Scandalo arbitri - di WALTER FUOCHI
www.repubblica.it/2009/10/sport/basket/campionato-serie-a-2009-2010/caos-arbitri/caos-arbi...
Inchiesta in corso a Reggio Calabria sul mondo arbitrale della pallacanestro: le intercettazioni toccano solo marginalmente, per ora, la serie A, ma emerge un quadro di giudizi truccati e di sudditanza psicologica verso le 'grandi'
ROMA - C'è del marcio nella pallacanestro, e stanno uscendo interi bidoni di spazzatura da sotto i tappeti dov'era stata fin qui frettolosamente occultata. C'è un'inchiesta in corso a Reggio Calabria, e ne sono indagati i vertici arbitrali al completo: Giovanni Garibotti, Alessandro Campera e Giovanni Montella. I primi due si sono dimessi dalla Fip all'avvio del caso, il terzo risulta squalificato per 5 anni dalla giustizia sportiva.
GIUDIZI TRUCCATI PER FARE CARRIERA - L'inchiesta fu avviata dalla denuncia di un arbitro delle serie minori, Alessandro Cagliostro, che nella vita fa il poliziotto. S'appoggia su intercettazioni meno spaventose di quelle di Calciopoli, ma non proprio profumate di lavanda, e le conclusioni cui è pervenuto il Gip Kate Tassone sono pesanti. Nel mondo dei campionati minori facevano carriera, tra gli arbitri, "quelli che dovevano farla", per trucco e non per meriti, adulterando il meccanismo dei giudizi dei commissari, ossia il sistema di punteggi la cui somma decreta avanzamenti e promozioni. Spesso, i voti venivano stabiliti prima delle partite, dai commissari compiacenti che erano incaricati di vederle per giudicare: voti alti a chi doveva fare strada, e magari anche voti bassi a chi, su quella strada, non doveva mettersi in mezzo. Fare carriera, per un arbitro, significa, oltre a gratificarsi nell'attività prescelta e ad acquisire prestigio, anche guadagnare di più: una partita di A comporta un gettone di 1.000 euro, se si entra nel giro degli internazionali le partite di coppa valgono anche di più. C'era una cupola, ad orientare i voti, e questa cupola dava una mano pure alle vittorie della squadra ics anziché quella ipsilon (poi, emerge in qualche intercettazione, s'andava tutti a mangiare il pesce, compenso non vertiginoso, ma che ben riflette il mediocre quadro ambientale).
SUDDITANZA PSICOLOGICA - C'è molta serie C, nel fango che le telefonate hanno riportato in luce, con consueto corredo di lingua triviale, piccole vendette richieste e consumate, insinuazioni grevi e minacce rodomontesche, ma la doppia paginata dedicata oggi dalla "Gazzetta dello Sport" alle intercettazioni, finisce per lambire pure il campionato di A, per il quale, va pur detto, non emergono, fin qui, profili penali rilevanti. Ma tornano a galla arbitraggi che furono molto discussi all'epoca (un Fortitudo-Siena nei quarti di play-off 2008 vinto dai toscani a Bologna con episodi sulfurei), e tornano a galla anche giudizi che, sui giornali, sono apparsi più volte in corso d'opera: l'alone di sudditanza psicologica, quella che era già stata evocata per il calcio, riproposta per l'assoluto dominio della Montepaschi, o quell'"in dubio, Pro Siena", che fu coniammo qui sopra, qualche mese fa, per sottolineare una certa tendenza di alcuni fischietti a riconoscere alla squadra senza alcun dubbio più forte qualche non richiesta reverenza in più.
ORDINE DI NON ARRIVARE IN ALTO - Gianni Montella, ex capo dei commissari, indagato a Reggio per associazione a delinquere, ha ieri rotto il silenzio, gettando ombre sulla serie A, e citando, per lo scorso anno, "quattro episodi clamorosi a favore dei toscani", e concludendo "che sia arrivato l'ordine di non arrivare in alto, buttando nel calderone solo i campionati minori. Tanti personaggi sono stati stranamente 'dimenticati'". E' lo spiraglio sinistramente aperto su quanto ancora potrebbe esserci sotto i tappeti, e si vedrà ora con quanta solerzia ed energia la federbasket di Dino Meneghin, che s'è costituita parte civile nel procedimento penale, voglia vederci chiaro fino in fondo, già sospetta a questo punto, però, di imbarazzanti pigrizie.
16 dicembre 2009