E UNO...
«Lecce retrocesso in LegaPro»
In arrivo la notifica di Palazzi
C’è stata responsabilità diretta dell’Us Lecce nella combine del derby col Bari del 15 maggio 2011. Questo ritiene la Procura federale, che tra oggi e venerdì notificherà il verdetto d’accusa nei confronti dell’ex presidente Pierandrea Semeraro, aprendo le porte al rischio retrocessione in Lega pro, la vecchia serie C.
Gli 007 del procuratore federale Stefano Palazzi, dunque, non hanno dubbi: le ipotesi investigative della Procura di Bari sarebbero “concrete” e “dettagliate”, provando che Semeraro junior ebbe un sospetto ruolo nella manipolazione dell’incontro, terminato 2 a 0 per i salentini, con un autogol volontario all’ottantesimo minuto dell’ex difensore biancorosso Andrea Masiello. Per questo, avrebbe intascato una “tangente” di circa 200mila euro, pagati dall’imprenditore leccese Carlo Quarta e finanziati, secondo la procura, dall’ex presidente Semeraro. Ipotesi d’accusa, quindi, che non significa condanna definitiva: da una parte, infatti, ci sarà il processo penale, che punterà ad una condanna per frode sportiva. Reato che sarebbe stato compiuto in concorso tra Semeraro, Quarta e Marcello Di Lorenzo, faccendiere di Masiello. Dall’altra, invece, si aprirà il processo sportivo, con i suoi tre gradi di giudizio, oltre a due successivi davanti al Tar Lazio e al Consiglio di Stato (5 in tutto).
Dal punto di vista penale, la posizione degli indagati è disciplinata dalla legge 401 del 1989, norma emessa dopo gli scandali anni ’80 legati al totonero. All’articolo 1, di cui sono accusati gli indagati, prevede che “chiunque offre o promette denaro o altra utilità o vantaggio a taluno dei partecipanti ad una competizione sportiva organizzata dalle federazioni riconosciute” è punito con una pena nel massimo pari a “due anni”. Nessun rischio concreto di carcere, dunque, in quanto l’eventuale condanna ugualmente potrebbe beneficiare della sospensione condizionale della pena.
A far temere l’U.s. Lecce e, soprattutto, la tifoseria, sarà la sentenza definitiva sportiva. La ‘palla’ ora è nelle mani dell’avvocato Saverio Sticchi Damiani, che sta studiando la strategia difensiva per il processo. Secondo indiscrezioni, già entro un paio di settimane potrà essere fissata la prima udienza davanti alla Commissione disciplinare della Federcalcio, presieduta da Giuseppe Artico. In caso di condanna, comunque, non tutto è perso: la difesa si dice pronta ad adire gli altri gradi della giustizia sportiva, che sono la Corte di giustizia e l’Arbitrato al Coni. Per ultimo, ci sono altri due strumenti per sovvertire l’eventuale esito definitivo della condanna di responsabilità diretta dell’U.s. Lecce nella combine del derby: il Tar Lazio e il Consiglio di Stato. Si tratta degli ultimi due gradi di giudizio, ai quali i tesserati di società sportive possono ricorrere dopo aver esperito i tre gradi precedenti, in quanto sono soggetti alla clausola compromissoria, che impone loro di sottostare in prima battuta alla giustizia sportiva.
La difesa, dunque, si dice pronta a fornire prove della non colpevolezza di Semeraro, salvando così la squadra dalla retrocessione. Ma gli elementi raccolti dal procuratore capo Antonio Laudati e dal sostituto Ciro Angelillis sembrano duri da far cadere. Gli atti d’indagine del Reparto operativo dei Carabinieri, in questa inchiesta coordinati dal maggiore Riccardo Barbera, risultano “concreti” e “concordanti”. Tutto nasce con le dichiarazioni di Masiello e del suo faccendiere Gianni Carella, dopo i loro arresti avvenuti il 2 aprile scorso. Nel mirino degli investigatori c’erano le presunte combine Bologna-Bari del 22 maggio 2011 (0 a 4), Udinese-Bari del 9 maggio 2010 (3 a 3) e Cesena-Bari del 17 aprile 2010 (1 a 0) e il derby col Lecce.
Ed è proprio dopo l’arresto, che gli approfondimenti su quest’ultima partita hanno subito uno sprint, con le rivelazioni, soprattutto di Carella, sul coinvolgimento di Semeraro. Il resto è stato ricostruito attraverso i riscontri sui tabulati telefonici, dai quali sono emerse telefonate sospette in corrispondenza del noto incontro del 14 maggio 2011 in piazza Mazzini a Lecce, dove Quarta e Carella avrebbero definito la combine. Ma non solo, perché la prova “regina” del coinvolgimento dell’ex patron, starebbe nelle movimentazioni bancarie. Risulta che tra maggio e giugno 2011 escono ben 240mila euro dal suo conto corrente attraverso un assegno da 50mila all’imprenditore Quarta, due assegni per un totale di 110mila alla sua fidanzata e due prelievi da 80mila complessivi. Denaro che sarebbe stato utilizzato per pagare la “tangente” a Masiello.
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Hai fatto tornare tutti...ci siamo tutti a salutarti... Ciao Fet.