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Caso Bergamini

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2012 16:54
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22/04/2012 13:17
 
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SECONDO “QUOTIDIANO DELLA CALABRIA” IGNORATA PERIZIA DEL '90
Il calciatore Denis Bergamini, fu evirato e morì dissanguato

ore 10:51 -

COSENZA – Il calciatore del Cosenza, Denis Bergamini fu evirato e morì dissanguato. A scriverlo il “Quotidiano della Calabria”, che fa riferimento ad una perizia redatta nel 1990 dal medico legale Francesco Maria Avato. Fin ad oggi la morte del calciatore è stata sempre attribuita ad un suicidio dello stesso, ma il quotidiano calabrese da una nuova versione della vicenda asserendo che la perizia venne ignorata dai magistrati che all'epoca svolsero l'inchiesta sulla morte di Bergamini.
Il calciatore del Cosenza fu travolto da un camion lungo la statale 106 Jonica e, secondo la testimonianza della fidanzata, che era insieme a lui, si suicidò facendosi travolgere dal camion. Un tesi che adesso sta trovando una serie di smentite dalle risultanze della nuova inchiesta che la Procura di Castrovillari sta conducendo sulla morte di Bergamini.
Il fatto che il calciatore sarebbe stato evirato e che sarebbe morto per questo potrebbe fare ipotizzare un movente legato ad una vendetta per questioni legate a fatti sessuali e ad una relazione sentimentale che Bergamini avrebbe pagato con la morte.

di Rosario Scavetta


...

Ferrara, 22 aprile 2012 – A un passo dalla chiusura delle indagini sulla morte di Denis Bergamini — attese per la prossima settimana — la verità sulla sua tragica scomparsa, scopriamo oggi, era già stata messa nero su bianco 22 anni e mezzo fa da Francesco Maria Avato, il medico legale ferrarese che un mese dopo la morte del giovane centocampista venne incaricato di effettuare l’autopsia — eseguita nel cimitero di Boccaleone — sulla salma.

“Il quadro lesivo — scrive Avato nelle sue conclusioni datate gennaio 1989 — non era quello da trascinamento”. Quando invece in tutti questi anni è stata accreditata la falsa verità che voleva Bergamini suicida, con un volo sotto l’Iveco 180 rosso guidato da Raffaele Pisano. Testimone, l’ex fidanzata Isabella Internò che in tutti questi anni, non ha mai cambiato di una virgola le sue dichiarazioni.

Ad accreditare il lavoro di Avato non sono sospetti, illazione o ipotesi bislacche, ma un tecnico, illustre nel suo campo: Roberto Testi, docente di criminalistica all’università di Torino e direttore della medicina legale di Asti, cui la procura di Castrovillari ha affidato la perizia sui reperti biologici di Bergamini, conservati perfettamente a Ferrara, dove ancora Avato lavora.

Ne dà conto il Quotidiano della Calabria, edizione di Cosenza, che ieri ha pubblicato un’intervista a Testi. Il quale dice con trasparenza che “non abbiamo scoperto la luna, era già tutto scritto nella perizia di Avato”. Un’ulteriore conferma giunge dal secondo perito incaricato, separatamente, dalla procura cosentina, Franco Bolino de La Sapienza di Roma il quale spiega, sempre al quotidiano calabrese che “se siamo giunti a novità interessanti è perché allora nessuno ha mai letto bene quella perizia”.

Nessuno l’ha letta o chi l’ha letta l’ha ignorata volutamente, chiudendo in un cassetto la verità e la giustizia. Perché nel lavoro del prof Avato non c’è spazio per l’ambiguità: Bergamini, quando fu sormontato a bassa velocità dal camion, era già già morto.

Così si spiega perché il corpo era prono e non supino, così pure
perché, straordinariamente, il capo, le braccia, il torace e le gambe di Denis fossero pressoché intatte. Idem per gli indumenti indossati, per le scarpe e l’orologio. Senza strappi nè macchie.

Conclusioni che non possono essere ignorate, a differenza di allora. E che stridono clamorosamente con le due testimonianze chiave: quella del camionista Raffaele Pisano — già assolto per l’omicidio colposo del calciatore di Boccaleone — e l’altra, quella dell’ex fidanzata Isabella Internò. Se Denis era già morto quando il camion l’ha calpestato schiacciandogli il bacino, Pisano e Internò mentono. E il procuratore Franco Giacomoantonio — titolare dell’inchiesta insieme alla collega Maria Grazia Anastasia — non può non tenerne conto a chiusura delle indagini. Oltretutto, avvolge la storia del camionista Pisano un giallo svelato soltanto pochi mesi fa: per 20 anni è stato dato per morto quando morto non è affatto.

Vive a Rosarno in un quartiere non proprio residenziale e ad alta concentrazione criminale. Quanto alla Internò, ascoltata ancora dal procuratore capo a dicembre, la sua versione non è cambiata rispetto a 22 anni fa: “Ho visto Denis buttarsi...”.

E mentre cadono anche gli ultimi sospetti, meglio leggende che volevano Bergamini scorrazzare tra la Calabria e la Lombardia con la Maserati Biturbo piena di nascondigli segreti zeppi di droga — la conferma dell’inesistenza dei vani segreti è giunta dai Ris di Messina — resta in piedi un unico movente. Quello privato. Denis doveva essere punito ma la ‘lezione’ è sfuggita di mano. Così da trasformare i picchiatori in carnefici.

di Caterina Veronesi

23/04/2012 16:54
 
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Cmq ieri dicevano che non fu castrato !!!

"A zié 'ndo vai ..... me sò 'ppure fatto a doccia per venitte a salutà !!!"
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