'Gran Torino'

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(Marco M.)
00venerdì 6 marzo 2009 11:53
Clint Eastwood torna a dirigersi......
A 5 anni da "Million dollar Baby" Eastwood torna a dirigersi
in "Gran Torino", da venerdì prossimo nelle sale italiane
Tra Callaghan, razzismo e amicizia
un Clint più in forma che mai
Pellicola che è una summa dei suoi personaggi e della sua filmografia
L'incontro tra un reduce di Corea pieno di pregiudizi e un giovane asiatico

di CLAUDIA MORGOGLIONE


ROMA - I fan italiani di Clint devono attendere ancora una settimana per vedere in sala la sua ultima fatica, Gran Torino, in cui - cinque anni dopo Million dollar Baby - l'attore e regista torna davanti (oltre che dietro) alla macchina da presa. Ma i cronisti che ieri sera, al cinema Warner Moderno della capitale, hanno visto la pellicola in anteprima, possono già garantire: stavolta, davvero, ci troviamo di fronte a un Eastwood doc. A una summa dei suoi personaggi, dei temi che gli sono cari. Una miscela di Callaghan e sentimentalismo, di violenza e amore per il prossimo, di linguaggio politicamente scorretto e lotta al pregiudizio.

E, in questo caso, il pregiudizio che è al centro della storia è quello razziale. Il protagonista, infatti, è un veterano della guerra di Corea, Walt Kowalski. Di origini polacche, meccanico della Ford in pensione, alla morte della moglie si ritrova solo nella sua villetta di periferia a Detroit, capitale di un'industria automobilistica al tramonto. Una zona in cui prima vivevano persone come lui, operai bianchi; e che invece adesso è diventata una sorta di ghetto in cui si confrontano etnie diverse, con bande di giovani teppisti in lotta tra loro.

Un mondo che Walt disprezza: ha combattuto in Corea commettendo crimini inimmaginabili, vive sempre col fucile pronto. Per lui gli asiatici sono solo musi gialli, da disprezzare, così come tutti quelli che non sono bianchi. Ma uguale disprezzo lo prova per i suoi familiari: i figli grandi, con le loro mogli e i loro bambini, che hanno lasciato il quartiere per una vita più comoda e più rampante.

La vicenda entra nel vivo quando Kowalski entra suo malgrado in contatto coi suoi vicini di villetta. Che sono profughi Hmong, una popolazione asiatica sparsa tra Laos, Cambogia e Thailandia: durante il conflitto del Vietnam si schierarono con gli americani, e così con la vittoria del Nord emigrarono negli Usa per evitare ritorsioni e massacri. La famiglia è composta da una nonna, una madre e due figli adolescenti: Tao (l'esordiente di Bee Vang, scelto tra una marea di provini) e sua sorella Sue (Ahney Her). Tao è un ragazzo timido, introverso, che cerca di sfuggire alla attenzioni insesiderate della banda di teppisti di cui fa parte il cugino.

Ma le dure leggi dell'appartenenza finiscono per prevalere, e così una notte, come iniziazione alla banda, l'assai poco convinto Tao tenta di rubare dal garage di Walt il suo gioiello, un'auto d'epoca modello Gran Torino, che l'uomo si limita a tenere in garage e a lucidare. Ma il ladro inesperto viene scoperto, e per poco il proprietario della macchina non gli spara... Venuta a conoscenza del tentato furto, la famiglia del ragazzo - e in particolare la sorella, che instaura col vecchio Walt un rapporto vivace di amicizia - lo costringe a sdebitarsi lavorando per il burbero vicino. Aiutandolo nelle riparazioni e nei lavoretti di casa.

All'inizio i due sembrano non sopportarsi, ma poi tra loro nasce un rapporto forte. Anche perché Walt difende Tao dalla violenza della gang del cugino, che vuole fargliela pagare per la mancata affiliazione. Da qui un crescendo di violenza che terminerà con un comportamento sorprendente, da parte del vecchio reduce di Corea...

E già la trama (compreso il finale, che come ovvio non riveliamo) mostra la complessità di temi presenti nella storia. In un film che deve moltissimo al carisma fisico del suo protagonista. Alto, anziano, minaccioso, il ghigno di chi non è mai in pace col mondo, lo sputare tabacco a terra davanti ai vicini, la disinvoltura con cui pronuncia insulti razzisti: un Clint davvero al meglio, all'inizio odioso ma anche incredibilmente umano. E che, come già detto, sembra recuperare tanti dei suoi personaggi o dei suoi film da regista del passato.

Ecco qualche esempio. Il linguaggio politicamente scorretto, l'assenza di sorriso, la disinvoltura con le armi sembra ricordano molto Dirty Harry, ovvero Callaghan. Il sentimentalismo, l'amicizia improbabile e paterna con un'anima persa quanto lui, è il tema clou di Million Dollar Baby (premiato con l'Oscar). La violenza che non risolve nulla è al centro di Fino a prova contraria, in cui Clint tenta di salvare un nero da un'ingiusta condanna capitale. Le atrocità della guerra, e la comprensione per le popolazioni asiatiche, ci sono già in Flags of our fathers e in Lettere da Iwo Jima. La violenza verso giovani innocenti è stata ampiamente sviscerata in Mystic River.

Ma, al di là dei rimandi, Walt è anche, a suo modo, un personaggio unico. Come Eastwood tiene a sottolineare: "E' interessante, e spesso divertente, il modo in cui risulta pieno di pregiudizi all'inizio. E poi invece se ne libera, attraverso i rapporti che stabilisce". Un eroe in chiaroscuro: in altre parole, un Clint doc.


(6 marzo 2009)
[SM=g1405974]
(Marco M.)
00giovedì 19 marzo 2009 10:50
Visto ieri sera...
C'è il marchio di Clint in tutto e per tutto, l'ex Harry Callahan (Callaghan nella versione italiana) con una storia semplice ma zeppa di contenuti, riesce a comunicare,come sempre, un forte messaggio.
Un Film che mi è piaciuto molto e che consiglio, mi sembra di aver letto una dichiarazione di Eastwood dove afferma che questa è la sua ultima interpretazione,dovrebbe continuare solo da regista, uno dei miei preferiti registi in assoluto.
Mio voto 8/10
Un Grande! [SM=g1405974]
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