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ITIS Galileo

Ultimo Aggiornamento: 16/04/2012 11:54
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16/04/2012 11:54
 
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Giovanissimo B.F.C
ITIS Galileo

con Marco Paolini
di Francesco Niccolini e Marco Paolini

consulenza scientifica: Stefano Gattei
consulenza storica: Giovanni De Martis

elementi scenici: Juri Pevere
consolle audio: Gabriele Turra
assistenza tecnica: Graziano Pretto, Michele Mescalchin
direzione tecnica: Marco Busetto
illuminotecnica e fonica: Ombre Rosse

produzione: Michela Signori, Jolefilm, 2010

Durata: 130’ circa

La storia

Essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema, per gli altri soprattutto.
Parte da questa considerazione il lavoro di approfondimento curioso che Marco Paolini e Francesco Niccolini hanno dedicato alla figura di Galileo.
Il padre della scienza moderna, infatti, appare agli occhi dei contemporanei come un grande divulgatore dei propri studi, ma soprattutto come una mente che rimane aperta al dubbio fino alla fine, fino alla vecchiaia. Quando si parla di Galileo si pensa sempre a un anziano venerando: sarà una questione di iconografia, ma forse è anche perché si capisce che lo scienziato non si mette mai in pensione con la testa. Anzi, le scoperte più importanti le raggiunge dopo i sessant’anni.
Galileo vive quattrocento anni prima di noi, in un’epoca governata da certezze e rigidità di pensiero, ma alcuni elementi tornano oggi a riaprire il confronto con quel passato.

L’obbiettivo di Marco Paolini con questo spettacolo teatrale è quello di coinvolgere nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situazione in cui il pubblico non sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.



“Un minuto di rivoluzione!”. Comincia così lo spettacolo di Marco Paolini su Galileo Galilei, con l’attore in piedi sotto al palco ad osservare un minuto di silenzio. Durante questo minuto il pubblico, in preda a manie di protagonismo, produce una serie di urlacci e slogan, dimostrando oltre a scarsa saggezza (rivoluzione e Galileo) anche scarsa inventiva (decisamente non siamo pronti neanche per un minuto di rivoluzione). E questo non è che l’inizio.
Paolini ripercorre l’intera vita del matematico, dalla Toscana a Padova e ritorno, le sue scoperte, il suo carattere, il suo “genio”, imprenditore di se stesso, primo precario della storia a divenire professore universitario ordinario, il Galileo scrittore alle prese con abili espedienti pubblicitari, e soprattutto il Galileo vecchio e cieco che, dopo l’abiura, non si arrende ma continua a esercitare il suo pensiero rivoluzionario fino alla fine dei suoi giorni.

Il tutto supportato da una scenografia povera ma efficace: al centro del palco è sospesa una mina che gravita sulla testa di Paolini e che ad un certo punto svelerà il suo pericoloso contenuto (il sistema eliocentrico) e un’enorme pagina autografa del taccuino di appunti dello scienziato, che compare d’improvviso sullo sfondo, come una bandiera al vento.

Geniale nelle battute e nelle riflessioni, due ore di godimento passate in un baleno.

L'ho visto ieri all'Arena del Sole ma sarà su La7 il 25 aprile alle 21.10
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luca
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