di
Giacomo Bulgarelli
Quando ho cominciato a giocare in prima squadra mi rilassavo prima della partita ascoltando una trasmissione dialettale molto seguita chiamata "Al Pavajan". Tra i vari personaggi pittoreschi che arricchivano la trasmissione, il più divertente era il barbiere che nei momenti di pausa cercava di istruire il suo garzone in modo ruspante. Ricordo quando cercava di far capire al ragazzo come Newton avesse scoperto la legge di gravità. Il titolare gli chiese cosa pensò lo studioso seduto sotto un albero mentre cadeva una pera. La risposta fu: "L'é mèrza".
Il mio rapporto con il dialetto è sempre stato forte e intenso. È bello sentirlo intervallato da frasi in italiano maccheronico sia parlato dalla gente comune come cantato o recitato a teatro.
Il mio carissimo amico Giulio Cesare Turrini mi recitava una settimana sì e una no la "Flavia", ammiccando quando il vigile sorprendeva il ragazzo che insidiava la signora dicendogli: «Bravo, bravo ti ho ciapato giovinotto scapestrato che mostravi alla signora un pez d'oca ch'la fa pora».
Giorgio Comaschi, invece, veniva da me martoriato nelle serate musicali fra amici perché volevo sempre ascoltare "Bòurg S. Pir, Pradèl...".
In questo momento difficile per la nostra città è sempre più raro sentire parlare in dialetto, perciò ho una proposta da fare: metterlo come materia facoltativa due ore alla settimana nelle scuole. Solo così i giovani potranno rendersi conto della singolarità del modo di pensare e dell'arguzia che i nostri vecchi ci hanno tramandato.
Giacomo Bulgarelli
Giocatore del Bologna FC 1909
dal 1958/59 al 1974/75
(dal sito di Andrea Mingardi)
tantissimi auguri !
benessum
[Modificato da GEO-MARCO64 24/10/2007 15:13]