Bologna, le incognite di Meleam - E Baraldi: "Allora me ne vado io"
Attendo sempre più con curiosità il suo piano industriale.
Anche l'idea delle comproprietà sui giovani non mi sembra un idea pessima per una società con pochi soldi.
Ovvero: detto che Pasi non ha ancora dimostrato niente (in primavera quest anno ha segnato 3 volte) cedo una sua metà con una altro giovane che intanto sta già giocando titolare in C2. In questa maniera ho almeno la metà di 2 prospetti che non è detto che esplodano ma aumentano le possibilità di trovarne uno buono.
Effettivamente tenersi tutto pasi perchè poi diventi un Francesco Della Rocca, un Alex Pederzoli o un giocatore qualsiasi meglio questa politica.
Poi è ovvio che se tra le mani hai un Casarini che già gioca in serie A...di quello non cedi la metà.
Ma tra Casarini e Pasi c'è un bel po' di differenza!
Poi se uno di questi diventa un fenomeno avrai sempre la metà...e se la metà fosse quella presa dall'altra squadra? Avresti fatto un gran numero!
Comunque l'articolo di Repubblica parla della posizione di Baraldi nel confronto di quei burloni della Meleam
Bologna, le incognite di Meleam
E Baraldi: "Allora me ne vado io"
Il direttore generale pronto a lasciare se l'affare andrà in porto. I Menarini chiedono chiarezza
di Simone Monari
La Meleam da una parte, i Menarini dall´altra, in mezzo il Bologna. Attivo sul mercato, rinfrancato dai 7 punti delle ultime tre gare, rinvigorito dalla sferzata che Baraldi sta imprimendo. «Ma se entra la Meleam, io me ne vado in un minuto», diceva ieri il direttore generale. «Sono venuto coi Menarini, il resto non m´interessa».
L´asse creatosi fra il dg e il presidente Francesca è innegabile ed è una sensazione forte che siano in ribasso le chances dell´azienda pugliese che l´8 gennaio ha formulato un´offerta scritta di 20 milioni per acquisire il club rossoblù. Ma resta il fatto che il Bologna ha controfirmato la proposta, consegnando i libri contabili alla Meleam e ad un´Ati, un´associazione temporanea di imprese, dietro la quale nessuno sa, ora, chi ci sia. Ieri, in una nota messa sul sito rossoblù, la famiglia Menarini ha ribadito che «il Bologna non concluderà nessun accordo prima di conoscere l´esatta identità degli acquirenti e la loro solidità economica nell´esclusivo interesse del club».
Sembra quasi un invito a farsi avanti. E non solo alla Meleam. Frattanto, la palla torna nella metà campo dei pugliesi, il cui avvocato, Di Monda, spiega: «Ultimata la visione dei libri contabili, diremo ai Menarini, ma solo a loro, chi c´è in quest´associazione. A fare calcio comunque sarà Meleam, un gruppo che si occupa di sicurezza sul lavoro, intrattiene relazioni con 30 mila aziende in Italia e visita 300 mila persone l´anno, consegnando certificati di idoneità. La tracciabilità economica è un aspetto cui pensano le banche, e comunque noi non nasconderemo nulla ai Menarini, lo ribadisco. La loro prudenza è legittima, ma la forza e la credibilità di un marchio si misurano anche dalla sua penetrazione sul mercato. Quanto alle altre aziende al momento nell´ombra contribuiranno alla gestione dell´azienda calcio, attraverso sponsorizzazioni o altre forme».
Di Monda dice di pensare a Giampaolo come allenatore, al ds Leonardi ora al Parma, partendo però «dalla riconferma di un dirigente capace come Baraldi». Il quale ha già detto però di non essere, nel caso, a disposizione. Si vedrà. Frattanto, Francesca Menarini aspetta il progetto industriale del suo dg, e di farsi da parte non sembra avere la minima idea, sempre più coinvolta dal fascino del pallone e probabilmente curiosa di capire se sia possibile gestirlo in autonomia, in virtù della nuova legge sui diritti tv che aumenterà gli introiti del club, a patto di restare in A. Il padre Renzo è invece più cauto e al di là di come finirà questa vicenda con la Meleam, il quadro che emerge indica se non proprio una volontà di vendere, quantomeno quella di guardarsi attorno. E anche politicamente, l´ora è cupa. Con Delbono i rapporti s´erano guastati in fretta, ma senza un sindaco fare un nuovo stadio è un´autentica chimera.
(28 gennaio 2010)