FORTITUDO, ECCO GENOVESE E QUAGLIA
I due “under” lavorano con la squadra dal primo giorno
La Fortitudo Pallacanestro comunica che i due under “maggiori” del roster saranno Salvatore Genovese e Francesco Quaglia. Tutti e due lavorano a pieno ritmo insieme al gruppo dal giorno del raduno al PalaDozza ed hanno svolto il successivo ritiro a Lizzano in Belvedere, nonché lo scrimmage con Forlì dove hanno subito avuto ampio spazio. Ecco brevemente i loro profili. Salvatore Genovese è una guardia-ala di 198 cm, nato ad Erice, in provincia di Trapani, il 13 ottobre 1987, ma cresciuto cestisticamente alla scuola della Pallacanestro Varese. Due anni fa, titolare nella squadra satellite dell’ABC in B2, si è messo in luce realizzando 20 punti di media a partita, meritando il ritorno alla casa madre per la stagione scorsa, dove ha vissuto la promozione dalla Legadue alla Serie A rispondendo presente ad ogni chiamata in campo del coach Pillastrini, e totalizzando 13 gare con 9.4 minuti e 3.7 punti di media con un “high” di 11. Tra le sue caratteristiche principali quella del tiro da tre punti, come dimostra il 12/23 dell’anno scorso per il 52.2%, ma la struttura fisica gli consente anche di avvicinarsi a canestro. Con la nazionale giovanile azzurra ha disputato i Mondiali Universitari a Belgrado, segnando 2.8 punti su 5 partite. Ha firmato un contratto biennale con la Fortitudo. Francesco Quaglia è nato a Firenze il 18 novembre 1988 e gioca nel ruolo di ala-centro. Alto 207 cm, vanta già una buona esperienza nelle “minors”, avendo giocato in B2 a San Giovanni Valdarno e Castelguelfo (4.8 punti e 3.8 rimbalzi nel 2006/07), quindi in A Dilettanti con Modena (nel 2007/08, 3.3 punti e 1.8 rimbalzi) e Castelletto Ticino (l’anno scorso, 3.6 punti e 2.2 rimbalzi), oltre alle esperienze nelle nazionali azzurre Under 18 e Under 20 e nel settore giovanile della Virtus Bologna, dalla quale arriva in Fortitudo in prestito annuale.
" Lo vidi fermarsi, togliersi la bandiera biancoblù dalle spalle e fare per buttarla in mare, imprecando. Poi si bloccò, strinse quello straccio nel pugno, ci guardò e riannodandosela al collo, ci disse: ricominceremo un'altra volta, come sempre"