrontando la morte con dignità, e non affidandosi più agli uomini, e alla fine nemmeno più al Papa, rivela il suo misticismo assoluto. Non so quanti altri politici avrebbero dimostrato, nella stessa situazione, un'uguale statura umana e una medesima forza morale".
Alcuni osservatori hanno notato che alla fine della proiezione, in anteprima alla Fondazione della Camera dei Deputati, nessuno dei politici della Prima Repubblica presenti (Andreotti, Colombo, Forlani, Signorile) ha applaudito. "Ma paradossalmente proprio il politico che abbiamo trattato peggio, e cioè Francesco Cossiga, ha avuto verso questa fiction un atteggiamento molto costruttivo - rivela a Il Giornale il regista - Ha avanzato solo minime critiche e non ha chiesto nessun taglio, riscontrando molte analogie fra la rappresentazione dei fatti e la realtà". Il responsabile della Fiction Mediaset, Giancarlo Scheri, ha infine osservato "che la nostra platea è molto giovane, la maggior parte dei ragazzi che guardano la Tv non ha vissuto quegli anni, e con Aldo Moro noi rispondiamo al nostro dovere di raccontare loro queste storie, pur essendo un network commerciale". "È stato un lavoro di scrittura lungo due anni - dichiara Pietro Valsecchi che ha scritto anche il soggetto, oltre a esserne il produttore per la Taodue assieme a Rti - Quest'opera è frutto di un lungo lavoro di ricerca. Grazie al mio editore, Piersilvio Berlusconi, continuiamo il percorso che unisce qualità e contenuti in tv, dal racconto dei fatti di Nassiriya a Borsellino, Wojtyla, Dalla Chiesa, Montessori".

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